Vorremmo che Salvo
Intravaia su Repubblica, quando dice che gli scatti settennali di
anzianità del personale della scuola verranno assorbiti dalla manovra
finanziaria, si sbagliasse e che avessero ragione i sindacati
Cisl-Uil-Gilda e Snals che fino all’ultimo hanno sostenuto il
contrario, tanto che il ministro Tremonti ha elogiato ufficialmente
Bonanni per il suo senso di responsabilità. Vorremmo che si sbagliasse,
non solo per non massacrare più oltre soprattutto i lavoratori della
scuola, ma anche per non assistere alla reazione delle sopracitate
organizzazioni sindacali che, se si fossero sbagliati, a quel punto
dovrebbero tirare le somme e scegliere con più determinazione e
oculatezza gli interlocutori. Non è più possibile accettare i 4
miliardi di denaro per consentire le 90mila auto blu, né le
esorbitanti spese per gestire le Provincie regionali, né gli sprechi
dei furbetti, né le evasioni, compreso lo scudo fiscale e la
depenalizzazione delle frodi fiscali, e poi colpire in questo modo
tanto brutale un diritto acquisto come gli scatti di anzianità. C’è
troppa prepotenza contro i docenti e gli Ata, mai vista nella intera
storia della unità nazionale. Ma oltre ai sindacati, che si spera
riscoprano la vecchia unità di fronte a tanto sfacelo, i professori non
possono più fare a meno di non vedere e non sentire; né possono più
crogiolarsi in attesa che siano gli altri a partire. Sarebbe il caso
dunque che si riesumassero le parole di Garibaldi: qui o si fa la
scuola o si torna alle barricate.
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org
"Ma andiamo con ordine. I due commi che "massacrano", come dichiarano i
Cobas, la scuola sono nell'articolo 8 (il comma 14) e nel successivo
articolo 9 (il comma 23). Il primo spiega, in maniera piuttosto
criptica, che "Fermo quanto previsto dall'articolo 9, le risorse di cui
all'articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112,
convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono
comunque destinate, con le stesse modalità di cui al comma 9, secondo
periodo, del citato articolo 64, al settore scolastico". Un modo per
dire che il 30 per cento dei "risparmi" effettuati in tre anni nel
comparto scuola, per effetto del taglio di 133 mila posti, che erano
destinati a premiare il merito verranno destinati a coprire il miliardo
di debiti che lo stato ha nei confronti delle scuole. E addio merito.
Il comma 23 dell'articolo 9 stabilisce semplicemente che "Per il
personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) della
scuola, gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono utili ai fini della
maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi
economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti". Fatti due
conti, un milione di addetti alla scuola (insegnanti e non) vedranno
bloccati gli scatti sessennali automatici, con una perdita che fino a
fine carriera si aggira dai 29 ai 42 mila euro a persona. Ma non solo:
pensioni e buonuscite saranno più leggere e i meno fortunati vedranno
calare il potere d'acquisto del proprio salario del 20 per cento in
appena 9 anni. In questo modo il governo conta di ricavare quasi 19
miliardi di euro. E anche il contratto, già scaduto nel 2009, non verrà
rinnovato per un triennio. "
Salvo Intravaia