Circa due anni
fa, sentivo parlare del programma Grundtvig da due amici
francesi che hanno svolto quest’esperienza in Italia. Interessato dai
temi del programma, centrati sulla formazione e l’educazione degli
adulti, incominciavo la mia ricerca di un’associazione con la quale
fare questo progetto.
Ho presto preso contatto con il CEIPES di Palermo, e dopo qualche mail, definivamo
un programma di attività per un periodo di assistanato di 10 mesi. É
sulla base di questo programma di attività che ho preparato il mio
dossier sin dal febbraio 2012. Fine Marzo, lo presentavo all’agenzia
nazionale francese, e metà giugno, mi giungeva la notizia che il
progetto era stato approvato.
Così, ad ottobre scorso, arrivavo a Palermo per incominciare la mia
collaborazione con il CEIPES.
Il CEIPES (Centro Internazionale per la Promozione dell’educazione e lo
Sviluppo) lavora da anni sui temi dell’educazione e dei diritti umani.
Sin dal mio arrivo, ho partecipato ad una settimana di incontro con 7
paesi partner (Spagna, Grecia, Lituania, Nepal, Colombia,
Argentina, Kenya) per il lancio di un progetto Youth In Action,
chiamato Seed of Change. Lo scopo principale di questo progetto é di
rinforzare il ruolo e la partecipazione attiva di giovani adulti che
vivono in zone socialmente ed economicamente svantaggiate. Così,
durante tutto l’anno, ho avuto il piacere di lavorare con i giovani del
quartiere Danisinni di Palermo. Oltre alle numerose attività svolte sul
tema della riappropriazione dei diritti, abbiamo anche cercato di
fornire strumenti utili per la ricerca di formazione: stage, lavori.
Innanzittutto, informandoli sui progetti europei, ma anche spiegando
loro come fare un curriculum, come comportarsi durante un colloquio di
lavoro. I giovani dei Danisinni con cui ho lavorato non vanno più a
scuola da anni, e se ci vanno, vi trovano poco interesse. Con loro,
abbiamo lavorato usando sempre tecniche dell’educazione non-formale, ed
abbiamo fatto nascere interesse e riflessione per molte cose. Oltre
alla riflessione sui diritti umani, abbiamo insegnato loro ad
utilizzare materiale audio-visivo per la realizzazione di un piccolo
video-documentario.
In occasione di un workshop sull’arte, hanno avuto la possibilità di
imparare a realizzare graffiti. Infine, alcuni ragazzi hanno
partecipato allo scambio internazionale con giovani degli altri paesi
partner. Pur non conoscendo la lingua inglese, hanno vissuto
un’esperienza interculturale per loro eccezionale e del tutto nuova.
Oltre a quanto imparato e realizzato con le attività previste durante
la settimana, hanno soprattutto imparato che la lingua e le differenze
culturali non sono barriere, bensì delle riscorse.
Durante il primo mese al CEIPES, ho avuto l’occasione di andare al
European Youth Centre di Strasburgo, come rappresentante
dell’associazione, per tre giorni di workshop e di seminari sul tema
della campagna contro l’ “Hate Speech Online”, ovvero i discorsi di
odio sul web. Nel corso di quest’anno, ho lavorato su questo progetto,
innanzittutto preparando il training svoltosi a gennaio con giovani
volontari di tutt’Italia, intenzionati a mobilitarsi per questa
campagna. In particolare, ho appronfondito la questione delle norme
legislative italiane ed europee (o l’assenza di norme) sia per quanto
riguarda razzismo, omofobia, discriminazioni che per quanto riguarda la
regolamentazione della rete. In seguito, insieme ai volontari e ad
altre associazioni, abbiamo lavorato per mesi alla costruzione di una
rete italiana contro i discorsi di odio online.
Da dicembre, ho lavorato alla redazione di un progetto Leonardo per
mandare 28 giovani Operatori Socio-Assistenziali (OSA) a fare
un’esperienza di 3 mesi in uno dei quattro paesi partner del progetto
(Irlanda, Spagna, Germania, Slovenia). La ricerca di partner locali ed
europei é stata non solo interessante, ma anche fruttuosa. A fine
giugno, ci é giunta la notizia che il progetto é stato approvato.
A febbraio, partecipanti ad progetto Leonardo gestito dal CEIPES si
stavano preparando alla partenza per la Francia. Ho avuto l’occasione
di organizzare corsi di francese di livello base, per prepararli
alla partenza.
Dopo l’esperienza del progetto Leonardo, ho voluto lavorare alla
redazione di un progetto "Youth In Action".
Ad inizio marzo, incontrai Massimo dell’associazione Handala, uno degli
organizzatori del torneo Mediterraneo Antirazzista che ogni anno si
svolge a Palermo, Napoli, Genova e Roma. Dopo un paio di incontri con
lui, definivamo l’idea. Abbiamo scelto l’azione 1.3 del programma:
“Gioventù e democrazia”. Il titolo del progetto é: “Mediterraneo
Interculturale per i diritti umani”.
In 4 paesi europei del Mediterraneo ( Italia, Spagna, Francia e
Grecia), gruppi di giovani si interesseranno a come migliorare i
diritti civili e sociali delle comunità di immigrati e permettere loro
di incrementare la partecipazione alla vita democratica. Oltre
all’incontro con associazioni che tutelano gli immigrati e le comunità
stesse, il progetto prevede che i giovani propongano delle proposte
concrete alle autorità locali. A Giugno, i partecipanti dei 4 paesi si
incontreranno a Palermo a ridosso del Mediterraneo Antirazzista per
tirare le conclusioni del progetto e mettere su una sorta di “guida per
la tutela dei diritti dei migranti in Europa”. Parteciperanno poi
ovviamente al Mediterraneo Antirazzista, edizione 2014! Non ci resta
che sperare che il progetto venga approvato. Incrociamo le dita.
Oltre a tutto questo, ho potuto partecipare in vari modi a numerosi
progetti organizzati dal CEIPES . Ho lavorato in un contesto
internazionale, interculturale e interlinguistico.
Il programma Grundtvig mi ha permesso di accrescere le mie conoscenze
dei progetti europei, sia dal punto di vista della pianificazione e
redazione che dal punto di vista dell’organizzazione e della
realizzazione.
Mi ha permesso di scambiare idee, di imparare molto dalle numerose
persone incontrate nel corso di quest’anno e di poter trasmettere molto
nello stesso tempo. Imparare ed insegnare é sicuramente il senso del
Progetto Grundtvig, e posso dire che con il CEIPES, ho avuto
quest’opportunità.
Ho avuto anche l’opportunità di scoprire, praticare e sviluppare metodi
nuovi di trasmissione dei saperi, cercando di usare metodi di
educazione non-formale in ogni contesto.
Raphael
Pepe, Ceipes - Assistente Grundtvig 2012/2013