Salvi i regali di Natale …
Pochi commenti a conclusione di un contratto firmato, come è consuetudine, due anni dopo la sua naturale scadenza, con arretrati in busta paga a dicembre, come almeno si racconta. I sindacati, si sa, rispettano le tradizioni ( mai conosciuto nessuno più conservatore di loro), e i contratti scuola devono essere rigorosamente firmati o d'estate, per garantire le meritate vacanze, o in tempo utile per il Natale, così da favorire un po' di sano consumismo a sostegno dell'economia. Non solo, i contratti valgono solo se firmati nel pieno della notte, questo “alle tre del mattino”, come ci hanno comunicato tutte le agenzie di stampa, ad evidenziare lo sforzo sovrumano sostenuto.
ma niente di nuovo sotto il sole
Questo accordo conclude il quadriennio contrattuale 2002-2005. Così, un po' per scommessa un po' per curiosità, siamo andati a rileggerci quello che scrivemmo in occasione della sigla della parte normativa e del primo biennio economico avvenuta nel maggio 2003 ( la firma nel luglio 2003, sic!). E' molto triste ripercorrere quelle note: nessun passo avanti, nessun impegno mantenuto, nessun criterio nuovo nella distribuzione degli aumenti.
Se siete curiosi come noi, andate a sfogliare quelle pagine (parte normativa e primo biennio economico)
La “carriera” è divenuta ormai una “barzelletta contrattuale”, considerato che dal 1987 ogni testo riporta il solenne impegno di dirimere la questione entro il “31 dicembre” dell'anno corrispondente, salvo riscrivere l'impegno al contratto successivo..
La struttura retributiva rimane invariata. E' opportuno, a questo proposito, e proprio ora che si sta per celebrare la Giornata Mondiale degli Insegnanti, ricordare un testo che abbiamo tante volte citato: la "Raccomandazione sullo status degli insegnanti" redatta dall'UNESCO il 5 Ottobre 1966. E vogliamo qui in particolare ricordare quella parte che chiedeva ai Governi di garantire "un avanzamento retributivo preferibilmente con cadenza annuale" e con un "intervallo temporale fra il minimo e il massimo salariale di non più di 10/15 anni". Bene, noi siamo i soli in Europa ad avere scatti ogni 6/7 anni, altrove sono annuali, biennali e solo eccezionalmente triennali. Per quanto riguarda la percorrenza di carriera in nessuno stato è di 35 anni come da noi, altrove si va da un minimo di 9 a un massimo( in pochi casi) di 30 anni.
E' evidente a tutti che l'effetto combinato di questi due meccanismi determina, dai 15 anni di servizio in poi, la maggiore differenziazione negativa delle nostre retribuzioni rispetto a quelle degli altri Stati.
Si trattava quindi e in primo luogo, pur con tutte le possibili salvaguardie per le condizioni acquisite, di mettere mano alla struttura del salario come fattore fondamentale di riequilibrio. Invece nulla si è fatto rispetto agli scatti, rimasti sessennali e settennali, nulla si è fatto sulla percorrenza per raggiungere più velocemente il massimo della carriera, rimasta di 35 anni.
Un possibile strumento era la RPD, Retribuzione Professionale Docente, ma non si è voluto usare nemmeno quella, trattata, in questo contratto, come una parte assolutamente residuale.
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