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dicembre 2010 I tagli al personale della riforma Gelmini? In Friuli Venezia Giulia la Regione li risolve
con l’introduzione di un parametro che prevede la presenza di almeno 10
classi (ovvero due sezioni complete, dalla prima alla quinta)
in ogni scuola dei Comuni con più di 10 mila abitanti. Risultato? A
Udine due terzi delle scuole primarie, pari a ben 14 plessi scolastici
sui 21 esistenti, dovrebbero essere chiuse. Una chiusura che
riguarderebbe complessivamente il 53% degli alunni che frequentano le
scuole udinesi (ben 1.778 su 3.356 alunni). Il condizionale è d’obbligo
perché il Comune di Udine non ci sta e la giunta ha deliberato di
proporre alla Provincia di Udine di istituire un tavolo di lavoro
insieme anche a Regione Friuli Venezia Giulia e Ufficio scolastico
provinciale con lo scopo di favorire e facilitare la stesura di un
Piano per il dimensionamento scolastico della città di Udine, trovando
un modello di razionalizzazione della rete scolastica che integri
quello proposto dalla Regione con ulteriori parametri e che permetta di
non chiudere nessuna scuola.
Il Piano, inoltre, deve essere riferito all’intero sistema
scolastico del Comune, e non solo alle scuole primarie e deve essere
condiviso dai comuni limitrofi (il 15% circa degli studenti delle
scuole udinesi infatti provengono dai Comuni dell’hinterland, visto che
molti genitori lavorano a Udine e preferiscono iscrivere i figli negli
istituti del capoluogo friulano), le istituzioni scolastiche, i
rappresentanti dei genitori e le organizzazioni sindacali.
L’amministrazione comunale, infine, ha deciso l’organizzazione e la
convocazione urgente di una conferenza di servizio permanente con i
dirigenti scolastici per esaminare insieme la questione. “La proposta
che viene dalla Regione di chiudere 14 scuole mi sembra assolutamente
irricevibile come sindaco e come cittadino – dichiara il sindaco Furio
Honsell -. Ciascuna di queste ha oltre 100 allievi e da tempo abbiamo
dichiarato l’importanza delle scuole di quartiere per consolidare il
tessuto cittadino, ridurre il traffico e l’inquinamento derivante da
spostamenti inutili. Tutte queste sono scuole qualità e hanno una loro
tradizione. L’ammassamento degli alunni per classe è l’ennesima
conseguenza della sconsiderata azione del governo nei confronti del
sistema scolastico”. “A Udine – evidenzia Kristian Franzil, assessore
all’Istruzione - è impossibile arrivare ad una razionalizzazione
semplicemente istituendo un parametro che, per essere applicato,
presuppone che gli edifici scolastici siano tutti o in gran parte
sovradimensionati rispetto al numero effettivo di alunni che
accolgono”. Le 14 scuole che non superano al soglia del parametro
introdotto dalla Regione e che di conseguenza dovrebbero essere chiuse
sono tre del 1° circolo (“Dante Alighieri”, “Negri” e “Garzoni”),
quattro del 2° circolo (“Di Toppo Wassermann”, “Pascoli”, “Orlandi” e
“De Amicis”), quattro del 3° circolo (“Nievo”, “Mazzini”, “Zorutti” e
“Girardini”) e tre del 4°circolo (“S. Domenico”, “Fruch” e “Carducci”).
Di queste, quattro (“Negri”, “Orlandi”, “Nievo” e “Carducci”) hanno in
realtà soltanto una classe in meno su quelle previste (ovvero 9 su 10):
una differenza minima che potrebbe essere recuperata in uno o due anni.
I plessi che vengono definiti sottodimensionati dal parametro
regionale, in realtà hanno 19 alunni in media per classe, ben oltre
quindi la soglia minima di 15 alunni prevista dal dpr 81/2009: un
ulteriore dato a conferma delle insormontabili difficoltà che
insorgerebbero a causa della chiusura dei plessi.
(dal Web)
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