PARERE
APPROVATO DALLA COMMISSIONE nella seduta del 10 novembre 2010
La Commissione VII (Cultura, Scienza e Istruzione),
esaminato lo schema di decreto del Presidente della Repubblica «Norme
generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei
Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali,
adottato ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25
giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6
agosto 2008, n. 133»;
considerato che la riorganizzazione dei centri territoriali permanenti
per l'educazione degli adulti e dei corsi serali, era stata avviata con
la legge 27 dicembre 2006, n. 296, legge finanziaria per il 2007 e con
il successivo decreto del Ministro della pubblica istruzione del 25
ottobre 2007;
tenuto conto delle indicazioni emerse nel corso delle audizioni
informali di rappresentanti delle associazioni di categoria,
rappresentanti sindacali, dirigenti scolastici ed esperti, svolte dalla
Commissione Cultura, scienza e istruzione, nelle sedute del 28 aprile
2010, 4 e 11 maggio 2010 e 21 settembre 2010;
preso atto del parere espresso dalla Conferenza unificata in data 6
maggio 2010, pervenuto il 18 maggio 2010, e di quello del Consiglio di
Stato espresso il 22 luglio 2010, trasmesso dal Governo il 27 luglio
2010;
rilevata la necessità di dare attuazione al citato articolo 64, comma
4, lettera f), della legge n. 133 del 2008 attraverso una ridefinizione
dell'assetto organizzativo e didattico dei centri per l'istruzione
degli adulti, compresi i corsi serali, idonea a superare le criticità
emerse nel previgente sistema, in modo da garantire, tra l'altro,
l'acquisizione e lo sviluppo delle competenze connesse all'assolvimento
dell'obbligo di istruzione, comprese le competenze chiave di
cittadinanza, al fine di innalzare i livelli di istruzione della
popolazione adulta, anche immigrata, in coerenza con le Raccomandazioni
dell'Unione Europea in materia;
rilevato che appare condivisibile il complessivo assetto organizzativo
e didattico articolato in percorsi di primo e secondo livello,
finalizzati i primi al conseguimento del titolo di studio conclusivo
del primo ciclo e della certificazione dei saperi e delle competenze
connesse all'assolvimento dell'obbligo di istruzione, i secondi al
conseguimento del titolo di studio conclusivo del secondo ciclo;
ritenuto che risulta altresì condivisibile la previsione di strumenti
specifici per la sostenibilità dei carichi orario delle lezioni,
soprattutto ai fini del riconoscimento dei crediti comunque acquisiti
dall'adulto in contesti formali, informali e non formali, da
considerare nella definizione del patto formativo individuale per la
personalizzazione del percorso e della sua fruizione anche a distanza
nei limiti previsti;
considerato opportuno valorizzare, comunque, i positivi risultati
conseguiti dai progetti di innovazione destinati alle fasce deboli
della popolazione, ivi compresa quella immigrata, realizzati dai Centri
territoriali e dagli Istituti scolastici impegnati nell'attuazione dei
corsi serali;
precisato che, nel rispetto delle competenze esclusive delle Regioni in
materia di programmazione dell'offerta formativa, i Centri erogano i
percorsi di secondo livello soltanto attraverso accordi con le
istituzioni scolastiche sedi dei percorsi di istruzione tecnica,
professionale, artistica e, nell'ambito dell'ampliamento dell'offerta
formativa, anche liceale, come richiesto nel parere espresso dalla
Conferenza unificata sullo schema in esame. I Centri si configurano
pertanto quale punto di riferimento per tutti gli adulti che intendono
conseguire titoli di studio, ferma restando ogni altra opportunità di
ampliamento dell'offerta formativa nel quadro di accordi con le Regioni
e gli Enti locali;
ritenuto necessario ottimizzare le risorse umane e strumentali
disponibili attraverso la previsione di modelli organizzativi «a rete»
sul territorio, idonei a sviluppare rapporti stabili e organici tra i
centri provinciali per l'istruzione degli adulti, dotati di una propria
autonomia a norma dell'articolo 1, comma 632, della citata legge n. 296
del 2006, e le altre sedi nelle quali si attuano i percorsi del secondo
ciclo, in modo da assicurare all'utenza la più ampia e diversificata
offerta di istruzione e formazione nel rispetto dei principi di
efficacia, efficienza, economicità e contenimento della spesa pubblica;
tenuto conto che, allo stato degli atti, il provvedimento in esame
potrà essere perfezionato e reso efficace soltanto a partire dall'anno
scolastico 2011/ 2012;
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti condizioni:
1) ferma restando l'impostazione organizzativa e didattica, che
consente di riconoscere i crediti acquisiti dagli adulti e di
personalizzare i percorsi sulla base del patto formativo individuale e
che prevede un'articolazione organizzativa per gruppi di livello, si
ritiene necessario coordinare lo schema di regolamento in esame con la
disciplina introdotta dai decreti del Presidente della Repubblica n.
87, 88 e 89 del 2010, riguardanti rispettivamente gli istituti
professionali, gli istituti tecnici e i licei, in modo da renderlo
coerente, nell'impianto e nei termini utilizzati, con il nuovo assetto
della scuola secondaria superiore quale risulta dagli indicati
regolamenti;
2) al fine di innalzare i livelli di istruzione della popolazione
adulta, anche immigrata, per rispondere ai nuovi fabbisogni di
istruzione indotti dalle rapide trasformazioni in atto della struttura
demografica della popolazione, appare necessario modificare il
provvedimento in esame in modo da assicurare centralità, nell'offerta
formativa dei centri, all'acquisizione delle competenze di base
connesse all'adempimento dell'obbligo di istruzione e all'esercizio
della cittadinanza attiva, anche per sostenere meglio gli adulti nei
percorsi di secondo livello per il conseguimento di un titolo di studio
di istruzione secondaria superiore.
Flc: Continua la
destrutturazione del sistema pubblico dell'istruzione. Si mortificano
le migliori esperienze realizzate e si svuota la prospettiva per
l'apprendimento permanente nel nostro paese!
Dopo quella del Senato, anche la VII Commissione della Camera ha
espresso il suo parere sullo schema di regolamento recante norme
generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei
centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali.
L'opposizione ha presentato un parere alternativo e contrario.
Quello approvato è un parere favorevole che pone sei condizioni
ed una osservazione.
E' un brutto parere!!
I Centri per gli adulti che vi si prefigurano sono ben poca cosa
rispetto a ciò che si attendeva e rispetto a quello che è stato
realizzato in questi anni nelle migliori esperienze dei CTP e dei corsi
serali. E sono ben altra cosa da ciò che servirebbe per andare nella
direzione indicata dall'Unione Europea pur nella riformulazione del
Trattato di Lisbona (Europa 2020)
avere almeno il 15% degli adulti in percorsi di apprendimento;
la proporzione degli studenti al livello basso negli apprendimenti
linguistici, matematici e scientifici deve scendere al di sotto del 15%
avere almeno il 40% di persone tra i 30-34 anni con un titolo di studio
d’istruzione terziaria
portare al di sotto del 10% la percentuale di giovani che escono
precocemente dal sistema d’istruzione e formazione
fare in modo che almeno il 95% dei bambini tra i 4 anni e l’età
d’inizio della scuola primaria frequenti percorsi educativi (ossia
riceva un’educazione prescolastica).
Invece, nel parere si sostiene che è necessario
rendere coerente il regolamento sui Centri per gli Adulti
con il nuovo assetto della scuola secondaria superiore. Con buona pace
di quanto elaborato e già in parte realizzato sulla didattica breve e
in generale sulla specificità dei processi di
apprendimento/insegnamento per gli adulti.
Dal testo sembra di capire che l'acquisizione delle competenze di
base connesse all'esercizio della cittadinanza attiva sia prevista solo
in relazione all'espletamento dell'obbligo con conseguente acquisizione
del titolo di studio. Siamo di fronte ad una visione veramente
riduttiva dell'istruzione per gli adulti!
Gravissimo che nel parere non vi sia alcun riferimento ESPLICITO alla
questione dei corsi di lingua italiana per immigrati né alla conoscenza
della Costituzione. Tanto più a fronte dell'introduzione dei test di
lingua per ottenere il permesso di soggiorno. In questo modo si
sancisce che lo Stato rinuncia a svolgere un ruolo attivo nell'
inclusione dei cittadini immigrati.
Altra carenza gravissima: non si ravvisa alcun riferimento agli
adolescenti usciti dal percorso scolastico eppure c'è chi pensa
ad un loro possibile rientro nei Centri per l’Istruzione degli
Adulti, per acquisire un titolo di studio, ma senza
prevedere alcun percorso specifico tarato sulla loro esperienza, sulle
loro difficoltà e sulle loro specificità.
Come se, dopo che dalla scuola sono usciti perché adolescenti
"inadatti", potessero rientrarvi come adulti promossi sul campo!!
Vediamo molte nubi addensarsi sulla condizione n. 5) "si
considera necessario altresì prevedere misure nazionali di
accompagnamento per l'introduzione del nuovo assetto organizzativo e
didattico dei Centri, che comprendano prioritariamente l'aggiornamento
del personale scolastico" a fronte dei tagli in corso e a quelli che si
annunciano.
Mentre la condizione n. 6 che raccomanda il rinvio del termine del 31
agosto 2011 fissato per la cessazione del previgente ordinamento al 31
agosto 2013 apre una fase transitoria estremamente critica, delicata e
lunga nel corso della quale il settore rischia di essere taglieggiato e
sacrificato alle esigenze di organico per altri ordini di scuola
L' osservazione con la quale il parere si conclude: "Il Ministero
dell'istruzione, dell'università e della ricerca valuti l'opportunità
di adottare tutte le iniziative necessarie, anche nell'ambito dei
contratti collettivi di lavoro del personale della scuola, per
assicurare ai Centri territoriali personale in possesso di specifici
titoli culturali e di esperienze maturate nel settore dell'istruzione
degli adulti" che a prima vista può sembrare condivisibile e di
buon senso, "dimentica" che trattasi di materia che può essere definita
solo contrattualmente e che nel frattempo i contratti sono stati
congelati!!.
Questo parere rafforza le nostre critiche. Ancora una volta la
maggioranza politica rappresentata nella VII commissione ha mancato
l'ennesima occasione per anteporre gli interessi del Paese alle mere
logiche di allineamento al MIUR.
Non per nulla l'opposizione ha proposto un parere alternativo e
contrario che riprende in molte parti le posizioni rappresentate più
volte e unitariamente dalle Organizzazioni sindacali.
A fronte del parere favorevole licenziato dalla Commissione, noi
ancora una volta, ribadiamo
questo provvedimento interviene in modo massiccio su un settore già
fortemente condizionato dalla politica dei tagli previsti da questo
governo. Infatti per garantire le riduzioni di spesa richieste dal MEF
e definite nella legge 133/08, si limita e si irrigidisce l'offerta
formativa impoverendo un settore già debole
non si assicura una maggiore qualità del servizio per innalzare i
livelli d'apprendimento della popolazione adulta
non si favorisce l'inclusione sociale soprattutto per gli adulti
immigrati che non avranno più la possibilità di frequentare i corsi per
l'acquisizione delle capacità linguistiche fondamentali per vedere
riconosciuti i diritti di cittadinanza
non si potenzia l'attività di recupero dei giovani che non hanno
assolto all'obbligo di istruzione
non c'è nessun riferimento in merito alle risorse necessarie per
finanziare un piano straordinario di formazione di tutto il personale
interessato. (da Flc-Cgil)
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