Appello del sindacato
Anief al Ministro e al segretario del PD: la restituzione dei 150 euro
mensili per gli insegnanti si è risolta in ventiquattrore, come mai si
continua a dire no all’assegnazione di 600 euro lordi annui a dei
dipendenti pubblici che per accedervi hanno superato un concorso
pubblico e che ad inizio carriera guadagnano appena 900 euro al mese?
Non vorremmo che ci sia un accanimento verso la categoria, che continua
con il “contagocce”: quest’anno appena 3.740 immissioni in ruolo, anche
se i posti vacanti erano circa 12mila.
La questione degli scatti automatici da corrispondere a circa 90mila
docenti si è risolta in ventiquattrore, grazie alla denuncia del
segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, all’intervento del
Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, cui è seguito un
decreto d’urgenza del Governo. Per quale motivo, invece, il personale
non docente della scuola – i collaboratori scolastici, gli assistenti
amministrativi e tecnici – vengono abbandonati al loro destino?
In queste ore, la stampa specializzata ha riportato che i dipendenti
della scuola che “hanno ottenuto un aumento stipendiale con decorrenza
settembre 2013 dovranno restituire quello che secondo il MEF sarebbe il
‘maltolto’”. E questo avviene malgrado si tratti “di denaro ricevuto
per una prestazione lavorativa che eccede il mansionario di base
previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e che comunque è
legato alla frequenza di un apposito corso di formazione e al
superamento di una prova conclusiva”. Inoltre, “le somme percepite
negli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013 saranno tenute in sospeso.
Tutto questo, dicono i funzionari del Miur, ‘per aderire alle pressanti
richieste del MEF’”. Il Miur avrebbe spiegato che senza una norma
legislativa non è possibile intervenire: “probabilmente, sarà
necessaria una norma di interpretazione autentica del 1° comma
dell'art. 9 del D.L. n. 78/2010”.
Adesso “la questione rischia di complicarsi di giorno in giorno perché,
a questo punto, non è da escludere che il MEF sollevi il problema più
generale della retribuzione accessoria argomentando che tutto il
“salario aggiuntivo” potrebbe contrastare con le disposizioni del DL
78. Se il MEF dovesse percorrere questa strada – conclude sempre la
stampa specializzata – sarebbe il caos e lo scontro con le
organizzazioni sindacali (ma anche con l’intero mondo della scuola)
sarebbe del tutto inevitabile”.
Anief non può accettare che dopo gli annunci e i proclami delle scorse
settimane, con il Ministro Carrozza, intervistato da Fabio Fazio a “Che
Tempo che fa”, che ha rassicurato il personale ATA con un laconico
“possono stare tranquilli”, si possa essere giunti a questa situazione
di blocco. Non si possono cancellare con un colpo di spugna la prima e
seconda posizione economica dell’articolo 2, commi 2 e 3 della sequenza
contrattuale 25 luglio 2008, ottenute attraverso una vera prova
concorsuale.
A tal proposito, la mansione aggiuntiva svolta e non prevista dal
mansionario è stata assegnata in virtù della posizione stipendiale che,
nel caso dei collaboratori scolastici, ammonta a 600 euro annui: si
tratta di soldi che andrebbero ad integrare gli stipendi del personale
ATA, che sono già tra i più bassi del pubblico impiego. Basti
considerare che un collaboratore scolastico al suo stipendio iniziale
percepisce la somma di circa 900 euro. Anief, ricorda che oltre
all’immediato danno economico, il personale interessato subirà
ripercussioni anche ai fini pensionistici. La somma percepita con la
posizione stipendiale contribuisce, infatti, sia alla formazione dello
stipendio che a quella della posizione contributiva.
Per questi motivi Anief ricorrerà al Giudice del lavoro: per chiedere
giustizia e rivendicare il torto subito. Perché non è più tollerabile
che lo Stato adotti delle misure per fare cassa sui dipendenti cui
viene corrisposto uno stipendio sempre più vicino alla soglia di
povertà. Il personale Ata interessato può scrivere a
posizione.ata@anief.net.
Sempre a proposto di personale Ata, Anief continua a chiedere
spiegazioni sulla scarsità di assunzioni. Le 3.740 immissioni in ruolo
del personale non docente della scuola con decorrenza 1° settembre 2013
sono davvero poche: i posti vacanti e disponibili per tutti i profili
ATA - collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici,
Direttori dei servizi generali ed amministrativi - sono circa 12mila.
Le assunzioni annunciate dal Miur avverranno, di fatto, sui posti non
assegnati nell’anno scolastico 2012/13. È evidente che delle immissioni
in ruolo su tutti i profili Ata per l’anno scolastico in corso non vi è
traccia.
“Su questo punto – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e
segretario organizzativo Confedir – il Governo italiano continua a non
rispettare le norme comunitarie sui dipendenti pubblici a tempo
determinato. Pertanto ANIEF chiede l’immissione in ruolo su tutti i
posti vacanti per evitare sanzioni dalla Commissione UE e dai tribunali
di giustizia europei e nazionali. A tal proposito, va ricordato che la
scorsa estate, con ordinanza n. 207/13, la Corte Costituzionale ha
rinviato alla Corte di Giustizia Europea la questione sulla
compatibilità della normativa italiana (avallata con la Legge 106/2011)
proprio rispetto alla direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei
contratti a termine e assenza di risarcimento del danno per docenti,
amministrativi, tecnici e ausiliari precari della scuola con almeno tre
anni di supplenze alle spalle”.
Anief.org