Le parole del ministro
del Lavoro “certificano” lo slittamento dei temi caldi a ottobre.
Slitta il prepensionamento degli statali e la riforma delle pensioni
per quanto riguarda la Quota 96. Sono le brutte notizie arrivate ieri
dopo che il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Enrico
Giovannini ha dichiarato che il decreto D’Alia, previsto in agenda per
il Consiglio dei ministri di domani 23 agosto, non verrà approvato in
questa occasione. È una doccia fredda arrivata dopo che per settimane
si erano preannunciati i due provvedimenti, in grado per molti di dare
un’accelerazione definitiva alla riforma della legge Fornero e al
problema degli esodati da essa generato. Ora tutto sembra essere
rimandato a cavallo tra ottobre e novembre, quando verrà discussa la
nuova legge di stabilità, ma bisognerà capire prima quali tipo di
accordo politico saranno in grado di raggiungere Pd e Pdl, che
condividono, battagliando giorno per giorno, l’esperienza di governo. È
chiaro intanto che le parole di Giovannini – “Serve un ricambio nella
P.A., ma per capire come realizzarlo sono ancora necessarie analisi e
valutazioni finanziarie accurate, anche per evitare di introdurre
ingiustificate sperequazioni di trattamento tra settore pubblico e
settore privato” – oltre a rimandare la questione Quota 96 e il
prepensionamento degli statali gettano benzina sul fuoco anche sulla
situazione dei precari della pubblica amministrazione. Il rinvio
paventato dal ministro infatti influirà anche sulla stabilizzazione di
una parte dei precari della pubblica amministrazione, tema tanto caro
ad Enrico Letta che lo aveva indicato come una priorità del suo
esecutivo. La soluzione indicata dal ministro era quella di indire
nuovi concorsi con una riserva del 50% per chi ha già lavorato per il
pubblico, ma lo slittamento potrebbe di nuovo mischiare le carte in
tavola. Il decreto del ministro della Funzione pubblica, invece,
prevedeva un piano per mandare in pensione 200mila dipendenti dello
Stato e degli enti pubblici. In più, una serie di soluzioni che si
ponevano l’obiettivo di reperire le giuste risorse finanziarie utili a
sovvenzionare i contratti tali da essere rinnovati a cadenza annuale e
delle linee di intervento per migliorare ulteriormente anche la
situazione scolastica. Tutto fermo, invece, per quanto riguardo le
altre leggi che aspettano di essere approvate, tramite decreti del
consiglio dei ministri, entro fine agosto. Non solo pensioni quota 96 o
il prepensionamento degli statali dunque, ma anche, ad esempio, la
complessa questione dell'abolizione dell'IMU.
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