Bonus di
permanenza, l’on. Stefano Esposito (Pd) ci svela il mistero della
sparizione del suo emendamento dalla lista di quelli presentati alla
Camera dei Deputati dove inizia l’iter del disegno di legge di
conversione del decreto legge sullo sviluppo. Intanto l’emendamento Pittoni ottiene il
giudizio di ammissibilità e porta il n. 9.9. Esposito aveva annunciato
(e conferma quanto abbiamo scritto in merito) un emendamento che
prevede un bonus di 40 punti in favore dei docenti che decidono
di non spostarsi dalla propria provincia. In sostanza, il
deputato, proprio in prossimità della scadenza dei termini per la
presentazione degli emendamenti ha fatto avere al proprio gruppo il
testo, identico a quello del sen. Mario Pittoni della Lega, e ha poi
chiesto telefonicamente ai suoi di presentarlo nella Commissione
parlamentare V e VI, riunita in sede referente.
Secondo quanto Esposito rivela alla testata
www.vincenzobrancatisano.it, ci sarebbe stato un malinteso con il
gruppo Pd con il quale Esposito aveva fatto un preciso accordo sulla
questione. E cioè: se l’emendamento di Pittoni (che sta al Senato e non
poteva presentarlo personalmente) non fosse stato presentato per
ipotetici niet imposti dalla Gelmini, Esposito avrebbe presentato il
proprio per portare avanti il bonus, evenienza della quale il Pd,
dentro il quale c’è una spaccatura sulla questione, era pienamente
conoscenza. Tanto che proprio oggi, spiega Esposito, “ho ribadito a
Bachelet la mia chiara posizione in merito”. E cioè? “E cioè che se
l’emendamento Pittoni arriva in aula, io mi alzerò e voterò a favore, e
non sarò il solo nel Pd, visto che non sono l’unico a condividere
quell’emendamento”. Naturalmente questo succederà se Berlusconi non
porrà la questione di fiducia, altrimenti Esposito voterà contro il
decreto per far cadere il governo. Ma sarà la maggioranza che appoggia
quest’ultimo, commenta Esposito “a decidere le sorti di
quell’emendamento, loro ne hanno la responsabilità”. E qui si aprono
gli scenari che fanno immaginare come siano non pochi coloro che anche
all’interno della Lega (come la deputata Goisis) hanno manifestato
dubbi sull’opportunità del bonus. Tornando al giallo, la scomparsa del
testo di Esposito aveva fatto pensare a ipotesi inquietanti, specie
dopo che a chi gli aveva posto una domanda sul suo profilo facebook
in merito alla presentazione di un emendamento uguale a quello
del Carroccio, lo stesso Esposito aveva assicurato poco prima che “se
non me lo hanno boicottato è depositato da ieri”. Il giorno dopo è
arrivata la smentita del gruppo parlamentare Pd che nelle parole
dell’on. Donata Lenzi, membro di presidenza del gruppo Pd alla Camera
dei deputati e poi di Manuela Ghizzoni, che pur non prendendoi una
chiara ed esplicita posizione in favore del pettine escludevano
l’esistenza di un emendamento a firma Esposito. Ora quest’ultimo
chiarisce che i suoi colleghi avevano interpretato male la necessità
che il suo emendamento dovesse essere presentato indipendentemente
dall’esistenza di quello identico a firma Pittoni e si assume la
responsabilità di una leggerezza che secondo lui avrebbe dovuto
evitare. “Ci sarei dovuto andare io di persona in Commissione”. Ma lei
pensa davvero che questo bonus serva al precariato della scuola? “Non
penso che il bonus risolva il problema di tutti – conclude il
deputato siciliano eletto in Piemonte – ma è un riconsimento per delle
persone che nel 2007 sono state chiamate a fare una scelta. Ma se il
governo è davvero interessato ad aiutare i precari, sappia che c’è un
emendamento Pd firmato Ghizzoni che prevede 30.000 imissioni in ruolo
per quest’anno”. E secondo lei ci saranno? Il popolo dei precari della
scuola attende da un mese anche questa notizia. “Si parla di immissioni
in maniera generica, ma non si danno i numeri precisi da parte del
governo”, chiarisce Esposito, che conferma come solo immissioni in
ruolo massicce potrebbero attenuare il problema, “poiché ogni
intervento in questo campo aggrava i problemi, non li risolve
facilmente”. Intanto, come detto, è stato ammesso l’analogo
emendamento ideato da Mario Pittoni della Lega: «Per gli insegnanti
precari - spiega il capogruppo del Carroccio in Commissione Istruzione
del Senato - vanno innanzi tutto mantenute le promesse fatte dal
Governo nel 2007. Allora le graduatorie sono state trasformate da
permanenti a esaurimento in vista della riforma del reclutamento e di
un congruo numero di stabilizzazioni, legate comunque alla situazione
economica generale e conseguentemente presto "frenate" dallo stesso
Centrosinistra”. Pittoni, che tuttavia ha partecipato ai massicci
tagli del governo Berlusconi, iniziati in maniera decisa dal governo
Prodi con le manovre finanziarie 2007 e 2008, ora rincara la
dose. “Oggi – spiega – tradendo le indicazioni del 2007, le graduatorie
vengono riaperte e si rischia una pesante "transumanza" di insegnanti
dal Sud al Centro-Nord in conseguenza dei loro punteggi elevatissimi,
una questione tutta da approfondire”. Pittoni difende il popolo del
Nord e non ha paura di essere tacciato di razzismo e neppure si chiede
se per caso i docenti carichi di punti siano in realtà anziani per
servizio e duqnue titolari a buon diritto di un numero di punti
elevato: “Anche al Nord – commenta – ci sono docenti precari che
lavorano da molto tempo”. Senza “interventi mirati”, insiste,
“l'intero corpo docente precario delle regioni centrosettentrionali
rischia da un anno all'altro l'espulsione dall'insegnamento”. Non
sappiamo se questo potrà succedere nei fatti, e peraltro l’Italia è una
e il problema per molti neppure si pone. Pittoni rilancia l’idea del
nuovo reclutamento. Raggiunto al telefono in Parlamento, ci spiega: “In
attesa della riforma del reclutamento su base regionale che, pur
garantendo la libera scelta del territorio ove posizionarsi, consentirà
finalmente di scalare le liste per merito, a parità di condizioni con i
candidati del posto (le regole saranno le stesse per tutte le regioni),
per limitare i danni abbiamo elaborato una serie di proposte da
veicolare nel decreto sullo sviluppo, all'attenzione delle Camere in
queste settimane. Tra queste, la possibilità di attingere alle liste
attuali per gli inserimenti in ruolo, e un bonus per la permanenza
nella stessa provincia”. Il meccanismo, già previsto dal Contratto
collettivo nazionale integrativo per i titolari, è rispettoso della
Costituzione, poiché garantisce lo stesso trattamento sull'intero
territorio nazionale, a differenza dei punti, bocciati dal Consiglio di
Stato che premiavano il servizio in loco, generando disparità di
trattamento rispetto alle altre province”. Pittoni si riferisce a una
querelle trentina dell’anno scorso, ma le dispute che si annunciano ora
sono di ben altro tenore. (www.vincenzobrancatisano.it)
Vincenzo
Brancatisano
vi.bra@fastwebnet.it