Si può raccontare con parole una storia di immagini? Ovvero può l’impalpabile parola tessere le trame fitte e sottili di una vicenda di appassionata fede? Non a caso l’ultima solerte e generosa fatica del preside Alfonso Sciacca (Il racconto dell’arte. Le chiese nel territorio delle Aci, Bohémien, Acireale, 2008, pp. 286, € 32) inizia con una citazione oraziana: ut pictura poesis. Perché la produzione di arte sacra nelle chiese di Acireale, dall’autore minuziosamente scandagliata in un lavoro febbrile durato circa un decennio, con i suoi precisi connotati di continuità tematica e iconografica, aveva bisogno di uno studioso che interrogasse le immagini e le facesse parlare. E parlare di tutta una comunità, quella acese, nei secoli attraverso l’unico elemento di vera coesione: la fede religiosa. E, come emerge ad ogni passo dalle pagine del volume, l’arte sacra ha una pregnanza fondamentalmente antropologica: i manufatti narrano silenziosamente della società che li ha prodotti, configurandosi imperiosamente come memoria culturale di tutto un popolo. A passeggio per le chiese di Acireale e del territorio delle Aci, dunque, ci conduce con mano leggera e benevola lo scrittore; ma il viaggio acquista subito una valenza più profonda, immergendoci nel vivo tessuto umano delle società passate, che esprimevano con vivide immagini la loro visione etica e politica.
Basti pensare alla pittura prodotta dalla famosa bottega dei Platania, un’arte austera e solenne, che esprime il bisogno di vedere ratificato, attraverso il consenso e la protezione religiosa, il progetto politico dei maggiorenti della città: il che significa che l’arte, al di là del suo valore propriamente estetico, ha sempre fini altri, che esprimono il complesso mondo umano. E il Settecento artistico acese fiorisce splendidamente con i migliori artisti del tempo, intento a celebrare glorie e fasti di una cittadina in sviluppo; e viene tradotto in un magnifico e sobrio racconto dal suo acuto indagatore. Tutto ciò con un linguaggio semplice, senza abusare della terminologia scientifica, con la sola, semplice voglia di illuminare, senza artificiosamente impressionare, il lettore.
E ancora Orazio, con la sua preziosa Ars poetica, ci viene in aiuto: se “poema pictura loquens, pictura poema silens", grazie ad Alfonso Sciacca, finalmente, nella bella Acireale pictura locuta est.
SILVANA LA PORTA
Basti pensare alla pittura prodotta dalla famosa bottega dei Platania, un’arte austera e solenne, che esprime il bisogno di vedere ratificato, attraverso il consenso e la protezione religiosa, il progetto politico dei maggiorenti della città: il che significa che l’arte, al di là del suo valore propriamente estetico, ha sempre fini altri, che esprimono il complesso mondo umano. E il Settecento artistico acese fiorisce splendidamente con i migliori artisti del tempo, intento a celebrare glorie e fasti di una cittadina in sviluppo; e viene tradotto in un magnifico e sobrio racconto dal suo acuto indagatore. Tutto ciò con un linguaggio semplice, senza abusare della terminologia scientifica, con la sola, semplice voglia di illuminare, senza artificiosamente impressionare, il lettore.
E ancora Orazio, con la sua preziosa Ars poetica, ci viene in aiuto: se “poema pictura loquens, pictura poema silens", grazie ad Alfonso Sciacca, finalmente, nella bella Acireale pictura locuta est.
SILVANA LA PORTA