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È noto ormai a tutti che la scuola italiana non gode di buona salute, che i nostri studenti risultano agli ultimi posti nel mondo e che i più somari sono quelli del Centro-Sud. Colpa forse dei docenti terroni, fannulloni e ignoranti? Parola dei ministri Brunetta e Gelmini, non c’è da dubitarne!
È per questo che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha pensato bene di correre ai ripari, organizzando per le scuole di alcune regioni del  Mezzogiorno ( Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), quelle appunto dei somari, un Seminario di informazione e sensibilizzazione sull’indagine OCSE-PISA e altre ricerche internazionali, in vista delle prossime prove che verranno sottoposte, nel 2009, agli studenti di 15 anni  per  verificarne le competenze e le capacità di apprendimento.
L’obiettivo, come recita la circolare inviata alle scuole interessate delle suddette regioni, è quello“ di sensibilizzare dirigenti scolastici e docenti affinché gli studenti di 15 anni siano preparati ad affrontare prove di Italiano, Matematica e Scienze, secondo le modalità utilizzate dall’indagine PISA”.
Questo l’imperativo categorico:
- la percentuale degli studenti di 15 anni con scarse competenze in lettura dall’attuale 35% dovrà essere ridotta al 20%;
- la percentuale degli studenti di 15 anni con scarse competenze in matematica dall’attuale 48% dovrà essere ridotta al 21%
Per la nobile  causa sono stati incaricati docenti-formatori dell’INVALSI che si  prodigano nell’arduo compito di far conoscere ai docenti terroni, fannulloni e ignoranti le tipologie di prove somministrate agli studenti nel 2006 e, cosa  ancor più ardua, nell’impresa di spiegare loro come decodificarne i contenuti, aiutandoli a districarsi tra le diverse tipologie di domande e i relativi criteri di valutazione delle risposte. Come sarebbe stato possibile orientarsi in una così difficile materia senza l’ausilio degli esperti?
Chi scrive è tra i primi fortunati ad avere frequentato, presso il Liceo scientifico “G. Galilei” di Catania, uno di questi seminari: un pomeriggio di estenuante lettura dei risultati dell’indagine OCSE-PISA, noti ormai, forse, anche ai non addetti ai lavori, e ben sette ore del giorno successivo, con un intervallo per il pranzo, per vedersi passare davanti agli occhi una serie interminabile di slide sulle prove di lettura. A rompere la monotonia qualche strafalcione nell’interpretazione dei dati e un’illuminante spiegazione sulle cause che hanno portato gli studenti italiani a rispondere in modo errato  ai quesiti proposti: a differenza dei ragazzi delle altre nazioni, che si sono collocate su posizioni che precedono l’Italia, i nostri studenti avrebbero la colpa di avere affrontato con scarso impegno le prove, in quanto poco consapevoli di avere la grande responsabilità di rappresentare la nazione di fronte al mondo. E colpevoli anche gli insegnanti per non avere sufficientemente motivato gli studenti a questo alto compito. Insomma si tratterebbe di carenza di amor di patria e non di ignoranza! Consolante interpretazione che ci fa sperare che basterà accendere gli animi dei nostri studenti, magari facendo loro cantare una volta al giorno l’inno di Mameli e tutto andrà a posto: dimostreranno di essere bravi e, per di più, di possedere un solido senso di appartenenza al proprio paese.
La “due giorni” è stata allietata da un ricco buffet ad opera dell’Istituto Alberghiero di Monte Po, onore al merito degli studenti, che ha comportato una ulteriore spesa certamente non necessaria. Si può immaginare che “l’abbuffata” nasca dall’esigenza di gratificare almeno il palato dei docenti  visto che le menti non lo sono state. E, dulcis in fundo, a ciascun partecipante è stato fatto dono, da parte del Galilei, di un nutrito numero di copie della lussuosa rivista dell’istituto, in carta patinata, a riprova, per chi non lo sapesse ancora, che la differenza tra le scuole passa  attraverso l’esibizione di lustrini e ricchi premi . Non è mancato il consueto attestato, grazie al quale ciascuno un giorno possa dire “C’ero anch’io”.
Data la situazione, alcune riflessioni conclusive sono obbligatorie

- In un momento di grave  crisi  economica, come quella attuale, i soldi provenienti dal Fondo Sociale Europeo vengono utilizzati per finanziare inutili  corsi di formazione , con trasferte fuori sede, di docenti che verranno a loro volta poi pagati per tenere altrettanto  inutili corsi puramente informativi
- Come di consueto, ancora una volta, queste attività hanno l’unica finalità  di giustificare la spesa di somme di danaro stanziate  e non utilizzabili altrimenti;  in questo caso relative al  P.O.N. 2007-2013 “Competenze per lo Sviluppo”.
- L’iniziativa del Ministero appare schizofrenica: si parla di standard di qualità che gli studenti italiani dovrebbero raggiungere, in un momento in cui le scelte politiche ed economiche del governo vanno nella direzione di dequalificare la scuola pubblica, piuttosto che promuoverne la crescita
- Ancora una volta la classe insegnante viene considerata come una massa incapace  di leggere autonomamente semplici informazioni
- Nessuna riflessione è stata fatta sui reali problemi che affliggono la scuola italiana  e sulla loro complessità, legata alle vecchie e nuove questioni economico-sociali che caratterizzano le diverse realtà scolastiche distribuite sul territorio
Non sarebbe stato più utile investire il denaro, organizzando gruppi di lavoro nelle singole scuole a partire dall’analisi dei dati dell’indagine Pisa, ma per confrontarsi poi sui risvolti pedagogici e  didattici della questione e per trovare risposte non solo di facciata?
Ai posteri l’ardua sentenza.








Postato il Giovedì, 20 novembre 2008 ore 00:05:00 CET di Silvana La Porta
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