I PRECARI DELLA SCUOLA E LA VERGOGNA DELLA SINISTRA AL GOVERNO Perché la Sinistra vuole l'abolizione delle graduatorie permanenti? La vergognosa esclusione in sede di voto di fiducia della finanziaria alla Camera dell’emendamento n. 66.28 all’art. 66, precedentemente concordato e approvato -almeno stando alle dichiarazioni ufficiali- da tutte le forze dell’Ulivo, evidenzia un fatto gravissimo: la fortemente -questa volta non esitiamo a sottolinearlo- voluta esclusione di una gran parte di lavoratori precari dalla dovuta garanzia di stabilità lavorativa. Ma perché la sinistra, che aveva impostato la campagna elettorale e il proprio programma su una revisione più equa dei criteri dei punteggi delle graduatorie e sul riconoscimento professionale e del diritto al ruolo per i lavoratori precari della scuola, è passata così sfacciatamente su posizioni opposte? Il progetto di abolizione delle permanenti mostra quale sia il vero disegno politico, lo stesso del governo precedente -più palesemente incarnato dal sottosegretario Aprea-, quello cioè di mettere in mano alle Università la formazione e il reclutamento dei docenti e, quindi, di fare tabula rasa delle aspirazioni dei lavoratori precari a un lavoro stabile. In questi anni i precari della scuola sono passati attraverso molte vicissitudini: dalla supervalutazione delle abilitazioni SSIS, al punteggio di montagna, alla tassa annuale alle Università (su questi ultimi due punti, per carità, si è tutti d'accordo nell'abolirli, salvo che sono ancora in vigore, per cui anche quest'anno i precari hanno pagato il loro obolo); abbiamo assistito allo sbandieramento delle immissioni in ruolo presentate dai governi come elargizioni generose fatte ai precari ma che troppo spesso venivano invece utilizzate per la mobilità di insegnanti già di ruolo, sottraendo paradossalmente posti a chi da anni lavorava da precario su determinate classi di concorso, o per gli insegnanti di religione cattolica, fino ad allora precari privilegiati. L’ultimo atto adesso è rappresentato dal progetto di abolizione delle permanenti al fine di un passaggio ad un nuovo sistema di reclutamento. Le responsabilità sono enormi. Ci chiediamo come sia possibile che l’unanime accordo -almeno formale- di tutte le forze politiche della maggioranza non sia stato sufficiente a far passare un emendamento che garantisse le Graduatorie Permanenti e che sembrava fosse cosa fatta. Ipotizziamo che i politici che hanno assunto questa battaglia abbiano fatto finora un uso strumentale dei precari, tenendoli a bada con false speranze, oppure –e non è meno grave- che non siano stati in grado di ottenere ciò che Ministro, Sottosegretario e onorevoli andavano proclamando nelle varie interviste. Se non è nella capacità della maggioranza far passare un emendamento, tra l’altro a costo zero, su cui tutti si dicono -almeno a parole- d’accordo, vuol dire che il paese è in grave pericolo. Si stava espletando una scenetta da teatrino con i ruoli già definiti o sta emergendo il vero disegno politico? Il sottosegretario Bastico sta rispondendo: in un’intervista a Repubblica Radio TV parla di un «traghettamento» di quelle «poche migliaia di docenti» che non riusciranno a entrare in ruolo entro il 2010 verso le nuove modalità di reclutamento, peraltro ancora da stabilirsi. Ci chiediamo con quale “ars calculatoria” la Bastico possa affermare questo: o non conosce o finge di non conoscere. Intanto non saranno così pochi quelli che non verranno assorbiti dalle immissioni in ruolo (il cui reale numero, tra l’altro, nessuno potrà garantire), anche volendo dar credito alla speranza del sottosegretario che qualcuno, nel frattempo, abbia «già trovato un altro lavoro». Sappia inoltre, l’on. Bastico, che non è assolutamente pensabile che quei precari, i quali saranno in gran numero dopo oltre un decennio di insegnamento, siano oggetto di quella «parziale prelazione» che li beneficerà di «un periodo di formazione universitaria e un concorso, probabilmente biennale, a copertura dei posti che man mano si renderanno disponibili». Sappia l’onorevole Bastico che molti di quelli che lei, novello Caronte, vorrebbe “traghettare” hanno anni e anni di esperienza, sono pluriabilitati e superspecializzati e che solo in un paese in cui le coordinate della realtà sono completamente ribaltate si può profilare codesta soluzione. La Bastico, come la Aprea, si è fatta infatti garante di un unico interesse: quello delle lobbies universitarie. Perché non vi è altra lettura che questa. Pertanto chiediamo le sue dimissioni, in quanto paladina di un programma politico sulla scuola inaccettabile. La fumosa definizione aggiunta all’articolo della finanziaria che recita «ove a seguito della piena attuazione del piano triennale per le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente, fosse necessario (???) comunque procedere alla copertura di posti disponibili, in deroga almeccanismo di cui alla presente disposizione, e fatto salvo comunque il criterio di cui alla lettera a), previo parere del CNPI, con decreto del Ministro della pubblica istruzione, si può (!!!) attingere alle graduatorie permanenti nonché alle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami banditi in dataantecedente a quella di entrata in vigore della presente legge» non può che essere frutto di questo pensiero, di questa politica, che non aveva finora mai raggiunto un livello così basso. Quando si assiste alle gravissime affermazioni del Ministro Fioroni che parla dei precari definendoli «personale di risulta» (leggasi “materiale di risulta”), i precari sono pronti a scommettere che nei tavoli di contrattazione è questa la categoria che orienta la definizione delle politiche sul precariato. Quanti ora chiedono o promettono che dovrà essere il Senato a risolvere la questione non fanno che procrastinare la politica dei tavoli occulti, quella antidemocratica in cui vengono esclusi i principali destinatari, quella imbonitrice che impunemente offende l'intelligenza e la dignità delle persone. Il MIIP chiede con forza, sin da subito, la precisa definizione di garanzie strutturate per gli insegnanti precari che nel 2010 non rientreranno negli immessi in ruolo (e saranno moltissimi) e a cui, lo sottolineiamo ancora, è impensabile richiedere una qualsivoglia altra forma di attestazione o pretesa riqualificazione. Questo è, di fatto, un vero e proprio delirio e attesterebbe che questa classe politica non è qualificata ad operare alcunché sulla scuola. Il MIIP chiede che i protagonisti di questo pasticcio si assumano le proprie responsabilità contro un pericoloso e già operante mascheramento della verità di cui tutti sono corresponsabili. Mercoledì 22 Novembre 2006 Movimento Interregionale Insegnanti Precari