Valanga di ricorsi
dei precari della scuola contro il ministero dell'Istruzione.
Secondo viale Trastevere sono 65 mila i supplenti che hanno i
requisiti per rivolgersi ai giudici del lavoro e avanzare una richiesta
di risarcimento danni per la mancata immissione in ruolo. E mentre la
Gelmini incontrerà una delegazione dei 60 deputati, di tutti gli
schieramenti, politici, che la scorsa settimana hanno chiesto con
una lettera di investire il Parlamento della delicata questione
dell'aggiornamento delle graduatorie dei supplenti, Di Pietro denuncia
l'imminente presentazione alla Camera di un emendamento che blocca le
richieste di risarcimento danni avanzate dai supplenti di tutta Italia.
In Campania e Sicilia, le due regioni italiane col maggior numero di
precari della scuola, secondo i primi conteggi dei sindacati sono stati
presentati almeno 10 mila ricorsi. E c'è ancora tempo fino al 31
dicembre per rivolgersi al
giudice.
Intanto, alcuni parlamentari hanno incontrato il ministro. "Siamo
fiduciosi", dicono i deputati Tonino Russo (Pd) e Pippo Fallica (Fds)
che, in riferimento alla vicenda dell'aggiornamento delle graduatorie,
oggi si sono visti col ministro dell'Istruzione, Mariastella
Gelmini. I due la scorsa settimana avevano consegnato al ministro una
missiva che la sollecitava a prendere in considerazione l'ipotesi, in
vista dell'imminente revisione delle graduatorie, di consentire il
trasferimento di provincia. "È stato un incontro breve e cordiale
- spiega Tonino Russo - si è convenuto,
considerati i febbrili lavori di queste settimane, di tenere l'incontro
con una delegazione, entro la seconda decade di aprile". "Fino ad
allora - sottolinea Fallica - non saranno
assunte iniziative unilaterali che non tengano conto anche del
dibattito parlamentare in materia".
E sono anche i sindacati a fare pressing su ministro di Leno. La Flc
Cgil, propone al ministro Gelmini un piano in tre mosse per risolvere
la questione del precariato: organici, immissioni in ruolo e gestione
delle graduatorie. Riguardo al primo punto, la Flc Cgil chiede di
superare gli attuali criteri di attribuzione degli organici alle
scuole, in modo da garantire una maggiore stabilità del personale e
assicurare la continuità didattica agli alunni. Il tutto passa per
l'immissione in ruolo di 100 mila - tra docenti e Ata
(amministrativi, tecnici e ausiliari) - unità di personale
in 5 anni e per la creazione di una sub-graduatoria nazionale dei
precari che, affiancando le liste provinciali, consenta a coloro che
hanno il punteggio maggiore di occupare le cattedre che rimanessero
vuote dopo la nomina dalle liste provinciali. Una soluzione che
offrirebbe ai precari meridionali la possibilità di lavorare al Nord.
E, in pochi giorni, i precari della scuola hanno invaso le sedi delle
organizzazioni sindacali per rivolgersi ai giudici. Dopo la sentenza di
Genova, che ha riconosciuto a 15 precari liguri un megarisarcimento di
30 mila euro a testa, e altre sentenze di primo grado che, dopo tre
anni di incarico annuale, hanno riconosciuto il diritto all'immissione
in ruolo e il riconoscimento degli scatti biennali sulla retribuzione
sono migliaia i precari che intendono procedere alla stessa maniera.
Ma Antonio Di Pietro (Idv) avverte: "Il ministro Gelmini sta preparando
l'ennesimo stratagemma ai danni dei precari della scuola con un
emendamento alla legge Comunitaria 2010, che esclude i precari della
scuola dall'applicazione della normativa europea contro gli abusi di
contratti a tempo determinato da parte dei datori di lavoro". "La
Gelmini - prosegue Di Pietro - non intende
deporre le armi contro i dipendenti della scuola pubblica e sta
cercando di eludere le sentenze della magistratura, modificando la
legge e calpestando le normative condivise dalla Comunità europea".
Ma, com'è già avvenuto un anno fa in occasione del Collegato al lavoro,
rinviato alle Camere, la vicenda è seguita da vicino dal Quirinale, che
a febbraio ha preteso lo stralcio di una norma sulle graduatorie dei
precari inserita nel Milleproroghe dalla Lega. "Assumere a tempo
indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili: è questa la via
maestra da seguire per dare risposte alle attese dei precari ma anche
per garantire che il reclutamento segua regole chiare e certe", spiega
Francesco Scrima, della Cisl scuola, che chiede 30 mila assunzioni da
settembre. "Non è pensabile - prosegue - che
siano i ricorsi e le sentenze a decidere chi e quando ha diritto di
entrare in ruolo. L'obiettivo che ci diamo non è demagogico, perché i
posti vanno comunque coperti per far funzionare il servizio, e il costo
di un precario equivale, almeno nell'immediato, a quello di un assunto
a tempo indeterminato". "Non stiamo chiedendo - conclude la
Csil - 'nuovè assunzioni, ma 'diversè assunzioni, che
rendendo più stabile il lavoro possono anche favorirne la qualità e
l'efficacia del servizio". "La questione precariato va affronta in sede
politica con urgenza", rilancia la Uil scuola.
La Gilda degli insegnanti, per bocca del suo coordinatore Rino Di
Meglio, "ribadisce che tutta la partita precariato-reclutamento-
formazione deve essere affrontata con adeguati provvedimenti
legislativi o atti aventi forza di legge". "E' necessario uscire
- spiega Di Meglio - da questa fase confusa e
convulsa in cui si inseriscono strumentalmente soggetti che usano i
problemi del precariato per fabbricare ricorsi e speculare sui loro
bisogni e sulle loro aspettative. Mentre lo Snals chiede al ministro
Gelmini "un provvedimento salva-precari". "Un provvedimento
necessario - dice Marco Paolo Nigi - per
garantire la tutela del personale e per dare continuità ai progetti in
corso".
(di S.Intravaia da Repubblica)
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