
Il rischio è che 30 bambini debbano restare a casa, esclusi dall’asilo, costretti a emigrare in un altro paese o a rivolgersi alle strutture private con relativo esborso di una retta non sempre leggera. «Il dirigente scolastico provinciale ha detto di non poter assegnare due docenti a Cavenago, indispensabili per avviare la sezione, perché quest’anno lo Stato ne avrebbe a disposizione solo una dozzina per la zona di Milano e Monza. Il dirigente non ha colpe, ma alla fine il compromesso è che ne pagheranno una soltanto, mentre per l’altra abbiamo dovuto provvedere noi anche se non è una spesa di nostra competenza», spiega il sindaco Sem Galbiati. A conti fatti si tratta di un impegno di 30mila euro per il primo anno e di complessivi 150mila euro per un quinquennio. Tanti quattrini per un Comune di appena settemila abitanti alle prese con la riduzione dei trasferimenti e i vincoli del Patto di stabilità. Il risultato è che i bimbi sono salvi, la classe aggiuntiva a settembre si farà. Ma i cavenaghesi di converso vedranno ridursi le iniziative culturali: meno feste, meno momenti di aggregazione, meno mostre, meno eventi.
Perchè la coperta è corta e la mannaia, non volendo alzare le tasse, da qualche parte dovrà pur abbattersi. «Taglieremo gli investimenti sulla cultura, non possiamo fare altrimenti. È l’ennesima beffa dello Stato che scarica le proprie inefficienze sui Comuni», dice Galbiati, sindaco Pd, non per questo tenero nei confronti di un Governo politicamente amico. «Siamo riusciti a dare una risposta alle famiglie nonostante i pasticci dello Stato. Mi chiedo se abbia senso restituire 80 euro in busta paga quando poi non ci sono le risorse per pagare gli insegnanti che servono».
Marco Dozio - Ilgiorno.it