Il referendum
abrogativo sull’art. 64 del decreto legge 133/08, diventi un pretesto
di azione di lotta unitaria di tutte le OO.SS., sul personale ATA, ove
le numerose incombenze a cui è soggetta la categoria del personale
ausiliario, tecnico ed amministrativo, rischiano di non essere
garantite neanche a garanzia dei servizi minimi indispensabili con le
poche risorse a disposizione. Un’obiettivo necessario affinché
l’attività variegata delle segreterie scolastiche e di tutto il
personale ATA sia esercitata con personale adeguato e motivato. Solo
partendo dalla revisione degli organici ATA si potranno conseguire tali
obiettivi. Le risorse sottratte con l’art. 64 decreto legge 133/08, a
cui si sono aggiunti gli effetti della Riforma Fornero, non
giustificano gli obiettivi di pareggio di bilancio a cui l’Italia dovrà
adeguarsi nei confronti dell’UE.
Tagli al personale e alle scuole, il turn-over, a cui si sono aggiunti
il dimensionamento scolastico, le mancate immissioni in ruolo ATA,
hanno messo in ginocchio le aspettative di migliaia di precari ATA
soprattutto nelle regioni del mezzogiorno d’ Italia. Una nazione come
l'Italia non può limitarsi ai servizi pubblici minimi e indispensabili
perché la scuola pubblica come pilastro della società deve garantire
alla comunità, una burocrazia più efficiente e dinamica, con personale
adeguato alle molteplici esigenze delle scuole e delle utenze pubbliche
e private. Troppi malumori serpeggiano da tempo, non facciamoli
diventare focolai di rivolta, in una democrazia sempre più espropriata
del ruolo politico e costituzionale. Una scuola che non funziona e che
non recita un ruolo da protagonista, sono sì l'eredità di una cattiva
gestione di risorse degli anni passati, ma anche una espropriazione
indebita delle legittime prerogative del Parlamento e della
Costituzione.
Di recente, troppo spesso si è sostituito l'uso del Decreto legge con
urgenza e necessità, laddove ad una costola della scuola pubblica, il
personale ATA, troppo spesso è stata negata la possibilità di
correttivi in materia di organici, graduatorie, mobilità, ecc.
escludendo di fatto dalla vita politica, tra tempi risicati
nell'approvazione di leggi dello Stato e interpretazioni
contraddittorie tra una Commissione e l'altra, seri e urgenti
provvedimenti organici al miglior funzionamento della burocrazia
scolastica statale. Ciò ha lasciato sgomenti migliaia di operatori
scolastici ogni giorno alle prese con scelte difficili e coraggiose,
con incombenze sempre maggiori, a cui bisogna far fronte con le poche
unità a disposizione, opera a cui non si sono mai sottratti D.S. e
D.S.G.A., impegnati egregiamente anche su più scuole, con personale
amministrativo, tecnico ed ausiliario stremato, stressato e demotivato,
mentre nell’indifferenza generale, nel frattempo numerosi precari ATA
sono passati allo status di disoccupato.
Ciò rischia di favorire processi di emigrazione verso il Nord, e spesso
non per scelta ma per condizione sociale, l'unica via possibile per
sfuggire ad un dramma esistenziale sul quale non c'è la dovuta
attenzione di chi ci governa. Questo disagio generale sembra non voler
finire, e le forze sindacali, devono sforzarsi di dialogare con il
governo e la politica, affinché la scuola pubblica e il personale ATA
torni ad occupare un ruolo imprescindibile all’interno del variegato
mondo scolastico, ma devono comunque facendo uso degli strumenti
normativi vigenti, se necessario, porre rimedio a questa drammatica
situazione a partire dall’uso del referendum abrogativo, laddove
riconoscano violazioni dei diritti fondamentali e di quelli sanciti
dalla CEDU.
Mario Di Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it