Nessuno vorrebbe avere un
lavorio precario, nemmeno gli insegnanti di religione. Che possono però
contare su un privilegio esclusivo: gli scatti biennali. Che gli altri
precari possono solo sognarsi. Non è polemica anticlericale. E’ invece
quanto ha stabilito la Corte d’Appello di Perugia, in una sentenza di
cui ha dato notizia il quotidiano Italia Oggi. La situazione è del resto nota da
tempo, e quattro anni fa il Tribunale del lavoro aveva stabilito che si trattava di un ingiusto
vantaggio. Sentenza che rimase sulla carta, e che adesso è carta
straccia. Perché d’ora in poi sarà la sentenza di Perugia a “fare
giurisprudenza”. Secondo i giudici d’appello, gli scatti sono previsti
solo per i precari di religione, il cui rapporto di lavoro è regolato
da norme speciali.
La sentenza ha dunque beffato i precari delle materie fondamentali
(italiano, matematica, storia, scienze, ecc.) che reclamavano analogo
trattamento economico: ha infatti certificato che la legge favorisce
gli insegnanti di religione cattolica. Non è del resto
questo l’unico privilegio di cui godono. Se chi li nomina, e per
impartirvi la dottrina della Chiesa, è il vescovo, chi li paga è lo
Stato. Dal 2003 possono essere assunti a tempo
indeterminato anche se per legge insegnano una materia facoltativa,
scelta da genitori e studenti all’iscrizione di ogni anno scolastico.
Se i 13.880 insegnanti di religione cattolica entrati in ruolo
ricevessero il ritiro del nulla osta vescovile, lo Stato continuerebbe
comunque a pagarli. A questa serie di privilegi si aggiunge il fatto
che i precari di religione cattolica sono gli unici ad ricevere aumenti
di stipendio biennali del 2,5%. Senza dimenticare, come emerge da
documenti ministeriali, che sono gli unici per i quali, negli ultimi
anni, il fenomeno del precariato è nettamente
diminuito.
Il tutto per insegnare una materia in modo assai discutibile, visto il
grado di ignoranza religiosa esistente nel nostro paese, anche in chi
ha studiato la materia per sedici anni. Se è indispensabile che gli
studenti acquisiscano nozioni sulla religione cattolica, è invece assai
opinabile che tali nozioni siano così importanti da richiedere
l’istituzione di un insegnamento ad hoc, ed è evidentemente assurdo che
tali nozioni siano impartite da docenti nominati da un’autorità
esterna, che si garantisce in tal modo un’impermeabilità assoluta
all’esame imparziale delle proprie dottrine. La sentenza di Perugia
mortifica ulteriormente la scuola della Repubblica.
Uaar.it