Partita il 19 maggio scorso, la versione italiana del progetto è strutturata in 20 facoltà e può contare su un totale di oltre 3mila pagine in continuo aumento. Non c'è ovviamente un magnifico rettore, non vengono organizzati esami e non si rilasciano lauree. Tutto è interamente prodotto da volontari, che condividono le proprie conoscenze per migliorare i contenuti dei corsi proposti.
L'idea di partenza, come è spiegato sul sito, è creare "un'università multilingue liberamente consultabile sul web, fondata sulla certezza che ciascuno possiede delle conoscenze che può condividere con gli altri". Insomma: un modo nuovo di diffondere la cultura che si affianca al già rodato progetto Wikibooks, che dal 2003 in inglese e dal 2004 in italiano sviluppa e distribuisce libri di testo e manuali gratuiti a contenuto aperto e che ha creato una vera e propria biblioteca con libri interamente modificabili dai navigatori.
Per riuscire nell'impresa, la comunità che si occupa della Wikiversità si è messa all'opera con grande energia. L'8 giugno, tre settimane dopo l'inaugurazione, era già stato sfondato il muro delle 100 lezioni. Attualmente siamo a quota 178, con 201 utenti al lavoro.
Ovviamente il progetto è ancora in una fase embrionale. Numerose pagine sono solamente abbozzate e moltissime facoltà sono ancora dei cantieri aperti. Più che una fonte di informazioni, in diversi casi il sito è per ora soprattutto un'occasione per rimboccarsi le maniche, ripassare e mettersi a scrivere delle lezioni da pubblicare.
Le possibilità di crescita, però, sono considerevoli. La versione inglese, nata all'interno di Wikibooks e divenuta indipendente nell'agosto 2006, contiene 4.243 lezioni, molte delle quali estremamente approfondite. Dall'ingegneria alla psicologia, passando per la giurisprudenza e l'economia, ci sono opportunità di ripasso un po' per tutti. Sotto l'ombrellone, ma anche al ritorno dalle vacanze.
(7 agosto 2007)
ANDREA BETTINI