Anche
quest'anno gli ultimi giorni di lezione saranno contrassegnati dalle
contestazioni studentesche, in particolare dalle associazioni che
tutelano gli iscritti alle superiori ed universitari: si va dal
probabile boom di bocciature nelle scuole secondarie, a seguito della
novità dell'applicazione del 'tetto' del 25 per cento di assenze
introdotto dal Miur, alla conferma dei debiti formativi, che dovrebbero
riguardare non meno del 20-25 per cento di studenti, fino al caro-tasse
accademiche, alimentato da una recente interrogazione ai ministri
dell'economia e dell'istruzione, sulla necessità di attuare un modello
di tassazione universitario più meritocratico ma anche mediamente più
oneroso, sullo stile di quello già in vigore in paesi come
l'Inghilterra. Sulle superiori, per rasserenare gli animi è intervenuto
il ministro Gelmini, annunciando che in generale non sono previsti
aumenti considerevoli delle bocciature legati alle troppe assenze sui
banchi: ogni istituto, inoltre, avrà la possibilità di attuare delle
deroghe.
Le rassicurazioni non hanno però convinto la Rete degli studenti,
secondo cui "la risposta della Gelmini alle nostre denuncie è vaga e
non soddisfacente. Se il ministro crede di poterci prendere in giro si
sbaglia. E' chiaro che le scuole funzionano secondo l'autonomia
scolastica, ma le direttive rispetto alle assenze sono arrivate dal
ministero ed è la Gelmini stessa che ha voluto e attuato questo
provvedimento che ha l'unico effetto di aumentare in maniera
vertiginosa la percentuale già disastrosa dell'abbandono scolastico".
Per dare la possibilità alle scuole di attuare delle eccezioni al tetto
del 25 per cento, il Miur ha anche inviato una circolare ai dirigenti
scolastici: secondo la Rete, però, "è arrivata ad anno scolastico in
corso, a marzo per la precisione, lasciando le scuole e gli studenti
nella confusione più totale per più di metà dell'anno scolastico".
Inoltre "la Gelmini - continua l'associazione - si è preoccupata di
inserire fra le deroghe per esempio la 'partecipazione alle attività
sportive' e non la partecipazione a manifestazioni (contro le riforme
Gelmini ndr) che hanno alla base il diritto costituzionale di poter
esprimere il proprio pensiero".Non meno vibranti sono le proteste della
Rete della Conoscenza, cui fanno capo Unione degli studenti e
Link-Coordinamento universitario, preoccupata per l'interrogazione
scritta in Senato ai ministri dell'economia e dell'istruzione di alcuni
senatori dell'opposizione (Ichino, Ceccanti, D'Alia, Germontani, Leddi,
Ignazio Marino, Morando, Poli Bortone, Nicola Rossi, Rusconi, Rutelli,
Tonini, Treu, Valditara), per richiedere che anche in Italia sia
applicato il modello di tassazione studentesca adottato in Inghilterra.
"Questo modello - sostiene l'associazione - prevede tasse molto alte,
fino a 9.000 sterline, che non tutti possono permettersi. Molti
studenti finiscono poi ad indebitarsi per potersi pagare gli studi e ad
avere negli anni successivi dei debiti che pesano sul loro futuro e
sulle loro prospettive di vita".
Per gli studenti si tratta di una proposta che andrebbe a peggiorare
una situazione già difficile, perchè "in Italia - sostiene la Rete
della conoscenza - già da anni non vengono rispettati i limiti imposti
dalla legge alla contribuzione studentesca, inoltre le tasse
universitarie negli ultimi anni sono aumentate in maniera considerevole
in molti atenei italiani".
La proposta studentesca è quindi quella di "ripensare il sistema di
tassazione studentesca in base a criteri di equità e progressività e
che non si possano tagliare i finanziamenti all'università e al diritto
allo studio, come ha fatto questo governo negli ultimi cinque anni,
diminuendo i servizi, per poi aumentare le tasse agli studenti".
In caso contrario, se la tendenza dovesse essere quella degli ultimi
anni, con l'aumento sensibile delle rette e dei costi complessivi per
frequantare i corsi accademici, gli studenti si dicono "pronti a
tornare in piazza: come abbiamo fatto - concludono Unione studenti e
Link - per tutto l'autunno, per impedire che proposte come questa che
limitano la possibilità di accesso all'università siano messe in
pratica". (TMNews)
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