da IL TEMPO
Venerdì, 3 Agosto 2007
Fioroni era il primo della classe Ma non passava mai i compiti
di ALESSANDRO USAI
«CREDO che abbia ancora qualche dolore alle costole. Colpa delle pennate che da dietro il banco gli rifilavo quando non mi passava il compito in classe». Giorgio Natali ricorda così l’ex compagno di scuola Giuseppe Fioroni. Sono passati 30 anni dalla maturità scientifica che il ministro dell’Istruzione ha ottenuto al Liceo scientifico Cardinal Ragonesi di Viterbo. Diplomato con 60, il massimo dei voti. Era il 1977 e la scuola da allora ha subito molti cambiamenti. Ora Fioroni pensa alla riforma con il ripristino degli esami di riparazione a settembre. «Forse è giusto - prosegue Natali che oggi gestisce un ingrosso di alimentari - ma certo che Peppe (così lo chiamano ancora nella sua Viterbo ndr) non ha mai avuto bisogno di studiare durante l’estate». Primo della classe, a pari merito con il compagno di banco Sandro Scapellato. Quest’ultimo brillava nelle materie scientifiche mentre Peppe era insuperabile in quelle letterarie. Un rivale che Fioroni si è fatto subito amico. I due erano i preferiti dagli insegnanti che li coinvolgevano durante le lezioni. «A volte polemizzava con i professori - racconta Giulio Pinzaglia, altro compagno di scuola di Fioroni - perché le spiegazioni non lo convincevano. Ed era lui a interrogarli. Celebri i faccia a faccia con Ortu, il prof di matematica. Fioroni spesso lo metteva in difficoltà». Insomma, un secchione. Ma gentile e disponibile con tutti, tanto che il pomeriggio aiutava i compagni meno preparati facendo ripetizioni. «In aula però era una sfinge. Non suggeriva alle interrogazioni - prosegue Pinzaglia - e durante il compito in classe era impossibile fargli passare un foglietto. Nemmeno gli scappellotti sulla testa quando il professore era girato servivano a dissuaderlo. Solo in rarissimi casi, e con la forza, si riusciva a ottenere un briciolo di copiatura». La pagella di Fioroni è eloquente: in italiano e inglese un 8 pieno, addirittura 10 in scienze. L’ex professore di inglese lo ricorda sempre con grande affetto e aveva previsto una carriera straordinaria. Guai a toccarglielo. Ha avuto come alunno anche il figlio Marco, che con impegno ha ottenuto il diploma di maturità quest’anno con 78/100. Piccoli Fioroni crescono. Ma battere l’originale è quasi impossibile. Unica pecca, l’educazione fisica. «Lo prendevamo in giro - afferma Pinzaglia - perché a palla a volo era una schiappa. Sempre fermo e poco reattivo, tanto che gli dicevamo di portarsi il banco in campo». Fioroni aveva però una guardia del corpo. Carlo Salvucci, sempre pronto a difenderlo quando lo scherzo eccedeva in episodi di bullismo. «Peppe è una persona positiva. Gli piaceva studiare - dice Salvucci - e a volte dovevo sgridare i compagni di classe quando lo prendevano in giro in modo esagerato. Peccato che la carriera politica lo abbia un po’ allontanato da noi. Alle cene degli ex alunni era un miracolo vederlo. Diventò giovanissimo sindaco di Viterbo con la Democrazia Cristiana e partecipò a un ritrovo degli ex alunni del Ragonesi. Fu l’ultima volta, ma spero di riuscire a coinvolgerlo ancora. Faccio il tifo per lui, anche se è di Centrosinistra. Ma non troppo». Già, la politica. Una corsa parallela con la scuola. Raccontano gli ex compagni che Fioroni era un politico nato. Un democristiano. «Era nella sinistra Dc e aveva Zaccagnini come riferimento. A me piaceva Andreotti - spiega Natali - e la notte facevamo il picchetto davanti alle sezioni degli organi provinciali. C’erano le elezioni per i rappresentanti del partito e le schede bianche alla fine venivano compilate dai delegati. Fioroni lo sapeva e seppur nella cordata di minoranza restava fino alla chiusura delle sedi per limitare i danni». Proprio non accettava veder copiare. Un difetto? «Promette a tutti e poi alla fine mantiene poco, tanto da guadagnarsi un soprannome che però ritengo bugiardo. Peppe è un cattolico vero - conclude Natali - adora i Giuseppini del Murialdo. Caritas e Pro Loco hanno sempre avuto il suo sostegno». Certamente più dei compagni di scuola durante il compito in classe. a.usai@iltempo.it
Venerdì, 3 Agosto 2007
Fioroni era il primo della classe Ma non passava mai i compiti
di ALESSANDRO USAI
«CREDO che abbia ancora qualche dolore alle costole. Colpa delle pennate che da dietro il banco gli rifilavo quando non mi passava il compito in classe». Giorgio Natali ricorda così l’ex compagno di scuola Giuseppe Fioroni. Sono passati 30 anni dalla maturità scientifica che il ministro dell’Istruzione ha ottenuto al Liceo scientifico Cardinal Ragonesi di Viterbo. Diplomato con 60, il massimo dei voti. Era il 1977 e la scuola da allora ha subito molti cambiamenti. Ora Fioroni pensa alla riforma con il ripristino degli esami di riparazione a settembre. «Forse è giusto - prosegue Natali che oggi gestisce un ingrosso di alimentari - ma certo che Peppe (così lo chiamano ancora nella sua Viterbo ndr) non ha mai avuto bisogno di studiare durante l’estate». Primo della classe, a pari merito con il compagno di banco Sandro Scapellato. Quest’ultimo brillava nelle materie scientifiche mentre Peppe era insuperabile in quelle letterarie. Un rivale che Fioroni si è fatto subito amico. I due erano i preferiti dagli insegnanti che li coinvolgevano durante le lezioni. «A volte polemizzava con i professori - racconta Giulio Pinzaglia, altro compagno di scuola di Fioroni - perché le spiegazioni non lo convincevano. Ed era lui a interrogarli. Celebri i faccia a faccia con Ortu, il prof di matematica. Fioroni spesso lo metteva in difficoltà». Insomma, un secchione. Ma gentile e disponibile con tutti, tanto che il pomeriggio aiutava i compagni meno preparati facendo ripetizioni. «In aula però era una sfinge. Non suggeriva alle interrogazioni - prosegue Pinzaglia - e durante il compito in classe era impossibile fargli passare un foglietto. Nemmeno gli scappellotti sulla testa quando il professore era girato servivano a dissuaderlo. Solo in rarissimi casi, e con la forza, si riusciva a ottenere un briciolo di copiatura». La pagella di Fioroni è eloquente: in italiano e inglese un 8 pieno, addirittura 10 in scienze. L’ex professore di inglese lo ricorda sempre con grande affetto e aveva previsto una carriera straordinaria. Guai a toccarglielo. Ha avuto come alunno anche il figlio Marco, che con impegno ha ottenuto il diploma di maturità quest’anno con 78/100. Piccoli Fioroni crescono. Ma battere l’originale è quasi impossibile. Unica pecca, l’educazione fisica. «Lo prendevamo in giro - afferma Pinzaglia - perché a palla a volo era una schiappa. Sempre fermo e poco reattivo, tanto che gli dicevamo di portarsi il banco in campo». Fioroni aveva però una guardia del corpo. Carlo Salvucci, sempre pronto a difenderlo quando lo scherzo eccedeva in episodi di bullismo. «Peppe è una persona positiva. Gli piaceva studiare - dice Salvucci - e a volte dovevo sgridare i compagni di classe quando lo prendevano in giro in modo esagerato. Peccato che la carriera politica lo abbia un po’ allontanato da noi. Alle cene degli ex alunni era un miracolo vederlo. Diventò giovanissimo sindaco di Viterbo con la Democrazia Cristiana e partecipò a un ritrovo degli ex alunni del Ragonesi. Fu l’ultima volta, ma spero di riuscire a coinvolgerlo ancora. Faccio il tifo per lui, anche se è di Centrosinistra. Ma non troppo». Già, la politica. Una corsa parallela con la scuola. Raccontano gli ex compagni che Fioroni era un politico nato. Un democristiano. «Era nella sinistra Dc e aveva Zaccagnini come riferimento. A me piaceva Andreotti - spiega Natali - e la notte facevamo il picchetto davanti alle sezioni degli organi provinciali. C’erano le elezioni per i rappresentanti del partito e le schede bianche alla fine venivano compilate dai delegati. Fioroni lo sapeva e seppur nella cordata di minoranza restava fino alla chiusura delle sedi per limitare i danni». Proprio non accettava veder copiare. Un difetto? «Promette a tutti e poi alla fine mantiene poco, tanto da guadagnarsi un soprannome che però ritengo bugiardo. Peppe è un cattolico vero - conclude Natali - adora i Giuseppini del Murialdo. Caritas e Pro Loco hanno sempre avuto il suo sostegno». Certamente più dei compagni di scuola durante il compito in classe. a.usai@iltempo.it