Riflessioni dopo il seminario di Roma sul
programma annuale. Le scuole hanno bisogno di certezze non solo
finanziarie. Il bisogno di essere rappresentate e di contare sulle
politiche scolastiche e del territorio. Alcune proposte
Il seminario sul programma annuale che si è svolto a Roma il 2 dicembre
(qui link)ha confermato che, in assenza di regole certe e trasparanti,
le scuole sono sole alle prese con la difficile gestione quotidiana.
Le sofferenze delle scuole non sono
solo di tipo finanziario. L'assenza di trasparenza è una di
queste. Le scuole soffrono anche per i tagli agli organici e per la
solitudine in cui sono state lasciate dopo che il Miur ha centralizzato
molte funzioni, finanziamenti compresi.
Come se ne esce? Con un leale
confronto tra Miur/scuole/sindacati/Mef per trovare soluzioni positive
a beneficio della scuola dell'autonomia e del lavoratore cittadino.
Noi suggeriamo alcune soluzioni
Il confronto con le scuole è un momento formativo per tutti. Anche per
l'amministrazione che, attraverso il confronto con la prima linea,
Dirigenti scolastici e Dsga, può sentire meglio il polso della
situazione e meglio comprendere i bisogni delle scuole. L'ascolto dei
lavoratori è indispensabile per trovare condivise ed efficaci soluzioni
ai problemi.
Promuovere accordi interistituzionali per sgravare i bilanci delle
scuole dalle spese non programmabili: stipendi supplenti, ore eccedenti
per la sostituzione dei colleghi assenti, indennità di funzioni
superiori, spese per le pulizie date in appalto.
Alcune di queste soluzioni sarebbero a costo zero ma d'immediato
beneficio.
È il caso, ad esempio, dei finanziamenti della legge 440/97 che
arrivano con oltre un anno di ritardo, sempre più parcellizzati e in
minima parte rispetto allo stanziamento globale. Questi dovrebbero
essere attributi integralmente alle scuole subito dopo l'approvazione
del bilancio dello Stato, modificando la legge laddove questa prevede
un iter molto complicato e, a nostro parere, ormai privo di senso (come
il parere delle commissioni parlamentari sul piano di riparto e la
registrazione della direttiva annuale da parte della Corte dei Conti).
I fondi così accorpati dovrebbero essere accreditati direttamente dagli
Uffici Scolastici regionali con il sistema del finanziamento diretto,
tanto più che essi già gestiscono parte dei fondi diretti alle scuole.
E ancora. Modificare il regolamento di contabilità, adeguando regole
ormai superate dopo dieci anni, aiuterebbe le scuole. Un adeguamento è
peraltro già previsto dalla finanziaria del 2007. "Regionalizzare" i
collegi dei revisori dei conti consentirebbe alle scuole di risparmiare
nel rimborso spese ai revisori.
La FLC ha presentato delle proposte puntuali e le ha inviate al Miur,
ma dopo un primo confronto tutto si è inspiegabilmente fermato.
Istituire forme di rappresentanza della scuola autonoma
L'esperienza di questi anni ci insegna che le diverse forme di
aggregazione lasciate all'iniziativa della singola scuola hanno finito
per rappresentare forme associative della dirigenza scolastica. Questo
ha aumentato l'autoreferenzialità senza consentire alle scuole di
partecipare e di incidere sulle politiche scolastiche e formative
nazionali e territoriali.
Per creare un sistema di relazioni e di obiettivi comuni fra le scuole
che rafforzi la loro autonomia e sia in grado di contrastare le spinte
controriformatrici, la FLC CGIL propone di costituire un sistema di
rappresentanza delle scuole autonome a livello provinciale, regionale e
nazionale. Un sistema di rappresentanza plurale delle istituzioni
autonome che faciliti la loro partecipazione alle decisioni
sull'assetto e sullo sviluppo del sistema scolastico.
È importante, ancor di più in questo momento in cui si stanno
ridisegnando le competenze e i compiti dello Stato e delle Regioni,
fissare le coordinate di un sistema di relazioni tra scuole, Enti
locali e Miur con regole e assetti organizzativi ispirati al
miglioramento del servizio scolastico, selezionando i campi di
intervento e favorendo la concertazione e la condivisione.
Dare voce alle scuole, sollecitare il loro protagonismo e recuperare il
patrimonio di esperienze qualificate, molto più diffuse di quanto si
immagina, per condividere con loro le soluzioni più idonee per uscire
dall'impasse in cui si trovano per scelte calate dall'alto a danno
dell'autonomia.
Su questi temi la FLC CGIL continuerà a esercitare una forte pressione
sui referenti politici e istituzionali. Vogliamo rilanciare l'autonomia
scolastica in funzione progettuale: le scuole autonome devono essere
protagoniste di fronte alle scelte che compiono gli altri soggetti
istituzionali a livello centrale e territoriale sulla programmazione
dell'offerta formativa e devono essere responsabili delle scelte che
operano autonomamente.
(da Flc-Cgil)
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