Allora
Pittoni, come è finita, nella realtà, la storia del suo emendamento?
“Alcuni parlamentari del Sud non si rendono conto che non stanno
difendendo i docenti del Sud”
In che senso. Lei si batte in favore
dei docenti del Nord e contro quelli del Sud, almeno i più grandi
giornali stanno dando risalto a questa visione, parlano anche di
residenza.
“E’ una grande sciocchezza se scrivono questo. Per un parlamentare del
Sud è difficile sostenere una cosa del genere. In effetti può essere
che sia stata raccontata loro così. Cercano in tutti i modi di
presentarlo come uno scontro Nord-Sud che invece non esiste. C’è un
mare di insegnanti del Sud che nel 2007 hanno scelto di andare al Nord
e ora rischiano di lasciare il posto a chi nel 2007 non ha scelto di
trasferirsi ma ha scelto di rimanere dov’era, in linea con l’opzione
indicata dalla Legge Fioroni che ha istituito le graduatorie a
esaurimento”.
Ma allora cosa state difendendo voi
della Lega?
“Stiamo difendendo quanto espresso nel 2007 dal governo italiano, cioè
dal Governo Prodi. Essendo indicazioni arrivate dal governo della
Repubblica di allora, devono essere mantenute. Non si possono cambiare
le carte in tavola, mi pare”.
L’idea di molti, insistiamo, è che
lei e il suo partito stiate cavalcando una linea razzista,
antimeridionale, becera”
“Ma se in maggioranza si tratta di insegnanti del Sud, mi faccia il
piacere. L’unica differenza tra i docenti del Sud che sto difendendo
rispetto agli altri è che i primi si sono adeguati a una scelta
legislativa nel 2007, trasferendosi al Nord e rischiando, gli altri
hanno scelto di stare dov’erano e solo ora decidono di spostarsi. Non
capisco che senso abbia togliere un posto di lavoro a qualcuno per
darlo a qualcun altro”.
Lei dimentica però che la
Costituzione riconosce il diritto alla libertà di circolazione. Come fa
a dire che una persona non può andare a prendere un posto di lavoro
dove crede?
“Non c’entra nulla. La libertà di circolazione non c’entra altrimenti
non sarebbe passata la Legge Fioroni, non le pare? Si è
parlato tanto di graduatorie a esaurimento al plurale cioè per province
e dunque ognuna di queste doveva esaurirsi per conto proprio”.
Molti dicono che lo hanno dimenticato
anche i fautori della legge Foroni. Ma intanto è intervenuta la Consulta
“La Consulta è intervenuta su un articolo del salvaprecari, non
c’entra nulla. Ha abolito le code non ha toccato il resto”.
Ora che succede? Dai primi dati che
abbiamo raccolto tra gli ex provveditorati emerge che molti
trasferimenti sono tra province attigue, spesso del Nord.
“Succede che stanno incentivando gli insegnanti a spostarsi da una
provincia all’altra, in maniera contraria alla politica della
continuità. Io ho cercato di incentivare un minimo di continuità. La
permanenza in una provincia favoriva molto la continuità, la spinta al
continuo trasferimento incentiva la discontinuità didattica. E questo è
un fatto incontrovertibile”.
E gli altri sindacati? Lo Snals in
Friuli ha appena riproposto con forza il suo bonus di permanenza al
Senato.
“Gli altri sindacati non sono sulle posizioni dell’Anief, nessuno si è
sognato di dire che è incostituzionale””.
L’Anief ha le proprie opinioni e ha
vinto in giudizio, però. E anche in Parlamento, stando a quanto si
legge nei suoi comunicati con cui ringrazia a uno a uno i politici
(Pdl, Pd, Lega Sud) che hanno fatto fuori il suo emenamento.
“L’Anief ha tolto un’opportunità a molti docenti precari, facendo
eliminare le code. Questo è il risultato dell’azione dell’Anief”.
Eppure i parlamentari del Pdl,
colleghi di maggioranza, le hanno fatto un brutto scherzo
“L’Anief ha raccontato la sua versione ai parlamentari e loro hanno
creduto all’Anief. La storia dell’incostituzionalità dei punti di
permanenza è una panzana. Esistono già i punti in graduatoria per gli
insegnanti di ruolo che non si spostano da una scuola all’altra, e non
sono incostituzionali”
Se è per questo, aggiungiamo noi, i primi a godere del punteggio di
permanenza sono i tanti docenti in aspettativa per mandato politico o
amministrativo, che maturano punti in graduatoria d’istituto pur non
andandoci per anni e anni, per legittimo impedimento, poiché diventati
via via amministratori comunali, provinciali, regionali, sindaci,
viceministri, senatori. L’ex vice ministro del governo Prodi,
Mariangela Bastico, solo per fare un esempio, è prima in classifica in
un istituto tecnico commerciale emiliano. Grazie a un punteggio di
permanenza.
Intervista di Vincenzo Brancatisano
vi.bra@fastwebnet.it