Se un
preside sconsiglia “a chi non possiede requisiti atletici” la gita (ma
non dovrebbe chiamarsi “viaggio di istruzione” per le sue ricadute
didattiche?) in montagna a fare sci, suscitando le ire delle famiglie
di una inopinata categoria di diversamente-abili: gli obesi, un altro
non permette a una ragazza di 17 anni non vedente di portare con sé il
cane-guida in classe, mettendo in costernazione i genitori e la stessa
alunna assai più sicura con il suo fedele amico accanto. Due storie,
fra le tante, che raccontano quanto delicato e importante sia la
funzione del dirigente nelle nostre scuole che per fortuna ne hanno
altri che sfruttano tutte le opportunità possibili per ottenere
finanziamenti in modo da dotare i ragazzi dei fantastici I-Pad,
destinati a rivoluzionare la futura didattica e l'impostazione
dell'insegnamento. Di questi ultimi dirigenti ne occorrerebbe uno in
ogni scuola, e non solo per la lungimiranza, ma anche per la
preparazione necessaria onde entrare in tutti i recessi che la
legislazione europea e no consente.
Scelte strategiche che abbisognano presidi di alto profilo ma che non
sempre ritroviamo nonostante il ministero ce la stia mettendo tutta per
cercarli tramite l'ultimo concorso le cui prove scritte si svolgeranno
il 12 e il 13 dicembre prossimi, dopo le preselezioni del mese scorso i
cui esiti hanno, com'era prevedibile, implementato polemiche e ricorsi,
incarognimenti e blandizie tra gli ammessi e gli esclusi e pure tra le
varie associazioni di categoria che si sono schierati coi rispettivi
blocchi. Una di queste addirittura ha messo a disposizione il proprio
ufficio legale che, su esborso di 125 euro a testa, è pronto a fare una
causa “ad opponendum” contro coloro che si oppongono alla bocciatura
ricorrendo al Tar per avere la sospensiva e quindi per partecipare
comunque alle prove scritte. Se gli ammessi esultano, salutando questa
uscita come un ulteriore segnale del riconoscimento della loro bravura,
gli esclusi, che si reputano altrettanto bravi ma sfortunati e
penalizzati dagli eventi, si arrovellano pensando soprattutto alla
confusione e alle distorsioni subite e pure denunciate durante le
preselezioni. Ma a parte queste opposte crociate, quello che appare
evidente è la estrema fragilità dell'istituto dei concorsi alla
dirigenza scolastica, che, oltre ad essere l'unico mezzo per fare
carriera da parte dei professori, è stato sempre oggetto di contenziosi
e ricorsi (in Sicilia è ancora pendette quello del 2004), mentre su un
piatto di argento ci sarebbe la possibilità di consentire ai collegi
dei docenti di ogni istituzione autonoma l'elezione del proprio preside
a tempo determinato, come i sindaci nei comuni, e soprattutto senza
ricorsi e senza oneri per lo Stato.
Pasquale Almirante
(da La Sicilia del 27/11/2011)