La ministra Gelmini si schiera con Marchionne nel negare il rispetto
della sentenza dei giudici di reintegro dei lavoratori della Sata di
Melfi ingiustamente licenziati. Si diletta perfino a confutare la
sentenza, sposando in pieno la teoria di Marchionne, sconfessata dal
Giudice, sul fatto che i lavoratori avrebbero bloccato i macchinari e
fermato la produzione.
La titolare del dicastero dell'Istruzione, invece, farebbe bene a
compiere una seria autocritica sulle politiche di vera e propria
demolizione della scuola pubblica, sul licenziamento di migliaia di
precari, sul non rispetto della Costituzione che garantisce a tutti il
diritto di apprendimento.
Evidentemente la Gelmini pensa di essere in uno Stato dove è possibile
negare regole e diritti. Esattamente quello che sta avvenendo in tutti
i comparti della conoscenza, che stiamo contrastando con le tante
iniziative di mobilitazione che intensificheremo fin dai primi giorni
di Settembre.
Forse la Ministra Gelmini ha nostalgia per il passato, quando venivano
negati diritti fondamentali e non esisteva la scuola di massa, ma
sappia che non consentiremo di tornare a quei tempi. La FLC CGIL
sostiene le ragioni dei lavoratori FIAT per il rispetto della propria
dignità e dei propri diritti. Siamo al fianco della Fiom nella lotta
contro la schiavizzazione del lavoro e contro la cancellazione del
contratto di lavoro.
La FLC CGIL difenderà la scuola e l'università pubblica, l'autonomia
degli enti di ricerca pubblica, le persone che compiono il proprio
dovere, i precari e le conquiste contrattuali. Siamo interessati a
discutere di valorizzazione professionale, ma questo giusto obiettivo
come si concilia con il blocco dei contratti e l'assenza di risorse?
Come si concilia la valorizzazione professionale con una manovra
finanziaria giocata tutta contro il lavoro pubblico?
Se la Ministra Gelmini pensa di cancellare gli scatti di d'anzianità,
destinando quelle risorse ad una meritocrazia con parametri decisi da
lei, troverà la nostra ferma opposizione: significherebbe tagliare gli
stipendi a tutti per dare a pochi! È curioso che mentre si discute di
come garantire il mantenimento degli scatti di anzianità tagliati dalla
manovra finanziaria, già si pensi di cancellarli alla fine del
triennio!
La storiella dei sindacati moderati e radicali non ha alcun senso
perché la vera differenza è tra autonomia e subalternità.
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