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Dirigenti Scolastici: Il concorso della discordia: perchè non si è tenuto conto della commissione parlamentare dell'aprile 2007?

Opinioni
Lettere in redazione
Che ci sia stata un’invasione della politica nell’ambito di pronunce della magistratura è di assoluta evidenza. Avvenuta, ancora una volta, con l’approvazione di una legge (202/2010, Siragusa-Lo Monte-Vizzini: Pd-Mpa-Pdl), terzo tentativo dopo i due che precedentemente erano stati caratterizzati da “insuccesso”: il primo per intervento del Presidente della Repubblica nei confronti del Parlamento, come indicato nel comunicato stampa del 24 novembre 2009 del Quirinale all’atto di promulgare il decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134 (recante disposizioni urgenti per garantire la continuità di servizio scolastico ed educativo per l’anno scolastico 2009-2010), col quale veniva espresso che la legge di conversione del decreto era stata promulgata dal Presidente della Repubblica “avendo preso atto dell’impegno del Governo – assunto in Parlamento e nel Consiglio dei Ministri del 19 novembre scorso e formalmente comunicatogli con lettera del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca – di abrogare il comma 4 quinquiesdecies dell’articolo 1, al fine di ottemperare alle decisioni della magistratura amministrativa di annullamento di procedure concorsuali per dirigenti scolastici”.
Il secondo tentativo durante la discussione della legge di conversione del decreto-legge “Milleproroghe” nel gennaio 2010 (d.d.l. 1955), quando  “alcuni parlamentari tentarono di far approvare un emendamento che consentisse l’espletamento di un concorso riservato per consentire di sanare le illegittimità sanzionate a suo tempo dal Consiglio di Giustizia amministrativa e di ‘salvare’ il concorso annullato”. Tentativo fallito per l’intervento del senatore Carlo Vizzini, presidente della Commissione affari costituzionali, il quale dichiarò l’emendamento inammissibile. “Sanatoria” per “concorso riservato”, così come qualsiasi altra legge che voglia sovrapporsi alle sentenze della Giustizia amministrativa, di fatto cancellandole (e ciò è impossibile), incostituzionale “perché crea una violazione degli articoli 3, 24 e 97 della Costituzione”, come peraltro “confermato dal parere dell’ufficio studi della Camera” e “dalla sentenza emessa in data 4 novembre 2010 (n. 1383/2010) dal CGA”.
C’è un particolare che sembrerebbe confermare il sospetto dell’esistenza di una “regia occulta” comunque interessata, servendosi della politica o alla politica appartenendo, ad “annullare”, con una legge “ad personam”, le sentenze della Giustizia amministrativa. Un particolare che all’ottimo Polibio è sfuggito. Un particolare che spiegherebbe i ritardi e le omissioni del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia, con o senza indicazioni operative da parte dell’amministrazione centrale (Ministero della pubblica istruzione, nell’agosto del 2007, ministro Giuseppe Fioroni, Pd; Ministero della pubblica istruzione, dell’università e della ricerca, nel 2009-2010, ministro Mariastella Gelmini), scaturisce dalla data (10 novembre 2009), e dall’attenzione ai tempi di riferimento, delle “pronunce del CGA con le quali” – come ha evidenziato Polibio, che da parte sua considera fortemente danneggiati oltre 1.600 insegnanti – “veniva disposta la rinnovazione delle procedure del concorso, dando mandato al direttore generale dell’USR di provvedere entro il termine di 60 giorni”. Erano, essendo trascorsi inattivamente sei mesi, cadute nel “dimenticatoio” dell’amministrazione scolastica le sentenze con le quali il 25 maggio 2009 il CGA aveva annullato “per vizi sostanziali insanabili” il concorso a dirigenti scolastici bandito nel mese di novembre del 2004 e aveva ordinato all’amministrazione scolastica di ripetere il concorso con le stesse modalità previste dal bando di concorso del 22 novembre 2004.
Le pronunce del CGA intervenute in data 10 novembre 2009, scaturite da ricorsi presentati da alcuni dei concorrenti dato il mancato adempimento delle sentenze del 25 maggio 2009 da parte dell’amministrazione scolastica, e quindi pronunce che ordinavano all’amministrazione di provvedere entro 60 giorni, rimettevano velocemente all’erta ed operativo quel “regista occulto”, che forse aveva sperato in tempi più espansi e dilazionati anche per allungare per tanti altri anni ancora la permanenza nella funzione di dirigente scolastico di quegli insegnanti che l’avevano avuto attribuita il primo settembre dell’anno 2007 per aver “vinto” il concorso, poi annullato dal CGA il 25 maggio 2009.
Ebbene, il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale di Palermo rinviò di dare esecuzione alle pronunce del CGA fino al sessantesimo giorno, restando del tutto inoperoso ed inadempiente fino all’8 gennaio 2010. Perché? Ma è chiarissimo! Si poteva concretizzare in quei sessanta giorni l’intento di sovvertire con emendamenti inseriti “frettolosamente” in decreti-legge le sentenze le pronunce della Giustizia amministrativa per la Sicilia. Per primo, il tentativo di invasione politica “interessata” a rendere del tutto inefficaci le sentenze del CGA: cancellare con un emendamento, nella speranzosa attesa che passasse del tutto inosservato, le sentenze del 25 maggio 2009 e le pronunce di esecuzione del 10 novembre 2009 emesse dalla Giustizia amministrativa. Possibilità andata a monte per rottamazione il 19 novembre 2009, appena nove giorni dopo le pronunce di ripetere il concorso con l’obbligo notificato al direttore generale dell’USR di provvedere entro il termine di 60 giorni.
Fallito il tentativo perché, come risulta dal comunicato stampa del 24 novembre 2009 emanato dal Quirinale, da parte del Presidente della Repubblica era necessario “ottemperare alle decisioni della magistratura amministrativa di annullamento della procedura concorsuale per dirigenti scolastici”, ecco velocemente apparire la possibilità di un nuovo tentativo (il direttore generale dell’USR “può” attendere, tanto ha ancora a disposizione molti altri giorni in attesa dell’8 gennaio 2010!). Purtroppo per chi ci “sperava”, anche questo tentativo va a vuoto, nel gennaio 2010, quando il senatore Carlo Vizzini, presidente della Commissione affari costituzionali, dichiarò inammissibile l’emendamento alla “Milleproroghe” per “sanare” le irregolarità e “salvare” il concorso annullato dal CGA.
A seguire, le proposte di legge alla Camera e al Senato. Alla Camera, un nascente connubio di partecipazione politica nel governo della Sicilia (Pd-MPA): due proposte di legge (marzo 2010) che si congiungono, quella dell’onorevole Lo Monte assorbita da quella dell’onorevole Alessandra Siragusa. Proposta di legge anche al Senato. Politici interessati nella Sicilia occidentale e politici interessati alla Sicilia orientale-etnea. Le vicende dell’approvazione della legge (202/2010) prima del 13 dicembre 2010, per bloccare il rinnovamento del concorso con la prima delle due prove, come disposto dal commissario ad acta Millemaggi, delegata dal CGA a provvedere entro il 15 dicembre 2010, le conosciamo tutti, compresi il decreto ministeriale e l’attesa dei ricorsi annunciati alla Giustizia amministrativa, anche per quando concerne la questione della legittimità costituzionale della legge 202/2010.
Ormai è a tutti abbastanza noto, addirittura arcinoto, che nel nostro Paese ci sia una certa parte politica e di politici che, in violazione di princìpi costituzionali, abitualmente “critica” aspramente le sentenze della magistratura quando non sono “gradite” perché non corrispondono a quanto si vorrebbe, e quindi, contrapponendosi, “costruisce” addirittura leggi su misura per annullare o per lasciare senza l’obbligata esecuzione quelle sentenze.
In Sicilia, e andiamo a finire nel concorso annullato dal CGA che la politica e i politici hanno fatto di tutto e di più per “sanarlo” a forza di interventi legislativi (due falliti e il terzo, con incredibile quanto immotivata insistenza, rappresentato dalla legge 202/2010, nei confronti della quale sono stati già annunciati ricorsi alla magistratura amministrativa anche per quanto concerne la legittimità costituzionale), c’è una sinistra (Pd) che naviga verso un naufragio totale, mentre una parte di essa (del Pd) disapprova con forza, e con referendum in molti comuni, la convivenza dell’altra parte, maggioritaria, con il governo Lombardo (MPA). Ed è in Sicilia che, per “annullare” le sentenze del CGA, è, stranamente, una deputata del Pd a farsi promotrice e prima firmataria di una legge di un progetto di legge per “sanare” il concorso a dirigenti scolastici che ha navigato a lungo nelle acque dell’irregolarità, tali da portare il CGA alle sentenze di nullità assoluta, alle pronunce di ripeterlo, alla nomina di un commissario ad acta con delega di  procedere alla ripetizione del concorso dopo i ritardi e le inadempienze dell’amministrazione scolastica rappresentata dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale. Da più parti ci si è chiesto come poteva essere accaduto che l’onorevole Siragusa, del Pd, partito che condanna l’intervento della politica interessata ad annullare con provvedimenti legislativi le sentenze della magistratura, si era fatta promotrice e prima firmataria di una legge di “sanatoria” che nella sostanza, oltre ad annullare le sentenze della magistratura amministrativa ai massimi livelli (Consiglio di Stato, per la Sicilia), si caratterizza come invadenza della politica contro le sentenze del CGA mentre vanno emergendo particolari che vedrebbero trasformato quell’originario concorso (bandito nel mese di novembre del 2004 e tuttora in alto mare aperto e tempestoso) in concorso della vergogna per la scuola siciliana.   
Qui, adesso, e conseguentemente, è importante visitare l’Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01744 dei senatori Tommaso Sodano e Giovanna Capelli, pubblicato e portato all’attenzione del ministro Fioroni il 12 aprile 2007. Un Atto che un deputato del Pd, proponente una legge di “sanatoria”, non poteva affatto non conoscere o ignorare, e non soltanto perché i due senatori che avevano svolto il Sindacato ispettivo facevano parte della maggioranza del Governo Prodi.
Le parole sono come le frecce. Una volta lanciate, non tornano più indietro. E le parole sono contenute, abbastanza pesanti, nell’Atto di Sindacato Ispettivo dei senatori Sodano e Capelli, entrambi del Gruppo di Rifondazione comunista-Sinistra europea (12 aprile 2007). E c’è anche tant’altro. A parte l’eccessivamente ridotto tempo medio per la correzione degli elaborati (“con punte di 1’59” in media di sei pagine l’uno”), l’omessa costruzione “di una griglia di valutazione coerente con i criteri stabiliti dallo stesso bando”) e la circostanza che “il Presidente non ha esplicitato in quale sottocommissione ha svolto il suo ruolo di terzo giudice” (ed in fase processuale è stato accertato, da esame dei verbali, che circa trecento elaborati sono stati corretti da una commissione di tre componenti e molte altre centinaia sono stati corretti da commissioni di due componenti), due altri aspetti presenti nell’Atto di Sindacato Ispettivo appaiono molto pesanti.
Si tratta del fatto che, così nell’Atto dei senatori Sodano e Capelli, “è risultato che alcuni saggi di candidati che avevano superato la prova (con votazioni medio-alte) contenevano ripetuti gravissimi errori di sintassi e grammaticali” e che “la Commissione esaminatrice nel verbale n. 10 del 15 febbraio 2006 recita testualmente “la Commissione, pur tenendo presente la rilevanza complessiva dei criteri normativi, ritiene che il criterio relativo alla forma espressiva costituisca elemento da valutare con priorità sotto il profilo della correttezza sintattica e grammaticale”. In uno degli interventi pubblicati su sito Aetnanet è stato  evidenziato che i candidati dovevano scrivere il numero di riferimento sulle buste degli elaborati.
Non è dato sapere se tutto ciò risponda al vero. Ma una cosa è possibile dire: se risponde al vero, anche soltanto in parte, allora bisogna che vengano assunte ben altre iniziative e ben altri provvedimenti rispetto a quelli già assunti, in ogni caso restando del tutto validi e corretti, dalla magistratura amministrativa che ha annullato il concorso a dirigenti scolastici per l’esistenza di “vizi insanabili”. In ogni caso, poiché la legge 202/2010 ha stabilito che coloro che erano stati considerati vincitori del concorso annullato debbono svolgere una prova scritta dal titolo da lungo tempo a loro noto (“prova scritta sull’esperienza maturata nel corso del servizio”) e che coloro che erano risultati idonei debbono svolgere un compito su argomento a piacere (“prova scritta su un progetto elaborato su un argomento da loro scelto tra quelli che sono stati svolti nel medesimo corso di formazione”), si dia conferma o smentita, e soprattutto si rendono assolutamente pubblici quegli elaborati. Ne va della credibilità della scuola siciliana. Infatti, qualora rispondesse al vero quanto contenuto nell’Atto di Sindacato Ispettivo dei senatori Sodano e Capelli, sarebbe ingiustificabile il fatto che possano svolgere la funzione di dirigente scolastico candidati che hanno superato le prove scritte contenenti “ripetuti gravissimi errori di sintassi e grammaticali” e che pertanto potrebbero addirittura destare più di qualche preoccupazione per quanto concerne la funzione docente. In ogni caso, la questione assumerebbe ben più grave livello. E resterebbe sconvolgente il fatto che, a causa dei tanti errori di grammatica e di sintassi contenuti in determinati elaborati, oltre alla “qualità” del linguaggio usato se impropria e inadeguata, la lingua italiana sarebbe stata offesa e umiliata, in modo abbastanza grave.
Tante sono state le manifestazioni pubbliche dei docenti ai quali, quali vincitori del concorso poi annullato dal CGA, è stata attribuita il giorno 1 settembre dell’anno 2007 la funzione di dirigente scolastico, tuttora in servizio fino alla conclusione della ripetizione del concorso: manifestazioni a Roma, a Palermo e in altre sedi, addirittura, come da loro dichiarato, con staffette davanti alla Camera e/o al Senato, a Palazzo dei Normanni. Naturalmente, a seguito di domanda all’USR per giustificare le assenze, parecchio costose dal punto di vista economico, per viaggi e permanenze.
Infine, un altro aspetto sembrerebbe caduto nel dimenticatoio. Ed invece va recuperato. Il titolo di studio obbligatoriamente necessario per partecipare al concorso (ma anche gli anni di servizio con contratto a tempo indeterminato, e quant’altro che con il servizio e con il titolo di studio abbia riferimento con il bando di concorso) era (ed è rimasto) la laurea, laurea conseguita a conclusione di un corso di studi almeno quadriennale. Risulterebbe che non poche decine di candidati non ne fossero in possesso. E che hanno avanzato ricorso al Tar per ottenere un’ordinanza di sospensiva, ottenendola nella considerazione che l’immediata esclusione dal concorso avrebbe comportato, in attesa della sentenza, una possibile violazione del diritto di partecipare al concorso e quindi di potere agire, in caso di vittoria da sentenza definitiva, per il risarcimento del danno che l’esclusione avrebbe causato. Pertanto, non avrebbero avuto titolo a partecipare al concorso i docenti di educazione fisica in possesso del diploma triennale dell’Istituto superiore di educazione fisica, i docenti di musica, i docenti di disegno, i docenti comunque distaccati in uffici (tra i quali l’Ufficio scolastico provinciale) e che pertanto non svolgevano la prevista funzione docente. Si dice che una trentina di loro risulterebbero tra i 416 vincitori del concorso annullato dal CGA e ancora oggi in servizio con la funzione di dirigente scolastico. Se hanno ottenuto il decreto di sospensione, non chiederanno mai la fissazione dell’udienza pubblica per trattazione nel merito in esito all’adozione, da parte dell’amministrazione scolastica, di provvedimenti volti alla definizione della procedura di cui è causa”.
E allora, in definitiva, non si può continuare a rimanere inerti. Rivolgendoci ai politici affinché si adoperino, prima fra tutti l’onorevole Alessandra Siragusa, è legittimo rivendicare l’affermazione del diritto alla trasparenza, l’affermazione dei diritti individuali, la correttezza dell’amministrazione pubblica, il rispetto per la magistratura, l’esecuzione delle sentenze della magistratura amministrativa, l’esclusione dei furbi e delle furbizie, l’assoluta imparzialità nei concorsi pubblici, l’esclusione di chi non ha diritto a partecipare, l’oggettiva affermazione della meritocrazia.

Umberto Tazzer

umbertazzer@hotmail.it








Postato il Venerdì, 14 gennaio 2011 ore 19:21:03 CET di Pasquale Almirante
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