Misurati i commenti formali degli studenti, davanti ai professori, F. P.: «E’ vero che ci sono state lamentele da parte di chi non ha ottenuto la sufficienza e che teneva a partecipare al viaggio, però tanti altri hanno apprezzato il criterio, più equo di un’estrazione a sorte, ad esempio. È un premio per chi si impegna. È vero che le valutazioni degli insegnanti non possono essere oggettive, ma non sapremmo proporre altri criteri». «Purtroppo si considera il giudizio del “pagellino”, una valutazione attribuita a novembre o a dicembre: se nel frattempo si recupera l’insufficienza, non si può comunque partecipare alla gita - aggiunge N.M., un altro rappresentante -. Ma il metodo è già dello scorso anno, ed ha funzionato». Sottobanco, però, sono molti gli studenti che protestano: «Non sono tre giorni - dice G. F. - a migliorare la situazione degli allievi che hanno delle difficoltà. Il periodo del viaggio non coincide con quello dei corsi di recupero: è un discorso che non regge».
«Un “5” non è sempre un segno di menefreghismo - aggiunge L. C. -: alcuni di noi, pur impegnandosi a fondo, non riescono a ottenere la sufficienza. Andrebbero incoraggiati, anziché penalizzati. Piuttosto che sul profitto, sarebbe equo basarsi sulla condotta». «Anche il comportamento ha il suo peso, il questa selezione - obietta Alfredo Orrico, insegnante -: per essere idonei, gli allievi non devono avere nemmeno preso note o segnalazioni sul registro o sul diario. Sono assolutamente concorde con questo criterio: è vero che si tratta di una limitazione per alcuni, ma anche di un incentivo per altri: in alcune classi particolarmente laboriose, ad esempio, partecipa quasi la metà degli allievi». Alcuni studenti tirano però in ballo anche la discrezionalità del giudizio degli insegnanti: «Il pagellino riporta i giudizi sintetici, da ottimo a gravemente insufficiente, che non sono oggettivi come i voti numerici - spiega C. R. -: un 5 al 6 per alcuni docenti rappresenta una sufficienza, per altri no».
«La decisione è stata presa dal Collegio docenti - dice Maria Grazia Cellerino, insegnante - ed è stata valutata con attenzione. Anch’io sono d’accordo». L’organizzazione dei gruppi è stata affidata alle insegnanti di educazione fisica: «Abbiamo consultato i pagellini - spiega una di loro, Luisella Tible -. Abbiamo anche compilato un elencodi quelli che magari avevano un solo giudizio negativo. Sono stati gli insegnanti di quelle materie a dire l’ultima parola». «E invece non c’è stata speranza nemmeno per chi aveva solo un’insufficienza - ribatte un altro allievo, P. C. -: la selezione è stata rigidissima e matematica». Ma se i ragazzi «insufficienti» dovranno rimanere a casa per poter utilizzare gli ultimi giorni del quadrimestre per «rimediare», il viaggio non può essere posticipato? «Abbiamo provato a rinviarlo a febbraio - conclude il preside - ma il costo del soggiorno, in quel periodo, raddoppia, e diventa proibitivo».
«Un “5” non è sempre un segno di menefreghismo - aggiunge L. C. -: alcuni di noi, pur impegnandosi a fondo, non riescono a ottenere la sufficienza. Andrebbero incoraggiati, anziché penalizzati. Piuttosto che sul profitto, sarebbe equo basarsi sulla condotta». «Anche il comportamento ha il suo peso, il questa selezione - obietta Alfredo Orrico, insegnante -: per essere idonei, gli allievi non devono avere nemmeno preso note o segnalazioni sul registro o sul diario. Sono assolutamente concorde con questo criterio: è vero che si tratta di una limitazione per alcuni, ma anche di un incentivo per altri: in alcune classi particolarmente laboriose, ad esempio, partecipa quasi la metà degli allievi». Alcuni studenti tirano però in ballo anche la discrezionalità del giudizio degli insegnanti: «Il pagellino riporta i giudizi sintetici, da ottimo a gravemente insufficiente, che non sono oggettivi come i voti numerici - spiega C. R. -: un 5 al 6 per alcuni docenti rappresenta una sufficienza, per altri no».
«La decisione è stata presa dal Collegio docenti - dice Maria Grazia Cellerino, insegnante - ed è stata valutata con attenzione. Anch’io sono d’accordo». L’organizzazione dei gruppi è stata affidata alle insegnanti di educazione fisica: «Abbiamo consultato i pagellini - spiega una di loro, Luisella Tible -. Abbiamo anche compilato un elencodi quelli che magari avevano un solo giudizio negativo. Sono stati gli insegnanti di quelle materie a dire l’ultima parola». «E invece non c’è stata speranza nemmeno per chi aveva solo un’insufficienza - ribatte un altro allievo, P. C. -: la selezione è stata rigidissima e matematica». Ma se i ragazzi «insufficienti» dovranno rimanere a casa per poter utilizzare gli ultimi giorni del quadrimestre per «rimediare», il viaggio non può essere posticipato? «Abbiamo provato a rinviarlo a febbraio - conclude il preside - ma il costo del soggiorno, in quel periodo, raddoppia, e diventa proibitivo».