E’ già il secondo anno che la sua testimonianza di deportazione nei campi di concentramento, la sua esperienza di violenza, di dolore, di paura, di fame e di freddo, e tutto ciò che la mente elabora durante queste durissime ed estenuanti prove di sopravvivenza, vengono narrati , con lo struggimento di chi, durante la narrazione, va a cercare nella memoria ricordi indelebili e che si ripropongono a carattere di fuoco, carichi di una sofferenza incolmabile. Forte è il retaggio memoriale che lascia nei suoi ascoltatori, non solo i ragazzi-bambini, ma anche nei genitori presenti.
A fare da corollario al doloroso monologo, arricchito peraltro da documenti fotografici, appunti e date, una fantasia di letture tratte dalla letteratura più nota e struggente che afferisce all’Olocausto e alla persecuzione ebraica, su un sottofondo musicale di testi noti e meno noti, legati alla filmografia di genere, sia alla tradizione giudaica musicale, eseguiti al pianoforte dalla pianista, nonché insegnante Norma Viscusi; e ancora canti in lingua ebraica, danze simbolismi, quasi a stabilire un contatto dell’anima con fratelli che, pretestuosamente accusati di deicidio, hanno subito nei secoli, continue deportazione e genocidi paurosi. Vestire i panni del perseguitato, indossare “le sue scarpe”, entrare nella sua storia, può forse voler dire: “non permetteremo che accada ancora ciò che non doveva accadere. Vesto i tuoi panni, canto il tuo canto perché tu sei me ed io sono te…”.
Presente, come sempre, il Sindaco di Paternò, Nino Naso, con la fascia tricolore, oltre che come ospite, soprattutto come garante della legge, della giustizia, della libertà contro ogni forma di pregiudizio, emarginazione, e persecuzione. Entusiasta e commosso della performance, esaltava la Marconi per tutte le iniziative promosse cui ha partecipato e per l’alto grado di professionalità e sensibilità umana e creativa, fondata sulla celebrazione e l’affermazione di valori assiologici universali. Fiera degli apprezzamenti ricevuti, grazie anche alla triade vincente dei suoi docenti, e alla armoniosa collaborazione delle altre insegnanti di plesso, la Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Santa Russo, si congedava dagli ospiti soddisfatta del suo ruolo di responsabile in pectore dei successi della sua scuola.
Norma Viscusi