In tutto il
mondo, i sistemi scolastici sono invitati a rispondere alle esigenze
culturali ed etiche rappresentate dalla capacità sociale ed economica
di raccogliere sfide per qualificarsi come modello educativo, riflesso
dell’ intera società, nel presente, proiettata in avanti in termini di
accrescimento di abilità e attitudini dei propri cittadini, e di
sviluppo. Sono in gioco la promozione di occasioni formative
coerenti e capaci di dare risposte alle speranze della società in
relazione alla propria capacità di investire risorse e qualità per la
più ampia riuscita sociale. Tenuto conto delle restrizioni finanziare
che risiedono nelle misure economiche dei governi, è particolarmente
acuto ed efficace che si debba giungere a un modello quanto più
possibile ottimale di ripartizioni degli investimenti in grado di
corrispondere a tutte le aspirazioni dei cittadini, adeguando offerta e
domanda nel mercato del lavoro e incrementando la ricerca nell’ ambito
della scienza e dell’ arte. E’ innegabile che ogni società i cui
organi amministrativi abbiano una “visione” in termini di offerta
formativa e sviluppo economico, debbano saper valorizzare l’ importante
ruolo svolto dal patrimonio artistico.
Nel nostro Paese, inverosimilmente, i provvedimenti della Riforma
Gelmini hanno dato luogo a cancellazioni radicali o a gravi restrizioni
proprio delle istituzioni scolastiche e/o discipline nell’ ambito
artistico.
Gli Istituti d’ Arte sono stati sradicati fin nelle profonde radici
intessute nel territorio italiano della creazione artistica. Cancellati
a fronte della presunzione improbabile di “accorpare” le arti per
riassorbirle nei sei indirizzi dei “Nuovi” Licei artistici, i
cui percorsi forniscono allo studente strumenti culturali e
metodologici per il proseguimento degli studi di ordine superiore.
Come far coincidere realtà educative che, sebbene abbiano il comune
denominatore arte, hanno diverso il fondamento, diversi gli intenti
formativi, i profili attesi, le opportunità di inserimento
occupazionale?
Il fondamento pedagogico formativo degli Istituti d’ Arte è proprio
nella preparazione di figure atte all’ elaborazione di manufatti
artistici delle “Arti Applicate”. Un’ educazione al “fare”
artistico che prepara abili esecutori e, al tempo stesso, progettisti
di livello di pregiati oggetti d’ arte; qualifica figure competenti nei
diversi e specifici settori dell’ artigianato artistico per la
realizzazione di Tesori della creatività e della produzione artistica
italiana che non possono essere assimilati a semplici “ mezzi di
comunicazione nell’ arte”.
Si tratta di una rigida e ingiusta semplificazione, nonché svalutazione
dell’ arte e di quelle abilità individuali, fini e ingegnose che
ottengono il manufatto artistico.
E’ indispensabile dare vita ad un progetto globale per la
riqualificazione dell’arte, pertanto è necessario ripartire dalla
didattica dell’ arte, per il rilancio delle attività nei laboratori che
hanno reso possibile la preparazione delle figure capaci di realizzare
quei Tesori artistici che il nostro paese ha diffuso in tutto il
mondo, ineguagliabili. Nutrimento sensoriale, culturale e
qualificante per l’ intera società civile; valore economico per lo
stato. Eppure, quei Tesori sono destinati a scomparire!
L’arte è una risorsa intellettiva, culturale, etica, anche
economica. Va sostenuta, incentivata, valorizzata: nel
nostro paese costituisce un fattore di crescita economica vitale, il
cui potenziale sviluppo è però trascurato e ancora atteso.
La Costituzione italiana pone, tra i principi fondamentali, la tutela
del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione
(articolo 9), ma leggere il patrimonio artistico come opera del passato
è una visione errata, non risponde alle esigenze culturali di un paese
che deve riemergere dalla negazione di “se stesso” di molti anni bui,
per recuperare quella forza morale e libertà intellettuale che solo l’
arte può offrire.
I provvedimenti che hanno cancellato gli Istituti d’ arte, declassando
l’ immagine che il resto d’ Europa aveva dell’ istruzione artistica in
Italia, hanno di fatto declassato la qualità dell’ insegnamento offerto
ai cittadini italiani, ha creato un vuoto formativo inaccettabile.
Quegli stessi provvedimenti hanno soppresso e/o snaturato anche
importanti indirizzi di studio professionalizzanti, Grafica e Moda,
negli Istituti Professionali; Moda, Grafica e Turismo degli Istituti
Tecnici, attraverso la cancellazione di discipline caratterizzanti gli
indirizzi stessi.
Una drastica e incomprensibile riduzione della Storia dell’ arte
nei Licei Classici, negli Istituti Professionali e Tecnici;la
cancellazione di Disegno e Storia dell’ arte dai bienni dei Licei
Scienze Umane e Linguistici; la Cancellazione, per tutta la
durata dei corsi, del Disegno dai Licei Scienze Umane e
Linguistici, la cancellazione di Disegno e Storia dell’ arte dai
nuovi licei Sportivi, provvedimenti che possono essere spiegati solo
nella logica dell’ impoverimento generale culturale che ha
caratterizzato l’ attuale scuola italiana, e che nel settore dell’ arte
ha voluto colpire in maniera mirata e spropositata.
Avere ridotto drasticamente lo studio della Storia dell’ arte, il
cui quadro orario nella scuola secondaria era già al limite prima della
riforma, al minimo tempo-orario utile per lo svolgimento di
percorsi didattico educativi significativi, implica oggi l’
insuccesso didattico e formativo, ostacola l’ apprendimento e,
pertanto, anche la potenzialità di apprezzamento della disciplina
stessa da parte degli studenti.
Storia dell’ arte è disciplina trasversale ai saperi e culmine
intellettuale dei saperi stessi. Richiede di essere studiata per
la durata di tutto il quinquennio in tutti gli indirizzi di scuola;
richiede di essere affiancata a momenti di attività grafiche e
creative, a garanzia di percorsi formativi significativi per la
preparazione alla fruizione del “bene comune” da parte di tutti i
cittadini e per lo sviluppo di abilità cognitive individuali
insostituibili che accrescono il “potenziale” di apprendimento di
ognuno.
L’ educazione all’ arte, un vero Tesoro.
Chiediamo nuovi provvedimenti ad opera di chi amministrerà nei prossimi
mesi l’ Istruzione Pubblica, per non lasciare le giovani generazioni
private della capacità di “ideazione” e di immaginazione, oggi
sempre più poveri e a “rischio” di ritrovarsi senza futuro.
Marinella
Galletti - Presidente Artem Docere
artemdocere@gmail.com