Concorso
concepito male, nato peggio, svezzato fuori controllo e quindi ad alto
rischio di finire nelle aule dei tribunali per essere del tutto
invalidato, oppure per trascinarsi malaticcio per decenni senza dare
frutti. La diagnosi del concorso bandito dal Miur a 2.836 posti di
dirigente scolastico, e svoltosi il 12 scorso con la prova
preselettiva, non può essere letta in altro modo considerato che,
annunciato con la promessa di un numero maggiore di cattedre, è stato
atteso per oltre un anno e poi via via svilito dalle richieste perfino
di sospensiva al Tar per consentire anche a chi non aveva i titoli
previsti di parteciparvi, con una spirale pericolosa i cui precedenti
sono visibili nella annosa questione del concorso del 2004 in Sicilia,
dove è ancora attesa la sentenza della corte costituzionale che faccia
salva la legge 202 del 2010. Si chiedono infatti in molti che succederà
se un concorrente ammesso con riserva vincesse la preselzione e quindi
le altre prove previste per diventare preside?
E ancora: quale sviluppo potranno avere gli altri migliaia di ricorsi
contro le conclamate disfunzioni organizzative delle sedi dove si
svolgeva la prova insieme con le macroscopiche sviste del Mir e della
società incaricata di preparare le domande e i materiali per svolgere
le preselezione? Difficilmente il Tar, di fronte a tante evidenze
disparità di controllo fra le 113 scuole delle regioni italiane e ai
colpevoli errori presenti ancora nei quiz, nonostante un migliaio circa
fossero stati cassati alla fonte, potrà non dare ragione ai ricorrenti,
consentendo loro di partecipare comunque ai due scritti prima della
definitiva ammissione agli orali. E difficilmente i bocciati, che non
si sono rivolti al Tar, ingoieranno il rospo senza batter ciglio. Per
questo, di fronte a tale grottesco scenario, sarebbe opportuno
annullare in radice il concorso, pagando magari i danni ai concorrenti,
ma salvando almeno lo Stato da legulei contenziosi ben più onerosi,
anche perchè ormai va sembrando sempre più chiaro che posti effettivi
di dirigente non ce ne sono e neanche per i prossimi anni. Un apparente
paradosso che però si concretizza leggendo il decreto del luglio scorso
sul dimensionamento col quale si fa strage di oltre 2.500 presidenze in
tutta Italia, come conferma l'altra nota del 7 ottobre 2011 del
Miur: “gli istituti compresivi per acquisire l'autonomia devono essere
costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni
site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche
caratterizzate da specificità linguistiche”. Che è come dire: ma
perchè tanto affanno per diventare presidi di presidenze che non ci
sono?
Pasquale Almirante
(da La Sicilia del 23/10)