
E’ questo l’ultimo gesto spontaneo della piccola Elena Del Pozzo, la bimba di Mascalucia, uccisa dalla madre.
Ancora una volta Catania ribalta all’attenzione nazionale per dei fatti di cronaca che hanno come protagonisti i bambini. Pochi giorni fa il piccolo Germano, trovato neonato in una cesta dietro un muretto in un quartiere periferico della città, oggi l’orribile e inspiegabile morte di Elena, una bambina di Mascalucia per mano della madre, che secondo le supposte indagini ha agito per odio nei confronti del compagno e per gelosia nei confronti della nuova compagna dell’ex marito, alla quale la piccola si stava affezionando
Sono queste notizie sconvolgenti che turbano e lasciano perplessi e turbati.
Mentre la prima ha avuto il positivo esito del bambino salvato, curato, accudito e che presto troverà una famiglia, alla quale sarà affidato in vista dell’adozione; dalla cronaca della bimba di Mascalucia resta un forte senso di stupore, meraviglia, rabbia per il gesto crudele di una madre che uccide la figlia e inscena un finto rapimento della piccola, da lei stessa uccisa e seppellita in una campagna non lontano da casa.
La presenza paterna e vigile dell’Arcivescovo Mons. Luigi Renna, che ha partecipato alla manifestazione di solidarietà a Mascalucia per la festa di San Vito, soppressa per lutto cittadino e poi il solenne funerale nel Duomo di Catania, sono segni di solidarietà, di condivisione del turbamento collettivo per l’efferato gesto e desiderio di ritrovare la retta via dei valori, purtroppo smarrita e sommersa dalla pesante coltre dell’emergenza educativa.
“Non ho più parole, – dichiara don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, associazione a tutela dei minori -; sono particolarmente paralizzato emotivamente e fatico a elaborare pensieri e ragionamenti. I bambini soppressi e eliminati e aggiungo abusati, sono la piena e manifesta situazione non solo delle fragilità umane, ma della disumana follia di un potere oppressivo e soppressivo del mondo degli adulti che non sanno gestire la rabbia o il loro fallimento e che cancellano come un file la vita dei bambini. Un fallimento che ci interpella per offrire punti certi di riferimento di aiuto nelle conflittualità genitoriali e nelle tragedie che si consumano dentro le mura domestiche”.
Il fenomeno del “bambinicidio” e del “figlicidio “ è ribaltato alla cronaca con il fatto di Cogne, del piccolo Loris di Santa Croce Camerina, del bimbo trovato morto nelle campagne del territorio messinese, con il corpicino dilaniato da animali randagi.
Sono circa 40 i casi registrati in questi ultimi anni ed è un vero dramma che mette in luce la fragilità umana, il vuoto educativo e di valori, lo sfaldamento dei principi morali, etici e sociali che connotano la famiglia di oggi, divisa, scomposta, allargata e per nulla “spazio di educazione e di formazione” così come recita la Costituzione agli art. 29 e 30.
Ragazzine che diventano presto mamme, senza preparazione alcuna al ruolo, al compito, alla funzione specifica della maternità, costituiscono delle pressanti emergenze che impegnano la società tutta a prendere consapevolezza della necessità di una forte ripresa dei valori guida per la costruzione di una società nuova all’insegna di un vero umanesimo.
Giuseppe Adernò