CONCORSO DIRIGENTI SICILIA: CHI PAGA?
C’è un dramma di Pirandello che si intitola “La ragione degli altri”. Cioè i problemi vanno guardati da più angolazioni e scopriremo come la ragione e il torto non si tagliano nettamente con un colpo netto di coltello.
Prendiamo l’ultimo concorso dirigenti in Sicilia. Un pasticciaccio brutto. E una serie di questioni mal poste. In questo fantomatico concorso, signori miei, ormai è stato accertato, ci sono state irregolarità nella correzione degli scritti. Alcuni partecipanti li hanno superati, altri no. Questi ultimi, com’era nel loro sacrosanto diritto, hanno fatto ricorso. Volevano vederci chiaro, volevano capire se il mancato superamento derivava da loro personale incapacità o da brogli di vario tipo, tesi a favorire qualche partecipante. Qual è stato, a questo punto, il problema? Che il concorso, e qui sta il fattaccio, è andato avanti lo stesso. Probabilmente sono state ammesse agli orali persone con l’aiutino, ma anche persone senza. Con il risultato tutti costoro meritatamente o immeritatamente a questo punto lo sa Iddio, adesso sono presidi. Cioè occupano poltrone importanti, dirigono una scuola, con responsabilità di ogni genere.
Nessuno di noi può dire con assoluta sicurezza che non sono competenti a farlo e nemmeno il contrario. La correzione pasticciata, purtroppo per chi era pulito, ha inficiato tutto, ha confuso tutto. D’altro canto i ricorrenti hanno speso soldi, fatica per condurre una battaglia in nome della legalità, affinchè il concorso fosse mondato da brutture, raccomandazioni e irregolarità.
Il problema, signori miei, non è qui la rivalsa dei ricorrenti contro i vincitori, né la naturale, a questo punto, difesa della propria poltrona, da parte dei neoassunti, un gruppo “eterogeneo”. Entrambi hanno la loro piccola o grande fetta di ragione. Il problema, di cui dovremmo parlare, è un altro: chi sono i responsabili di questa affrettata o addirittura inesistente correzione? Esistono queste commissioni e sottocommissioni, con tanto di nomi e cognomi, o no? Mettiamo da parte calunnie e rimostranze. Si pensi ad accertare bene i fatti e le responsabilità: o in Italia pagare per le proprie colpe è proprio impossibile?
Prendiamo l’ultimo concorso dirigenti in Sicilia. Un pasticciaccio brutto. E una serie di questioni mal poste. In questo fantomatico concorso, signori miei, ormai è stato accertato, ci sono state irregolarità nella correzione degli scritti. Alcuni partecipanti li hanno superati, altri no. Questi ultimi, com’era nel loro sacrosanto diritto, hanno fatto ricorso. Volevano vederci chiaro, volevano capire se il mancato superamento derivava da loro personale incapacità o da brogli di vario tipo, tesi a favorire qualche partecipante. Qual è stato, a questo punto, il problema? Che il concorso, e qui sta il fattaccio, è andato avanti lo stesso. Probabilmente sono state ammesse agli orali persone con l’aiutino, ma anche persone senza. Con il risultato tutti costoro meritatamente o immeritatamente a questo punto lo sa Iddio, adesso sono presidi. Cioè occupano poltrone importanti, dirigono una scuola, con responsabilità di ogni genere.
Nessuno di noi può dire con assoluta sicurezza che non sono competenti a farlo e nemmeno il contrario. La correzione pasticciata, purtroppo per chi era pulito, ha inficiato tutto, ha confuso tutto. D’altro canto i ricorrenti hanno speso soldi, fatica per condurre una battaglia in nome della legalità, affinchè il concorso fosse mondato da brutture, raccomandazioni e irregolarità.
Il problema, signori miei, non è qui la rivalsa dei ricorrenti contro i vincitori, né la naturale, a questo punto, difesa della propria poltrona, da parte dei neoassunti, un gruppo “eterogeneo”. Entrambi hanno la loro piccola o grande fetta di ragione. Il problema, di cui dovremmo parlare, è un altro: chi sono i responsabili di questa affrettata o addirittura inesistente correzione? Esistono queste commissioni e sottocommissioni, con tanto di nomi e cognomi, o no? Mettiamo da parte calunnie e rimostranze. Si pensi ad accertare bene i fatti e le responsabilità: o in Italia pagare per le proprie colpe è proprio impossibile?
SILVANA LA PORTA
DA VIVERE, INSERTO DE LA SICILIA DEL 26 NOVEMBRE 2009