Lo prevede il
decreto Monti dello scorso anno. Considerando come è andata con pagelle
e comunicazioni alle famiglie c'è più di un dubbio sulla realizzazione.
I dirigenti scolastici: "Serve un altro anno di tempo. Non è tanto
questione di attezzature, quanto di formazione dei docenti" - Registro
online obbligatorio da settembre, ma tantissime scuole ancora
arrancano. Il decreto Monti dello scorso anno, "per la
razionalizzazione della spesa pubblica", prevedeva per le scuole la
rivoluzione della cosiddetta "dematerializzazione": iscrizioni da
effettuare con modalità online; pagella in formato elettronico,
disponibile per le famiglie sul web o tramite posta elettronica;
registri online e invio delle comunicazioni agli alunni e alle famiglie
in formato elettronico. Un provvedimento che sarebbe dovuto entrare in
vigore già nel 2012/2013, ma che per le evidenti difficoltà di piena
applicazione in ambito nazionale è stato trasformato in semplice
periodo di "transizione" per l'anno appena trascorso. Da settembre,
invece, la totalità delle scuole italiane dovrebbero essere attrezzate
di tutto punto per realizzare la rivoluzione digitale. Ma la realtà
scolastica nazionale evidenzia una certa distanza tra la legge scritta
e la realtà. Per realizzare la novità del registro online, tutte le
classi italiane - circa 365mila - dovrebbero avere un computer sulla
cattedra per l'avvio dell'anno scolastico. L'insegnante, in questa
maniera, potrebbe caricare voti e assenze direttamente al computer
durante la lezione come ha fatto finora con i tradizionali registri
cartacei: quello di classe e quello personale. Ma "le difficoltà ci
sono", ammette Gregorio Iannaccone, presidente dell'Andis
(l'Associazione nazionale dei dirigenti scolastici). "Sarebbe opportuno
dare un altro anno di tempo alle scuole - continua Iannaccone - per
prorogare la sperimentazione. Dovremmo chiederlo tutti: sindacati e
associazioni, in nome del buon senso". Per il presidente dell'Andis,
tuttavia, non sarebbe una questione di tecnologie multimediali. "Non
credo si tratti di una questione di attrezzature. Con i fondi europei
soltanto chi non ha voluto attrezzarsi non l'ha fatto. Credo si tratti
piuttosto di una questione di analfabetismo informatico degli
insegnanti che andrebbero formati adeguatamente. Le scuole, anche se
non hanno un computer per classe, sono attrezzate e i docenti dopo la
lezione possono caricare i dati in sala dei professori o in altri
luoghi". La soluzione che si prospetta quindi per settembre è
all'italiana: un computer itinerante per raccogliere le assenze in più
classi e un aggravio di lavoro per i docenti che dovranno caricare i
voti al computer in un secondo momento. Così, le scuole non compreranno
più i registri cartacei e risparmieranno una voce di spesa. Ma i
docenti dovranno "prendere appunti" in classe col rischio di
dimenticare voti e altre annotazioni importanti. Il decreto Monti
prevedeva anche un piano di "dematerializzazione" che al momento è
rimasto sulla carta. E le scuole si sono dovute arrangiare come
potevano. Il ministero "è consapevole delle difficoltà legate alla
piena attuazione delle novità in questione e si sta lavorando in tutti
i modi per superarle". L'unica novità partita è quella delle
iscrizioni online. Per il resto - pagelle, registri e comunicazioni
alle famiglie - la situazione è a macchia di leopardo lungo
lo stivale: scuole super attrezzate e altre ancora "all'età della
pietra". Lo scorso ottobre il ministero ha assicurato un finanziamento
aggiuntivo per realizzare la rivoluzione digitale di 4.500 euro ad
istituto. Un programma per la gestione dei registri online costa
attorno a mille euro e con la rimanente parte è stato possibile
comprare 6-7 computer. Basteranno per proiettare la nostra scuola nel
futuro?
Salvo Intravaia
Repubblica.it