2013, un anno da passare
col naso all'insù. Avremo infatti una cometa a Pasqua, fine marzo, e
una verso Natale. Nessun pericolo, anzi se tutto va bene quella di
Natale la vedremo anche di giorno per un paio di mesi brillante come
poche, tanto quanto la Luna piena. E' la cometa Ison, Scoperta il 21
settembre 2012 dal bielorusso Vitali Nevski e dal russo Artyom
Novichonok, in un piccolo osservatorio astronomico, che ha dato il nome
alla cometa, a Kislovodsk in Russia. Ora a vederla con un buon
telescopio è solo un insignificante puntino dalle parti di Giove, ma da
ottobre prossimo dovrebbe iniziare lo spettacolo e durare fino a
gennaio 2014 inoltrato. Quella di Pasqua, 2014 L4 nome in codice,
promette meno ma non si può mai dire, potrebbe essere anche il
contrario: bella questa e a Natale poco niente. Delle comete sappiamo
prevedere con precisione assoluta la traiettoria ma se e quanto
svilupperanno la famosa e splendente coda, a volte addirittura ne hanno
due diverse come la Hale Bopp del 1997, è materia del senno di poi.
Questi corpi spaziali che vagano a miliardi in zone lontanissime del
Sistema solare, chiamate la nuvola di Oort, dal nome del famoso
astronomo del secolo scorso, sono grandi qualche chilometro, diciamo
come il Cervino, e sono nerissimi dato che sono formati da un impasto
di ghiacci di vari elementi e polvere cosmica. Assieme agli asteroidi
sono i mattoncini Lego "avanzati" dalla costruzione dei pianeti del
Sistema solare molti miliardi di anni fa. Quando si avvicinano al Sole,
dopo milioni e milioni di anni passati nelle regioni esterne del buio e
freddo assoluto dalle parte di Marte, la radiazione e particelle che
provengono dalla nostra stella sbattono così violentemente sulla loro
superficie da strappare un numero incalcolabile di grani di polvere
dalla superficie. E' a causa di questi infiniti piccoli catarifrangenti
che riflettono la luce del Sole che un brutto bruco nero diventa per
qualche settimana la più bella delle creature del cielo notturno, e a
volte anche diurno. La coda di una cometa, come Hale Bopp nel 1997, può
arrivare a misurare 150 milioni di chilometri, ma è fatta di una
materia così impalpabile da stare in un paio di sacchi. Per questo è
così difficile sapere se e quanto svilupperanno quella coda che dà loro
il nome: "cometa", stella con la coda, anche se stelle non sono.
Speriamo almeno ci stupisca con la sua eleganza, sarebbe un colpaccio.
Come non bastasse però il 15 Febbraio 2013 un asteroide ci farà avere
un momento di brivido. Passerà vicinissimo alla Terra, a un decimo
della distanza Terra Luna più vicino alle nostre teste dei satelliti di
telecomunicazione per intenderci, ma nessun problema stiamo tranquilli,
anche se gli orfani della distruzione Maya che ha fatto una clamorosa
cilecca pochi giorni fa, hanno già iniziato sulla Rete ad aprire siti
Web prevedendo l'ennesima noiosissima fine della Terra. Una piccola
fiche qualcuno alla Nasa la punta sul 2013 anche come anno in cui si
troverà il primo pianeta simile alla Terra. La loro sonda Kepler
infatti ha trovato parecchie centinaia di candidati che debbono essere
ancora esaminati e riosservati da terra con i migliori strumenti in
osservatorio come il nostro italianissimo Telescopio Nazionale Galileo,
alle isole Canarie che ha montato recentemente uno strumento
specializzato per questa affascinante caccia.
Leopoldo Benacchio
www.ilsole24ore.com