Il ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara
Carrozza, ha firmato la nuova versione del decreto sulla programmazione
triennale (2013-2015) delle Università. Diversi i miglioramenti
apportati rispetto al testo precedente, nell’ottica di una maggiore
attenzione ai servizi per gli studenti e alla qualificazione del
sistema. Diventano più snelle le procedure di accesso ai fondi e anche
più chiari gli obiettivi che gli atenei dovranno raggiungere per poter
ottenere i finanziamenti aggiuntivi. Finanziamenti che saranno erogati
solo in caso di approvazione da parte del Miur dei progetti presentati.
Nella competizione virtuosa per ottenere gli stanziamenti, le
università dovranno puntare soprattutto sul miglioramento dei servizi
destinati agli iscritti, sulla promozione dell’integrazione
territoriale fra atenei e centri di ricerca, sulla maggiore
qualificazione delle commissioni di concorso (garantendo la presenza di
docenti esterni all’università e profili internazionali), sul
potenziamento dell’offerta didattica in lingua straniera. La promozione
della qualità del sistema universitario e il suo dimensionamento
sostenibile sono i due pilastri attorno a cui ruota il decreto.
Più servizi per gli studenti e raccordo con il territorio:
I piani dovranno prevedere misure chiare di miglioramento dei servizi
per gli studenti. Una misura fortemente voluta dal ministro Carrozza.
Le università dovranno predisporre azioni di orientamento in ingresso,
in itinere e in uscita, come forma di prevenzione della dispersione e
per un miglior collocamento nel mondo del lavoro. Chiesti anche passi
in avanti nella digitalizzazione delle procedure amministrative.
Conteranno poi, per ottenere i fondi, la capacità di raccordo,
nell’ambito della ricerca, con gli altri atenei e gli enti presenti sul
territorio, il potenziamento dell’offerta didattica in lingua
straniera, il sostegno alla mobilità studentesca e la capacità di
attrarre docenti dall’estero. Giocherà a favore delle università anche
la maggiore qualità nelle procedure concorsuali. Chi introdurrà nelle
commissioni per reclutare il personale accademico quote maggioritarie
di docenti esterni all’ateneo, o almeno uno studioso dell’area Ocse,
sarà incentivato.
Dimensionamento sostenibile:
Le federazioni di università o fusioni fra atenei peseranno sulla
distribuzione delle risorse. Così come l’accorpamento o l’eliminazione
di corsi di laurea non sostenibili economicamente o poco utili ai fini
degli sbocchi occupazionali e la riduzione dei corsi in sedi decentrate
che non rispettano i requisiti di qualità necessari. Fissati anche i
paletti per l’apertura di nuovi atenei: no a nuove realtà telematiche o
statali a meno che non siano frutto della fusione di realtà già
esistenti. Mentre la possibilità di aprire atenei privati (non
telematici) sarà subordinata ad un rigido controllo da parte del
Ministero. Per avere il via libera bisognerà garantire, fra l’altro,
l’esistenza di almeno un corso di laurea in lingua straniera e andrà
garantita la sostenibilità economica del progetto formativo.
La valutazione del Ministero:
Gli atenei avranno 45 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
del decreto per presentare il loro programma triennale. I programmi
presentati saranno valutati dal Miur che potrà decidere o meno se
finanziarli con un tetto massimo di risorse pari al 2,5% del Fondo
ordinario di ciascun ateneo. Fissati anche in questo caso alcuni
paletti per la valutazione voluti dal ministro Carrozza: i programmi
presentati dovranno essere coerenti con la fotografia della valutazione
della qualità della ricerca degli atenei che li propongono. E
soprattutto dovranno essere realizzabili. I programmi saranno valutati
e monitorati annualmente con il supporto dell’Anvur, l’Agenzia
nazionale di valutazione. Gli stanziamenti saranno erogati nel corso
del triennio proprio per verificare l’effettivo raggiungimento degli
obiettivi proposti.
Miur