Lasciamo da parte
la loro surreale idea di merito, efficienza, valutazione
(che è proprio "loro", nel senso che sono loro a compilare
personalissime liste di buoni e di cattivi). Diverrà
esecutiva la riforma Brunetta, ispirata da quello cui
Tremonti ha dato del cretino, ma cui sarà concesso di
destinare il 25% di eventuali, improbabili, risparmi delle
amministrazioni (invece che a reintegrare lo scarso salario
del personale) per applicare gli equivoci principi di
merito e differenziazione previsti, in assenza di altre
risorse disponibili. Sarà infatti il decreto Brunetta a
definire l'elenco dei meritevoli e i protocolli di
comportamento utile per accedere a premialità, mentre la
manovra 2011 congela i salari dei docenti fino al 2014, un
anno in più rispetto al blocco di Tremonti nel 2010.
Questa una delle conseguenze più pesanti sulla
scuola: Flc Cgil denuncia che, in termini di adeguamenti o
di mancati aumenti contrattuali, gli Ata perderanno 6.295
curo, 7.930 i docenti, 15.988 i dirigenti. Fate i vostri
conti.
MA NON SOLO. Se con la L. 133/08 il governo aveva iniziato
la più grande operazione di disinvestimento su cultura e
conoscenza della storia patria, ecco la zampata finale.
L'art. 19 del d.l. 98/11 è dedicato alla scuola. Vengono in
classe i comandati Invalsi, quelli delle tormentatissime
prove: la vita è tutta un quiz! Soprattutto, dal 2012-13 le
dotazioni di personale docente, educativo e Ata sono
bloccate in entità pari a quelle del 2011-12: ovvero,
classi sempre più affollate, con grave pregiudizio della
qualità didattica. Si aggregano primarie e medie in
istituti comprensivi, che saranno autonomi solo con almeno
1000 alunni (500 in zone disagiate). Il dimensionamento
della rete scolastica non è competenza dello Stato, ma
delle Regioni; il suo iter prevede articolati percorsi
condivisi con gli altri enti locali: questo provvedimento
innescherà perciò un contenzioso ulteriore, tra i molti che
l'arrembante modo di legiferare del governo ha causato.
Saranno eliminate 1130 scuole autonome, con conseguente
taglio di posti di lavoro, in particolare per gli Ata. Le
scuole sotto i 500 alunni saranno affidate a reggenti:
prive di dirigenza stabile, avranno conseguenti ricadute
in campo organizzativo, didattico e gestionale, aggravate
dalla riduzione di esoneri e semiesoneri per i
collaboratori del dirigente nelle scuole complesse. I
docenti inidonei per motivi di salute occuperanno i posti
di 5000 assistenti amministrativi e tecnici precari, con
incredibile disprezzo della professionalità degli uni e
degli altri. Insomma, il "progetto pedagogico" di Gelmini
continua la marcia trionfale verso l'obiettivo
ostinatamente rincorso: smantellare la scuola della
Costituzione.
QUALCHE GIORNO fa una notizia apparentemente clamorosa: 67
mila assunzioni in arrivo, 30.500 docenti e 36.700 Ata.
Euforia iniziale, a seguire cautela: a differenza di come
annunciato, i posti non saranno assegnati tutti quest'anno,
ma si distribuiranno sul prossimo triennio. In termini
concreti, nulla più di un travestimento dell'usuale miseria
annuale: "Il piano di assunzione proposto, se spalmato in
tre anni, prevede proprio questi numeri: circa 10.000
assunzioni per i docenti e altrettante per gli ATA. A
fronte della reale esistenza, per il personale docente, di
circa 20.000 posti vacanti e disponibili e di 27.000
pensionamenti per quest'anno". Così il Coordinamento dei
Precari Scuola Roma. I posti ci sono, la propaganda lavora,
il problema del precariato continua ad essere emergenza. Ma
c'è di più: "L'adozione del piano di assunzioni [come si
legge in una nota di Brunetta] è subordinata agli esiti di
una specifica sessione negoziale su interventi contrattuali
per garantire l'invarianza finanziaria". In altre parole:
li assumeranno, ma solo se senza oneri aggiuntivi. Per
esempio, niente onerosa ricostruzione di carriera,
trattandosi di precari da almeno 10 anni. Gli annunci
trionfali non cancellano le violazioni del diritto e il
vero progetto: a questo governo oggi interessa mantenere
un buon numero di posti occupati da precari, riservandosi
la possibilità di nominare in ruolo a costo zero. In vista
un ulteriore taglio degli organici? Le elezioni non sono
lontane e bisogna rifarsi il trucco. Che c'è e si
vede. Classi sovraffollate, blocco delle
retribuzioni, azzeramento delle carriere dei precari
Al netto dalla propaganda, il governo prosegue la sua
marcia verso l'azzeramento della scuola pubblica
(da Il Fatto di di Marina Boscaino)
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