Il 13 marzo 2011 ha
definitivamente lasciato l’INVALSI il presidente Piero Cipollone, che
già dal Novembre scorso aveva assunto un importante incarico a
Washington alla Banca Mondiale.
La nomina di Cipollone a Presidente dell’INVALSI avvenne all’inizio del
2008. Fu uno degli ultimi atti del Consiglio dei ministri guidato da
Romano Prodi, prima del suo scioglimento. Cipollone era in quella fase
già interno all’INVALSI come uno dei tre commissari a cui era stato
affidato l’Istituto dopo la “liquidazione” della gestione
Elias.
Piero Cipollone
Si trattò, una volta tanto, di una nomina coraggiosa, perché Piero
Cipollone è un economista che allora veniva dalla Banca d’Italia, una
persona dunque che non apparteneva a nessuna “casta” pedagogica.
Cipollone era, cioè, al di fuori di quella ristretta cerchia italiana
che si occupa di valutazione e che non era mai stata capace di
costruire nel nostro Paese una comunità scientifica specializzata nel
campo della valutazione, come invece ce ne sono, e di grande spessore,
all’estero.
Cipollone non ha avuto vita facile all’Istituto. Mal “sopportato” dal
nuovo ministro, non ha goduto né di sufficiente autonomia né di quelle
risorse, in termini di personale e di finanziamenti, di cui l’Istituto
aveva drammatico bisogno. Ciò nonostante, sotto la sua gestione
l’INVALSI aveva cominciato a funzionare, e sotto la sua guida le leve
più giovani, entrate con l’ultimo concorso, hanno lavorato moltissimo,
spendendosi con professionalità e abnegazione (è il caso di dirlo),
come il giovane responsabile del Servizio Nazionale di Valutazione,
Roberto Ricci.
L’INVALSI è oggi nel caos, senza guida, senza soldi, con tantissimo
personale precario e privo di prospettive. E’ davvero triste constatare
come in Italia, le innovazioni nel settore dell’istruzione non riescano
mai a decollare. Quando tentano di spiccare il volo, le ali vengono
subito tarpate.
Che ne sarà dell’INVALSI?
Giuseppe Cosentino
Si racconta che a Cipollone subentrerà Giuseppe Cosentino.
Con tutta la stima per l’ex direttore generale del MIUR, non si può
certo dire che sia una scelta innovativa.
Giuseppe Cosentino è uno dei tanti direttori andati in pensione
nell’autunno scorso e che sono stati in vario modo riassorbiti nel
ministero.
Questa nomina, se avverrà, appare come una completa riappropriazione
dell’INVALSI da parte del Ministero, la fine di ogni speranza di
autonomia per questo istituto, e di un suo sviluppo fondato su una
Presidenza giovane, avulsa da vecchie caste, capace di collegare
l’INVALSI agli istituti di ricerca europei, e di infondere nuova
linfa alla valutazione e alla ricerca educativa.
(da Adi)
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