Il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, nel corso della manifestazione
Expo 2006, aperta alla Fiera di Milano, ha annunciato che sono state avviate le
procedure per immettere in ruolo per l'anno scolastico 2006/2007 20.000 docenti,
3.500 unità di personale tecnico amministrativo e 3.077 insegnanti di
religione.
«Con queste immissioni in ruolo - ha detto Letizia Moratti -
abbiamo raggiunto un risultato storico. Dal 2001 il governo ha effettuato
assunzioni di personale scolastico, compresi i dirigenti, per 165.303 unità,
cui si aggiungeranno dal 2007-2008 ulteriori 16.260 assunzioni, per un totale
complessivo di 181.563 nomine».
Il ministro Moratti ha sottolineato che il
numero di assunzioni «è il più vasto contingente di docenti assunti nella
storia della scuola dal dopoguerra e che da una decina d'anni non venivano
effettuate immissioni in ruolo. Il precariato storico della scuola italiana,
ereditato dai precedenti governi, è stato quindi ridotto del 60%».
Il
ministro ha poi spiegato che, sempre per quanto riguarda il precariato, «dal
prossimo mese di giugno daremo il via ai corsi abilitanti speciali, con i quali
consentiremo a circa 60.000 docenti, con almeno 360 giorni di servizio dall'1
settembre 1999 al 6 giugno 2004, di conseguire l'idoneità o l'abilitazione
all'insegnamento».
La Moratti per la sua campagna elettorale «spara numeri
a caso». Lo afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini. «Il
ministro si è vantato ancora una volta circa presunti meriti sulle immissioni
in ruolo. La verità - spiega il sindacalista - sta in poche cifre: ben 100.000
delle immissioni in ruolo effettuate erano state decise e finanziate dal governo
precedente; ci vuole un grande coraggio ad affermare che 3.500 assunzioni di
personale Ata (ausiliario, tecnico, amministrativo) su 90.000 posti vacanti
rappresentano un risultato importante; i precari della scuola il prossimo anno
saranno 50.000 in più del 2001 fino a raggiungere la cifra record di 220.000».
Secondo
Panini, con questi dati «anziché vantarsi bisognerebbe chiedere scusa a decine
di migliaia di precari che lavorano da anni e che solo per il disinteresse del
governo non sono stati immessi in ruolo». Mario Castro
(da La Sicilia)