Una bocciatura e
un rinvio. È il bilancio dell'attività di valutazione effettuata dal
Consiglio nazionale della pubblica istruzione, rispettivamente, sui
decreti che tagliano le ore negli istituti tecnici e professionali e
sull'analogo provvedimento che rielabora le classi di concorso delle
secondarie. Il procedimento dei emanazione dei regolamenti
ministeriali prevede, infatti, che prima dell'emanazione il ministero
debba acquisire il parere del parlamentino dell'istruzione. E sebbene
non vincolante, tale parere va tenuto nel debito conto. Perché in sede
di contenzioso può costituire un'arma molto efficace per demolire i
provvedimenti, quando essi contengono vizi di legittimità già
evidenziati in sede consultiva e non successivamente sanati.
Taglio delle ore
La bocciatura senza appello riguarda i decreti emanati dal ministero
del ridurre le ore di lezione nelle classi intermedie dei tecnici e dei
professionali, che partono già da quest'anno. Secondo il consiglio
nazionale della pubblica istruzione si tratta di interventi attenti al
solo contenimento della spesa e non indirizzati a tenere fermo il
raccordo dei modelli organizzativi della didattica con i risultati di
apprendimento.
I decreti interministeriali andrebbero anche oltre la ratio dei tagli
«e si pongono come elemento di disturbo del processo di riforma degli
istituti tecnici e professionali, perché non ne consentono una
sistematica attuazione».
Il parlamentino dell'istruzione ha criticato anche le modalità
individuate per operare i tagli nei percorsi maxi-sperimentali «che
crea inevitabilmente ulteriori elementi di divaricazione tra i diversi
percorsi e le discipline individuate dalle scuole interessate». Il Cnpi
ha evidenziato, inoltre, che i provvedimenti in esame sono «destinati a
generare confusione e disorientamento nell'intera comunità scolastica».
E ci sarebbe anche il rischio di una frammentazione dell'offerta
formativa e di una gestione approssimativa dei percorsi di studio, «a
tutto danno degli alunni».
Classi di concorso
L'altro provvedimento al vaglio del parlamentino dell'istruzione era il
decreto sulle nuove classi di concorso, che dispone l'adeguamento delle
qualifiche dei docenti, suddivise per discipline o gruppi di
discipline, in vista dell'entrata regime della riforma. Su questo
decreto l'organo consultivo ha dato parere favorevole, a patto che
l'amministrazione si adegui ad alcune indicazioni. Iil Cnpi per esempio
ha ricordato all'amministrazione che la disciplina delle utilizzazioni
dei prof soprannumerari o in esubero è materia contrattuale. E quindi
ha chiesto la cancellazione dell'articolo del regolamento che se ne
occupa.
(da ItaliaOggi di Carlo Forte)
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