Sospiro di sollievo
per due «precari di lungo corso». Più di uno spiraglio per migliaia di
insegnanti e personale non docente della scuola che sperano di gettarsi
alle spalle anni e anni di precariato. Il Tribunale del lavoro di Trani
(giudice Maria Antonietta Lanotte Chirone) ha in un certo senso
«amplificato» gli effetti della stabilizzazione nella scuola concordata
nelle scorse settimane tra governo e sindacati con una sentenza che
potrebbe aprire nuovi scenari non solo in Puglia.
Nel provvedimento il giudice ha condannato il ministero dell’Università
e ricerca scientifica per l’utilizzo abusivo dei contratti di lavoro
precario. Un’insegnante e un operatore amministrativo di Andria,
rispettivamente precari da nove e undici anni, che avevano fatto
ricorso, devono essere assunti a tempo indeterminato. Centinaia solo in
Puglia sono i ricorsi analoghi. Un provvedimento simile era stato
emesso lo scorso febbraio dal tribunale di Siena, ma la corte d’Appello
di Firenze lo aveva sospeso. La sentenza del tribunale di Trani, se non
la prima, è dunque tra le prime in Italia e potrebbe diventare «pilota»
entro i confini della regione. Il giudice ha anche condannato il Miur
ad una risarcimento danni quantificato in una mensilità per ogni anno
da precario nella scuola. Una direttiva europea (la 70 del 1999) non
sarebbe stata applicata correttamente. La norma impegna gli Stati
membri a creare un quadro normativo per la prevenzione e la repressione
degli abusi derivanti dall’eccessivo del precariato.
Nella legislazione italiana è previsto il diritto di tutti i lavoratori
(privati) che abbiano lavorato per più di tre anni ad essere
«stabilizzati» di diritto, mentre è noto che vi sono nel pubblico
impiego e soprattutto nella scuola, lavoratori precari (docenti e non)
che annualmente vengono assunti a tempo determinato per ricoprire
supplenze e cattedre (stabilmente) vacanti. «La sentenza, lungamente
motivata ed articolata, fa dunque ragione di questa ingiustificata
discriminazione sanzionando anche il datore di lavoro pubblico che
incorra in tale abuso», ha dichiarato l’avvocato Francesco Ranieri del
foro di Bari che oltre un anno fa ha presentato un ricorso per Anna
Maisto, 43 anni e Mario Modugno, 50 anni, entrambi di Andria. La prima
insegna nel circolo didattico «Cotugno» di Andria. È (anzi era dopo la
sentenza di ieri) precaria dal 2002. Il secondo, assistente
amministrativo nel circolo didattico «Don Bosco» sempre di Andria ha
avuto il primo contratto nel 2000. Entrambi devono essere assunti a
tempo indeterminato e con efficacia retroattiva.
Proprio nelle scorse settimane governo e sindacati avevano raggiunto
l’accordo per l’assunzione in tre anni di 67.000 persone, tra
insegnanti (circa 30.000) e personale ausiliario, tecnico e
amministrativo, nella scuola.
(di Giovanni Longo da
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/)
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