Venezia – Chi ha pagato di più la crisi economica, le
lavoratrici o i lavoratori? In Veneto, quale la situazione per le
donne? E ancora, in che settori sono oggi maggiormente occupate e che
forme contrattuali hanno? Quali i percorsi da intraprendere per
proteggerle dalla crisi e massimizzare gli effetti positivi degli
interventi di formazione e placement attivati? Se è vero che la crisi
ha inizialmente colpito più pesantemente i settori manifatturieri, e
che per questo ne sono stati coinvolti in numero maggiore i lavoratori
di genere maschile, non bisogna dall’altro lato dimenticare i suoi
effetti successivi sull’intero mercato occupazionale e soprattutto
sulle fasce più deboli tra cui le donne: a rischio in particolare le
lavoratrici a minore professionalità e scolarizzazione o impiegate in
attività più fragili e in aziende poco strutturate, e l’aumento della
disoccupazione per le donne con figli piccoli o in età fertile, oppure
in età matura e con percorsi lavorativi discontinui alle spalle.
A questo panorama intende fornire una chiave di lettura il rapporto “Il
lavoro delle donne in tempo di crisi nella regione Veneto”, promosso
dalla Commissione regionale Pari opportunità e condotto da Veneto
Lavoro, che sarà presentato in una tavola rotonda venerdì 29 giugno,
dalle ore 10.30 alle 13, presso la sala Conferenze del palazzo Grandi
Stazioni di Venezia (Cannaregio 23): vuole essere un confronto a più
voci tra i diversi attori istituzionali e sociali regionali, per
ipotizzare insieme linee di intervento possibili a sostegno
dell’occupazione femminile, affinché le donne non siano penalizzate
dalla contrazione di domanda di lavoro generata dalla crisi. Ad aprire
la mattinata di lavori Simonetta Tregnago, presidente della Commissione
regionale Pari opportunità, a cui seguiranno gli interventi dei
ricercatori di Veneto Lavoro Maurizio Rasera e Maurizio Gambuzza.
Porterà il suo fondamentale contributo all’incontro la consigliera
nazionale di parità Alessandra Servidori; di seguito le testimonianze
di Paola Menon, coordinatrice dei Comitati per l’imprenditoria
femminile del Veneto e Lorenza Leonardi, segretaria dell’Unione
sindacale territoriale Cisl di Vicenza. Dopo un momento di dibattito,
le conclusioni di Marialuisa Coppola, assessore ai Diritti umani e alle
Politiche di genere della Regione Veneto.
Partendo da un’analisi con un’ottica di genere dell’andamento dei
principali indicatori del mercato del lavoro nel triennio 2008-2010, la
ricerca misura l’impatto dei differenti strumenti messi in campo per
fronteggiare le difficoltà occupazionali generate dalla crisi economica.
Nel dettaglio, la prima parte dello studio ricostruisce il contesto
generale europeo, italiano e veneto attraverso l’utilizzo dei dati
Istat, per poi guardare alle dinamiche occupazionali delle donne in
Veneto attraverso i dati Silv (Sistema Informativo Lavoro Veneto), con
riferimento soprattutto al lavoro dipendente. La seconda parte del
rapporto si focalizza sulla formazione professionale come strumento per
agevolare l’inserimento o il reinserimento e la conseguente
occupazione. Sono stati presi in considerazione i vari percorsi
formativi presenti nel territorio e gli interventi messi in campo dalla
Regione, per capire quali percorsi favoriscano più efficacemente la
riqualificazione, aiutino a evitare la dispersione delle competenze
femminili, garantiscano il miglior esito occupazionale; si è rilevato
anche quanto ancora la scelta del percorso formativo sia dettata da
stereotipi culturali e meno dalle esigenze e dalle opportunità espresse
dal mercato del lavoro. Infine, nella terza parte, attraverso otto
interviste si raccoglie l’opinione di alcuni attori del mondo
dell’impresa, del sindacato e della formazione: ne emerge l’importanza
dell’interazione tra le reti presenti sul territorio per veicolare la
domanda di lavoro e la necessità di operare in sinergia; si sono
rilevate pure alcune debolezze su cui bisogna intervenire in un’ottica
“anti crisi” e interessanti proposte per rendere efficaci gli
interventi e maggiormente coerenti i percorsi di formazione.
Ufficio stampa
Commissione regionale Pari opportunità
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