Per la seconda
volta, il Governo sembra disattendere i precisi impegni presi dal
Parlamento nei confronti dei precari. Non vi è alcuna notizia del
decreto autorizzatorio delle assunzioni per l’a. s. 2012-2013. Negli
ultimi sei anni promesse 300.000 assunzioni, realizzate la metà, mentre
200.000 posti sono stati tagliati e altrettanti sono stati lasciati dai
pensionati. Si chiede il rispetto del piano triennale d’immissione in
ruolo. Anief chiede al Governo di autorizzare quando previsto dal
Decreto interministeriale del 3 agosto 2011, in attesa delle decisioni
della Commissione UE e nel rispetto di quanto già deciso con la legge
296/2006 e con la legge 106/2011 che intendevano sfoltire le
graduatorie dei precari. L’articolo 1 dell’atto amministrativo così
recitava: “per ciascuno degli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014, si
prevede l’assunzione nel numero massimo, rispettivamente, di 22.000
unità di personale docente ed educativo e di 7.000 unità di personale
Ata”. L’articolo 9, comma 17 della legge approvata nel luglio scorso
per tamponare il contenzioso al giudice del lavoro promosso dall’Anief
in tema di abuso dei contratti a termine, così definiva: “un piano
triennale per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente,
educativo ed Ata, per gli anni 2011-2013, sulla base dei posti vacanti
e disponibili in ciascun anno”. L’imperfetto è d’obbligo visti gli
eventi occorsi. Il 1° settembre 2011, infatti, si ritrovarono assunti a
tempo indeterminato i primi 30.000 docenti e 36.000 Ata precari, anche
se in verità avrebbero potuto essere immessi in ruolo già tre anni
prima, se soltanto si fosse dato seguito all’altro piano triennale di
immissioni in ruolo di 150.000 unità previsto dal legislatore nel
lontano 2006 e sotterrato fino a quando la scure dei ricorsi non ne ha
imposto la riesumazione sotto mentite spoglie. Oggi, però, dopo aver
plaudito al verdetto della Cassazione che vorrebbe frenare i ricorsi al
giudice ordinario, il Governo, in attesa di ricevere una nuova
procedura d’infrazione per aver derogato alla normativa comunitaria in
tema di reiterazione dei contratti a termine per il personale
scolastico, prova ancora una volta a prendere tempo, a disattendere
quanto deciso dal Parlamento nazionale e ad assegnare i posti vacanti e
disponibili a un precario. “Dopo il taglio di 200.000 posti di lavoro
avvenuto negli ultimi sei anni e la promessa di 300.000 nuove
assunzioni, è arrivato il momento di dire basta a chi prende in giro i
lavoratori della scuola! Si dovrebbero stabilizzare tutti i precari
della scuola; almeno, buon senso vorrebbe che si procedesse
all’assunzione immediata di 30.000 unità subito per coprire una parte
dei posti vacanti e disponibili già individuati dal Miur”. CosìIl
presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, denuncia questa cattiva
gestione dell’amministrazione scolastica che con l’accondiscendenza
della politica e l’insensibilità del sindacato ha precarizzato il
rapporto del lavoro, ha turbato l’erogazione del servizio e ha svilito
la professionalità dei suoi dipendenti.“Un esempio recente della
criticità del sistema viene proprio dall’applicazione della norma
prevista dalla spending review per le ferie non monetizzabili dei
dipendenti pubblici: cosa succederà, infatti, quando i 150.000 precari
della Scuola chiederanno i due giorni di ferie mensili spettanti per
contratto? Si chiamerà un nuovo supplente o si lasceranno gli studenti
privi dei loro insegnanti e sorveglianti come si fa per le scuole
accorpate senza dirigente o senza vicario con il dirigente in ferie? Il
Governo deve onorare gli impegni prima di pagare un conto che sarà
sicuramente salato, per effetto della condanna alle spese richiesta dai
soli legali dell’Anief nei ricorsi patrocinati al giudice del lavoro
per la presunta violazione di quella stessa direttiva comunitaria, che
è in corso di accertamento da parte della Commissione UE.”
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