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Maggio 2012 ore 8 circa. Le ragazze attendono di entrare a scuola.
Aspettano i compagni, ridono, scherzano, pensano, sognano. Quali sono i
sogni di quella ragazzina dagli occhi grandi e ridenti? Che musica ha
ascoltato mentre sceglieva i vestiti per andare a scuola? Ha salutato
sua madre come ogni mattina? Ha giocato e inviato messaggi dal suo
cellulare mentre sul pullman raggiungeva, come ogni giorno, la sua
scuola? Chissà se ha avuto il tempo di pensare quando il boato l’ha
lasciata lì a terra. Piccolo cuore spento, piccola vita spezzata. I
bambini della scuola di Beslan, i piccoli alunni della scuola ebraica
francese e Melissa Bassi studentessa dell’istituto professionale
Morvillo-Falcone di Brindisi.
Un filo rosso lega queste stragi che si sono consumate in tempi e modi
diversi.
E se è vero che il terrorismo e la violenza, in tutte le sue forme,
sono abominevoli, quando sono diretti ai ragazzi, ai bambini,
assumono una ferocia tale da lasciarci non solo sgomenti, ma anche da
minare tutte le nostre sicurezze.
Ancora di più quando il luogo della violenza è quello che ha protetto
da sempre i nostri giovani, i nostri figli.
Quella scuola tanto vilipesa da qualche tempo, ma pur sempre
considerata la seconda casa di tutte le generazioni di ragazzi.
Colpire con un vile attentato proprio una scuola e proprio dei ragazzi
è un gesto ignobile e vigliacco. Senza senso. Senza un perché se non
quello del messaggio terribile: “ nessuno è al sicuro da nessuna parte…
Chiunque può essere colpito ovunque…”
Questo orribile fatto ha reso, suo malgrado, noto il volto di una
ragazzina che come ogni mattina era uscita da casa, una ragazzina
inconsapevole del suo ultimo giorno di vita.
A noi la sua morte ricorda anni bui che credevamo sepolti nel passato.
Ci costringe a considerare un presente gravido di pericoli e
incertezze, un presente che mai avremmo voluto rivivere.
Ed è proprio questo presente che ci chiede, più che mai, di rigettare
tutte le forme di violenza e ogni azione violenta e che ci chiama alla
partecipazione attiva alla vita democratica del nostro paese, nonché a
precise responsabilità personali alle quali nessuno di noi può
più sottrarsi.
La FLC CGIL di Catania esprime il suo cordoglio e il suo dolore per
tanta atrocità che ha spezzato una vita innocente e colpito al cuore la
vita sociale e civile del nostro Paese.
In ricordo di Melissa e per dire NO ad ogni forma di violenza, nei
prossimi giorni la FLC di Catania organizzerà un momento di
raccoglimento, con studenti, docenti e famiglie, davanti ad una delle
scuole della provincia di Catania intitolate al giudice Giovanni
Falcone.
Antonella Distefano
distefanoantonella@tiscali.it