Il 26 e il 27 marzo c.a.
si sono riuniti a Roma i delegati della Gilda degli Insegnanti,
convocati per l´ Assemblea nazionale. Diversi i temi all´ ordine del
giorno: approvazione del Bilancio e confronto sul tema del merito.
Concluso rapidamente il primo punto, con ampissima approvazione della
gestione patrimoniale consuntiva e preventiva, i lavori si sono
concentrati sul tema del meritocrazia, introdotta nella P.A. dal Dlg
150/09 (c.d Brunetta) e applicata anche nella scuola, per ora in
maniera sperimentale, da due progetti del Ministro
Gelmini.
Il tema è stato introdotto, prima dal Coordinatore nazionale,
Rino Di Meglio, che ha ribadito i punti pericolosi di un modello
meritocratico che riconduca i docenti a figure esecutive, a scapito del
riconoscimento della funzione istituzionale del docente, riconosciuta
dalla Costituzione. Per questo, Di Meglio ha rilanciato le proposte -
storiche e peculiari della Gilda - di un´area di Contrattazione
specifica dei Docenti e del Consiglio superiore della Docenza,
strumenti ancora validi ed essenziali per il rilancio dell´ istruzione
pubblica, da tradurre in due proposte di Legge, per le quali
raccogliere firme nelle scuole.
In un secondo momento, i componenti del centro Studi della Gilda, in
una ideale continuazione del Convegno nazionale, tenutosi a Napoli il
12 Marzo 2011, hanno proposto un percorso di analisi, contenuto nel
fascicolo specifico dal titolo "Merito sì, merito no. Buone ragioni per
discutere nel merito", prodotto del lavoro del medesimo Centro Studi e
un documento di sintesi sul tema del merito.
La discussione è stata arricchita dal contributo vivace di molti
delegati che hanno espresso posizioni dinamiche, articolate e
differenziate e da due interessanti documenti, presentati alla
discussione dai direttivi di Benevento e di Palermo.
Benevento ha posto l´accento sulla pericolosità della valutazione, se
non vengono "fissati dei paletti concettuali", pericoli anche per la
democrazia, in un regime di apparente autonomia scolastica, in quanto
la fisionomia gerarchica - e quindi di controllo - all´interno del
sistema (si pensi che i direttori regionali sono di nomina governativa)
potrebbe condurre facilmente al controllo del Collegio dei docenti ed
interessare la libertà d´insegnamento, riconosciuta dall´ art. 33 della
Costituzione.
Palermo ha preliminarmente evidenziato le critiche ai progetti
sperimentali di valutazione del merito del Ministro Gelmini, respinti
nei contenuti, nei pericoli nascosti, nella logica globale e persino
nella terminologia usata. La valutazione - sostengono i colleghi di
Palermo - potrebbe essere solo "formativa, cioè un intervento di
supporto alle istituzioni scolastiche che consenta di rimuovere gli
ostacoli che impediscono talvolta agli studenti di raggiungere i
necessari traguardi culturali". Ma, "prima di entrare nel merito degli
eventuali sistemi di valutazione, bisogna richiedere con forza che
vengano preliminarmente istituite concrete garanzie per la tutela degli
insegnanti e della libertà d´insegnamento".
Il documento votato dalla A.N. alla conclusione della discussione è
sintesi delle riflessioni espresse, e di tutti i documenti presentati.
A seguire anche discussione sul tema delle prove Invalsi e delibera di
una posizione ufficiale sul tema, espressa in un documento. (da
Gilda)
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