DOCENTI PICCHIATI DAGLI ALUNNI: NE RISPONDE IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Chiedere al dirigente scolastico la tutela dell’incolumità fisica propria e degli studenti. È questa la strategia proposta dalla Gilda degli Insegnanti per difendere i docenti e le loro classi nei casi di violenze da parte degli alunni. Una possibile soluzione che intende rispondere non solo al fenomeno del bullismo, ma anche a quelle situazioni di estrema difficoltà in cui si trovano a operare gli insegnanti quando devono gestire i rapporti con ragazzi disabili e aggressivi.
“Nella scuola autonoma – spiega il sindacato – il dirigente scolastico ha responsabilità precise, rappresentando, come previsto dalle norme vigenti, la figura del datore di lavoro”.
Appellandosi all’articolo 2087 del Codice civile, in base al quale “l’imprenditore è tenuto ad adottare, nell’esercizio dell’impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”, la Gilda chiama in causa direttamente i dirigenti scolastici, invitando i docenti a chiedere il loro intervento in caso di comportamenti pericolosi messi in atto dagli studenti.
“Ad esempio – prosegue l’organizzazione sindacale – se si tratta di un alunno diversamente abile, il datore di lavoro ha il preciso dovere di garantire tutte le figure di supporto, previste dalla legge, affinché l’allievo non arrechi danni a terzi, in primis ai compagni di scuola e ai docenti”. E qualora il dirigente scolastico, e per lui l’Amministrazione, risultino inadempienti, afferma la Gilda, “possono essere chiamati a rispondere di qualsiasi danno fisico, morale e biologico che, nell’esercizio della propria funzione, venga causato ai docenti”.
Secondo la proposta avanzata dal sindacato, gli insegnanti dovrebbero presentare al dirigente scolastico una relazione in cui siano descritti episodi, dinamiche, situazioni di pericolo e strategie impiegate per evitarle e discutere con lui in merito alle iniziative da mettere in campo per arginare il fenomeno.
A disposizione dei docenti, la Gilda ha redatto anche un modulo da compilare e inviare ai dirigenti scolastici.
Roma, 20 aprile 2007
Violenza a scuola
REGOLE DA SEGUIRE.
20/4/2007
- Stipulare un’assicurazione individuale o collettiva per la responsabilità civile e infortuni sul lavoro.
- Monitorare la situazione attraverso OSSERVAZIONI SISTEMATICHE: rilevazione di tutti i comportamenti pericolosi, descrizione del comportamento senza giudizi o impressioni (es. ore … l’alunno ha rovesciato la sedia ecc.).
- Relazioni periodiche riassuntive correlate dalle strategie di prevenzione e neutralizzazione delle situazioni di pericolo, tipologie di interventi per far fronte all’emergenza esiti degli interventi (da inserire nei registri ed inviare al DS).
- Richiesta di intervento da inviare al DS.
- In caso di mancata risposta da parte del DS o nel caso in cui le strategie elaborate tra gruppo docente e DS non si siano rivelate efficaci:
PER TUTELARSI NEI CONFRONTI DELLA RESPONSABILITÀ CIVILE VERSO I MINORI
Inviare a
o USP
o USR
o Giudice tutelare dei minori
tutta la documentazione relativa al caso accompagnata dalla seguente dichiarazione:
“I sottoscritti insegnanti ……. del…….
Dichiarano
di non poter assumere la responsabilità morale e civile degli alunni delle classi ……
Perché la situazione di cui si allega documentazione non consente di effettuare regolare sorveglianza”
PER TUTELARE SE STESSI E LA PROPRIA INCOLUMITA’
- Denuncia e richiesta di tutela al D.S.
Al Dirigente scolastico
dell ……………………….
Con la presente, la sottoscritta insegnante ……………….. in servizio con contratto a tempo ……….. presso …………………….
SEGNALA
alla S.V. che in data ……………. È avvenuto quanto segue ……….(breve descrizione del fatto)
Pertanto
CHIEDE
alla S.V., ai sensi e per gli effetti dell’art. 2087 del Codice Civile, di porre in essere ogni adeguata misura per garantire l’integrità fisica della scrivente, riservandosi in caso contrario di adottare le opportune azioni risarcitorie.
Distinti saluti
Data ……………………………………. Firma ………………………………………….
Chi risponde se un alunno picchia un docente?
di Rino Di Meglio, 20/4/2007
E’ opportuno che il docente in tali ipotesi scriva immediatamente al Dirigente scolastico, chiedendogli di garantire la propria incolumità fisica e quella degli altri alunni: il Dirigente scolastico, nella scuola autonoma, ha infatti responsabilità precise, rappresentando, come previsto dalle vigenti norme, la figura del “datore di lavoro”.
Così recita l’art. 2087 del Codice Civile:
“L'imprenditore è tenuto ad adottare, nell'esercizio dell'impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”: il datore di lavoro, , deve perciò garantire l’adozione di tutti i sistemi in possesso della tecnica atti a prevenire e proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori nonchè a salvaguardare la personalità morale degli stessi.
La giurisprudenza è orientata a riconoscere inadempiente agli obblighi in materia di igiene e sicurezza del lavoro il datore di lavoro che, pur avendo osservato tutte le specifiche disposizioni in merito, non sia riuscito a tutelare idoneamente l’integrità fisica dei lavoratori.
Secondo quanto prescritto dall’art. 1176 c.c., il datore di lavoro deve comportarsi con la diligenza necessaria, così espressa:
“Nell'adempimento dell’obbligo inerente all’esercizio di un’attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell'attività esercitata”.
Al datore di lavoro viene richiesta una particolare accuratezza sia nell'individuazione dei fattori di pericolo, sia nella scelta delle misure di prevenzione necessarie a tutelare l'integrità fisica del lavoratore, anche se non specificamente previste da norme di prevenzione o da altre prescrizioni di organi competenti. Il precetto amplia notevolmente il dovere di sicurezza del datore di lavoro, in quanto tale dovere non è più fissato da regole precise e statiche che inevitabilmente col tempo verrebbero superate, ma da princìpi che devono essere continuamente aggiornati, tenendo conto dei tre criteri scaturiti dall’art. 2087:
◊ la particolarità del lavoro;
◊ l'esperienza;
◊ la tecnica.
Ad esempio, se si tratta di un alunno diversamente abile, il datore di lavoro ha il preciso dovere di garantire tutte le figure di supporto, previste dalla legge, affinché l’allievo non arrechi danni a terzi, in primis agli altri alunni ed ai docenti.
Il Dirigente scolastico, e per lui l’Amministrazione, possono essere chiamati a rispondere di qualsiasi danno fisico, morale e biologico che, nell’esercizio della propria funzione, venga causato ai docenti.
Professione pericolo.
di Michela Gallina da SAM Notizie aprile 2007
La violenza nella scuola è uno dei temi più attuali del momento: bullismo, insegnanti che per-dono il controllo e producono lesioni fisiche agli allievi, insegnanti e presidi picchiati dai genitori degli alunni… Il riflettore su questa realtà, nonostante abbia sviscerato il fenomeno in molti dei suoi aspetti, sicuramente non ha ancora descritto una situazione particolare che tuttavia ci vie-ne frequentemente segnalata presso le nostre sedi e per la quale non sempre i colleghi ricevo-no risposte sufficienti dagli organi competenti alla soluzione del problema. E’ arrivato il mo-mento di parlare e denunciare anche la situazione che vede gli insegnanti vittime di percosse da parte dei loro alunni non affetti da bullismo, semplicemente bambini e ragazzini con qualche disturbo del comportamento o della personalità che, in preda ad improvvise crisi di aggressivi-tà incontenibile ed apparentemente ingiustificate ed imprevedibili, sferrano calci, pugni, morsi e graffi a chiunque rientri nel loro raggio d’azione, siano essi alunni o insegnanti. Vengono ro-vesciati banchi, lanciate sedie ed altri oggetti, l’insegnante si precipita per bloccare e neutraliz-zare l’alunno in preda alla crisi ma ne esce contuso: lividi, fratture ossee, distorsioni muscolari-setti nasali, denti, occhiali rotti e quant’altro perché, si sa, l’insegnante non può difendersi, in-terviene per garantire almeno l’incolumità del resto della classe ma paga in prima persona.
In realtà paga due volte: i danni fisici sono solo uno degli aspetti del problema, ma il vivere in una situazione di costante allerta e preoccupazione perché oggi è andata bene ma domani chissà… è un altro degli aspetti non sottovalutabili. E se viene ferito uno dei compagni, su chi ricadrà la colpa, la responsabilità? Queste ansie si trascinano giorno dopo giorno, è come esse-re in trincea, in un’atmosfera che non favorisce certo quella serenità di cui necessiterebbe l’apprendimento, bensì sottopone tutti, alunni ma soprattutto insegnanti, ad una situazione di stress estremamente logorante, in particolare se si verifica in classi molto affollate, situazione che aumenta i fattori di rischio.
E allora cosa fare? Nessuno sa, nessuno ne parla…. Certo un insegnante che, sottoposto ad uno stress così intenso, non riesce a controllarsi e dà uno schiaffo ad un alunno fa una gran notizia che poi viene gonfiata come si conviene dai media. Sull’insegnante regolarmente pic-chiato dall’alunno invece cala il silenzio più totale.
I dirigenti, dal canto loro, non sanno come intervenire: sanzioni disciplinari?
Sospensioni? Mah, chissà, è già un caso disperato, esprime una condizione di sofferenza e di-sagio ed è già vittima due volte: dei propri problemi e del sistema che lo emargina e/o sanzio-na. Quindi temporeggiano, intanto gli insegnanti possono portare pazien-za, sanno sempre mettere una pezza… Nel migliore dei casi vengono Organizzati degli incontri scuola-famiglia che il più delle volte non sortiscono alcun risultato perché i problemi sono seri, radicati e il comportamento violento è solo il sintomo, la punta dell’iceberg di situazioni più profonde la cui soluzione non compete certo alla scuola.
Questo tipo di realtà tocca due temi fondamentali: integrazione e sicurezza.
Per quel che riguarda il primo tema, si fa presto a dire “integrazione”, ma il concetto esprime qualcosa che va ben oltre l’inserimento selvaggio in queste condizioni di classi affollate, di as-senza di personale specifico (educatori, addetti all’assistenza), non è certo integrazione, è irre-sponsabilità da parte dei dirigenti che espongono quotidianamente insegnanti ed alunni a con-tinui pericoli, si salvaguarda un soggetto ma a spese di tutti gli altri. Integrazione significa in-vece far in modo che le diversità si incontrino per un arricchimento e una valorizzazione reci-proci, significa accoglienza, fiducia e rispetto. Nei casi segnalati invece bisogna tenere il perico-lo sotto controllo (perché in queste situazioni l’alunno è vissuto come un “pericolo”)con diffi-denza e circospezione, parlare di integrazione è una mistificazione che svilisce tutto il significa-to del termine.
Evitare la soluzione estrema e discutibile di allontanamento del soggetto pericoloso richiede in-terventi seri, investimenti, persone e strutture di cui la scuola oggi non dispone.
E cosa dire a proposito della sicurezza, che valore può avere il rispetto della 626 quando c’è una mina vagante che nessuno riesce a disinnescare?
E CHI dovrebbe garantire la sicurezza nei posti di lavoro e l’incolumità dei dipendenti? Il datore di lavoro, naturalmente, infatti il Responsabile per la sicurezza, da non confondere con il rap-presentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), è proprio il dirigente scolastico.
La soluzione che vogliamo proporre, come organizzazione sindacale, a tutela degli insegnanti, della loro incolumità fisica e della salute psichica è appunto quella di sporgere denuncia e chie-dere tutela al dirigente ogni qualvolta si verifichino situazioni di questo tipo.
Naturalmente ogni insegnante singolarmente o collegialmente deve relazionare per iscritto in merito ad episodi, dinamiche, situazioni di pericolo e strategie adottate per evitarle, deve in-formare il dirigente e discutere con lui in merito a strategie di soluzione.
Il dirigente, dal canto suo, ricevuta la segnalazione, dovrebbe fare richiesta presso gli enti lo-cali di avere a disposizione personale preparato a far fronte a queste situazioni. Se tutto ciò non dovesse attuarsi o bastare, gli insegnanti contusi devono farsi immediatamente visitare e rilasciare un certificato dal medico o dal pronto soccorso e con quello sporgere denuncia all’istituzione scolastica.
Chiedere al dirigente scolastico la tutela dell’incolumità fisica propria e degli studenti. È questa la strategia proposta dalla Gilda degli Insegnanti per difendere i docenti e le loro classi nei casi di violenze da parte degli alunni. Una possibile soluzione che intende rispondere non solo al fenomeno del bullismo, ma anche a quelle situazioni di estrema difficoltà in cui si trovano a operare gli insegnanti quando devono gestire i rapporti con ragazzi disabili e aggressivi.
“Nella scuola autonoma – spiega il sindacato – il dirigente scolastico ha responsabilità precise, rappresentando, come previsto dalle norme vigenti, la figura del datore di lavoro”.
Appellandosi all’articolo 2087 del Codice civile, in base al quale “l’imprenditore è tenuto ad adottare, nell’esercizio dell’impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”, la Gilda chiama in causa direttamente i dirigenti scolastici, invitando i docenti a chiedere il loro intervento in caso di comportamenti pericolosi messi in atto dagli studenti.
“Ad esempio – prosegue l’organizzazione sindacale – se si tratta di un alunno diversamente abile, il datore di lavoro ha il preciso dovere di garantire tutte le figure di supporto, previste dalla legge, affinché l’allievo non arrechi danni a terzi, in primis ai compagni di scuola e ai docenti”. E qualora il dirigente scolastico, e per lui l’Amministrazione, risultino inadempienti, afferma la Gilda, “possono essere chiamati a rispondere di qualsiasi danno fisico, morale e biologico che, nell’esercizio della propria funzione, venga causato ai docenti”.
Secondo la proposta avanzata dal sindacato, gli insegnanti dovrebbero presentare al dirigente scolastico una relazione in cui siano descritti episodi, dinamiche, situazioni di pericolo e strategie impiegate per evitarle e discutere con lui in merito alle iniziative da mettere in campo per arginare il fenomeno.
A disposizione dei docenti, la Gilda ha redatto anche un modulo da compilare e inviare ai dirigenti scolastici.
Roma, 20 aprile 2007
Violenza a scuola
REGOLE DA SEGUIRE.
20/4/2007
- Stipulare un’assicurazione individuale o collettiva per la responsabilità civile e infortuni sul lavoro.
- Monitorare la situazione attraverso OSSERVAZIONI SISTEMATICHE: rilevazione di tutti i comportamenti pericolosi, descrizione del comportamento senza giudizi o impressioni (es. ore … l’alunno ha rovesciato la sedia ecc.).
- Relazioni periodiche riassuntive correlate dalle strategie di prevenzione e neutralizzazione delle situazioni di pericolo, tipologie di interventi per far fronte all’emergenza esiti degli interventi (da inserire nei registri ed inviare al DS).
- Richiesta di intervento da inviare al DS.
- In caso di mancata risposta da parte del DS o nel caso in cui le strategie elaborate tra gruppo docente e DS non si siano rivelate efficaci:
PER TUTELARSI NEI CONFRONTI DELLA RESPONSABILITÀ CIVILE VERSO I MINORI
Inviare a
o USP
o USR
o Giudice tutelare dei minori
tutta la documentazione relativa al caso accompagnata dalla seguente dichiarazione:
“I sottoscritti insegnanti ……. del…….
Dichiarano
di non poter assumere la responsabilità morale e civile degli alunni delle classi ……
Perché la situazione di cui si allega documentazione non consente di effettuare regolare sorveglianza”
PER TUTELARE SE STESSI E LA PROPRIA INCOLUMITA’
- Denuncia e richiesta di tutela al D.S.
Al Dirigente scolastico
dell ……………………….
Con la presente, la sottoscritta insegnante ……………….. in servizio con contratto a tempo ……….. presso …………………….
SEGNALA
alla S.V. che in data ……………. È avvenuto quanto segue ……….(breve descrizione del fatto)
Pertanto
CHIEDE
alla S.V., ai sensi e per gli effetti dell’art. 2087 del Codice Civile, di porre in essere ogni adeguata misura per garantire l’integrità fisica della scrivente, riservandosi in caso contrario di adottare le opportune azioni risarcitorie.
Distinti saluti
Data ……………………………………. Firma ………………………………………….
Chi risponde se un alunno picchia un docente?
di Rino Di Meglio, 20/4/2007
E’ opportuno che il docente in tali ipotesi scriva immediatamente al Dirigente scolastico, chiedendogli di garantire la propria incolumità fisica e quella degli altri alunni: il Dirigente scolastico, nella scuola autonoma, ha infatti responsabilità precise, rappresentando, come previsto dalle vigenti norme, la figura del “datore di lavoro”.
Così recita l’art. 2087 del Codice Civile:
“L'imprenditore è tenuto ad adottare, nell'esercizio dell'impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”: il datore di lavoro, , deve perciò garantire l’adozione di tutti i sistemi in possesso della tecnica atti a prevenire e proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori nonchè a salvaguardare la personalità morale degli stessi.
La giurisprudenza è orientata a riconoscere inadempiente agli obblighi in materia di igiene e sicurezza del lavoro il datore di lavoro che, pur avendo osservato tutte le specifiche disposizioni in merito, non sia riuscito a tutelare idoneamente l’integrità fisica dei lavoratori.
Secondo quanto prescritto dall’art. 1176 c.c., il datore di lavoro deve comportarsi con la diligenza necessaria, così espressa:
“Nell'adempimento dell’obbligo inerente all’esercizio di un’attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell'attività esercitata”.
Al datore di lavoro viene richiesta una particolare accuratezza sia nell'individuazione dei fattori di pericolo, sia nella scelta delle misure di prevenzione necessarie a tutelare l'integrità fisica del lavoratore, anche se non specificamente previste da norme di prevenzione o da altre prescrizioni di organi competenti. Il precetto amplia notevolmente il dovere di sicurezza del datore di lavoro, in quanto tale dovere non è più fissato da regole precise e statiche che inevitabilmente col tempo verrebbero superate, ma da princìpi che devono essere continuamente aggiornati, tenendo conto dei tre criteri scaturiti dall’art. 2087:
◊ la particolarità del lavoro;
◊ l'esperienza;
◊ la tecnica.
Ad esempio, se si tratta di un alunno diversamente abile, il datore di lavoro ha il preciso dovere di garantire tutte le figure di supporto, previste dalla legge, affinché l’allievo non arrechi danni a terzi, in primis agli altri alunni ed ai docenti.
Il Dirigente scolastico, e per lui l’Amministrazione, possono essere chiamati a rispondere di qualsiasi danno fisico, morale e biologico che, nell’esercizio della propria funzione, venga causato ai docenti.
Professione pericolo.
di Michela Gallina da SAM Notizie aprile 2007
La violenza nella scuola è uno dei temi più attuali del momento: bullismo, insegnanti che per-dono il controllo e producono lesioni fisiche agli allievi, insegnanti e presidi picchiati dai genitori degli alunni… Il riflettore su questa realtà, nonostante abbia sviscerato il fenomeno in molti dei suoi aspetti, sicuramente non ha ancora descritto una situazione particolare che tuttavia ci vie-ne frequentemente segnalata presso le nostre sedi e per la quale non sempre i colleghi ricevo-no risposte sufficienti dagli organi competenti alla soluzione del problema. E’ arrivato il mo-mento di parlare e denunciare anche la situazione che vede gli insegnanti vittime di percosse da parte dei loro alunni non affetti da bullismo, semplicemente bambini e ragazzini con qualche disturbo del comportamento o della personalità che, in preda ad improvvise crisi di aggressivi-tà incontenibile ed apparentemente ingiustificate ed imprevedibili, sferrano calci, pugni, morsi e graffi a chiunque rientri nel loro raggio d’azione, siano essi alunni o insegnanti. Vengono ro-vesciati banchi, lanciate sedie ed altri oggetti, l’insegnante si precipita per bloccare e neutraliz-zare l’alunno in preda alla crisi ma ne esce contuso: lividi, fratture ossee, distorsioni muscolari-setti nasali, denti, occhiali rotti e quant’altro perché, si sa, l’insegnante non può difendersi, in-terviene per garantire almeno l’incolumità del resto della classe ma paga in prima persona.
In realtà paga due volte: i danni fisici sono solo uno degli aspetti del problema, ma il vivere in una situazione di costante allerta e preoccupazione perché oggi è andata bene ma domani chissà… è un altro degli aspetti non sottovalutabili. E se viene ferito uno dei compagni, su chi ricadrà la colpa, la responsabilità? Queste ansie si trascinano giorno dopo giorno, è come esse-re in trincea, in un’atmosfera che non favorisce certo quella serenità di cui necessiterebbe l’apprendimento, bensì sottopone tutti, alunni ma soprattutto insegnanti, ad una situazione di stress estremamente logorante, in particolare se si verifica in classi molto affollate, situazione che aumenta i fattori di rischio.
E allora cosa fare? Nessuno sa, nessuno ne parla…. Certo un insegnante che, sottoposto ad uno stress così intenso, non riesce a controllarsi e dà uno schiaffo ad un alunno fa una gran notizia che poi viene gonfiata come si conviene dai media. Sull’insegnante regolarmente pic-chiato dall’alunno invece cala il silenzio più totale.
I dirigenti, dal canto loro, non sanno come intervenire: sanzioni disciplinari?
Sospensioni? Mah, chissà, è già un caso disperato, esprime una condizione di sofferenza e di-sagio ed è già vittima due volte: dei propri problemi e del sistema che lo emargina e/o sanzio-na. Quindi temporeggiano, intanto gli insegnanti possono portare pazien-za, sanno sempre mettere una pezza… Nel migliore dei casi vengono Organizzati degli incontri scuola-famiglia che il più delle volte non sortiscono alcun risultato perché i problemi sono seri, radicati e il comportamento violento è solo il sintomo, la punta dell’iceberg di situazioni più profonde la cui soluzione non compete certo alla scuola.
Questo tipo di realtà tocca due temi fondamentali: integrazione e sicurezza.
Per quel che riguarda il primo tema, si fa presto a dire “integrazione”, ma il concetto esprime qualcosa che va ben oltre l’inserimento selvaggio in queste condizioni di classi affollate, di as-senza di personale specifico (educatori, addetti all’assistenza), non è certo integrazione, è irre-sponsabilità da parte dei dirigenti che espongono quotidianamente insegnanti ed alunni a con-tinui pericoli, si salvaguarda un soggetto ma a spese di tutti gli altri. Integrazione significa in-vece far in modo che le diversità si incontrino per un arricchimento e una valorizzazione reci-proci, significa accoglienza, fiducia e rispetto. Nei casi segnalati invece bisogna tenere il perico-lo sotto controllo (perché in queste situazioni l’alunno è vissuto come un “pericolo”)con diffi-denza e circospezione, parlare di integrazione è una mistificazione che svilisce tutto il significa-to del termine.
Evitare la soluzione estrema e discutibile di allontanamento del soggetto pericoloso richiede in-terventi seri, investimenti, persone e strutture di cui la scuola oggi non dispone.
E cosa dire a proposito della sicurezza, che valore può avere il rispetto della 626 quando c’è una mina vagante che nessuno riesce a disinnescare?
E CHI dovrebbe garantire la sicurezza nei posti di lavoro e l’incolumità dei dipendenti? Il datore di lavoro, naturalmente, infatti il Responsabile per la sicurezza, da non confondere con il rap-presentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), è proprio il dirigente scolastico.
La soluzione che vogliamo proporre, come organizzazione sindacale, a tutela degli insegnanti, della loro incolumità fisica e della salute psichica è appunto quella di sporgere denuncia e chie-dere tutela al dirigente ogni qualvolta si verifichino situazioni di questo tipo.
Naturalmente ogni insegnante singolarmente o collegialmente deve relazionare per iscritto in merito ad episodi, dinamiche, situazioni di pericolo e strategie adottate per evitarle, deve in-formare il dirigente e discutere con lui in merito a strategie di soluzione.
Il dirigente, dal canto suo, ricevuta la segnalazione, dovrebbe fare richiesta presso gli enti lo-cali di avere a disposizione personale preparato a far fronte a queste situazioni. Se tutto ciò non dovesse attuarsi o bastare, gli insegnanti contusi devono farsi immediatamente visitare e rilasciare un certificato dal medico o dal pronto soccorso e con quello sporgere denuncia all’istituzione scolastica.