E’ una
sottolineatura sulla quale l’ANIEF ha spesso insistito. La
dichiarazione del Sottosegretario Toccafondi ci segnala che anche i
vertici del MIUR lo sanno.
Toccafondi lamenta che, a differenza che in altri Paesi nei quali si fa
a gara tra editori per introdurre nelle scuole il sistema dei libri
digitali, in Italia c’è una guerra avversa, nei tribunali. Ora, il MIUR
è in difficoltà per applicare il decreto 209 del 26 marzo 2013. Il
sottosegretario: “Quello che non è affatto chiaro è capire se questo
Paese creda o meno alla possibilità che i propri ragazzi possano andare
a scuola con un Tablet, uno Smartphone o un PC. Basta zaini
pesantissimi o libri da ricomprare costantemente perché cambia
l’impaginazione. …Potremmo mai pensare di arrivare a questo nel nostro
paese? Io penso e spero di si. Ma molta strada c’è da fare e non inizia
certo solo con un decreto che fa marcia indietro”(www.chefuturo, 6
agosto 2013). Lo scorso anno abbiamo riportato la posizione espressa,
su questo tema, da Emanuele Fidora, dal marzo 2012 direttore generale
dell’Ufficio Studi, statistica e sistemi informativi del MIUR: “Ci
stiamo attrezzando da anni per fornire alle scuole gli strumenti per un
cambiamento della didattica… creare ambienti di apprendimento nuovi e
innovativi, trasformazione dei modelli, dell’organizzazione e
dell’utilizzo di nuovi contenuti e strumenti…. l’aula diventa un
laboratorio i cui confini possono trascendere la fisicità delle pareti…
Si potrebbero utilizzare tablet poco reclamizzati ed economici, e
magari qualche smartphone. La nostra ambizione è quella di capovolgere
il concetto di scuola…. Il ragazzo seguendo le lezioni dei docenti
studierà a casa per poi verificare in classe quanto ha appreso. I
docenti potrebbero creare profili twitter, blog didattici… Stiamo
incoraggiando la ricerca nel campo della editoria digitale… vogliamo
arrivare a testi digitali di II e III generazione, con i quali non solo
lo studente potrà trovare il link per accedere a contenuti da internet,
con le lezioni scaricabili dai siti delle principali università ma
potrà anche creare un proprio avatar… il Ministero ha bandito gare da
150 mila euro per progettare nuovi strumenti… La Cyber-Classe”.
Ricapitoliamo la nostra idea sui testi scolastici. L’adottabilità
esclusiva di testi reperibili on line o corredati con supporto digitale
è stata largamente preventivata ma essendo stati modificati i tetti di
spesa, gli editori di testi scolastici si sono appellati alla
magistratura. Legittimamente. Dobbiamo però sottolineare che poco hanno
fatto per riconvertire le strategie editoriali - avrebbero dovuto
spendere di più per gli autori affiancando loro esperti informatici,
allo scopo di mettere a disposizione delle scuole un corredo didattico
strumentale interattivo (alla maniera, offerta nei siti wiki, degli
ipertesti ai quali ogni utilizzatore possa dare il proprio apporto di
“costruzione” di un sapere condiviso. Comprendiamo che questo obiettivo
crei problemi agli editori, e auspichiamo che l’adozione dei testi
digitali passi dal vaglio dei Collegi dei docenti, a norma del DPR
275/1999 (“La scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e
degli strumenti didattici, ivi compresi i libri di testo, sono coerenti
con il Piano dell'offerta formativa di cui all'articolo 3 e sono
attuate con criteri di trasparenza e tempestività. Esse favoriscono
l'introduzione e l'utilizzazione di tecnologie innovative”). Resta
l’urgenza, per la Scuola e per l’Editoria, di corrispondere alla
metamorfosi dei processi cognitivi nei nativi digitali: I blog, i
motori di ricerca, la lavagne multimediali, i tablet, il software
didattico, i servizi web hanno affinato l’"intelligenza simultanea"
degli studenti rendendoli inclini all’intuizione iconica dei concetti e
al pensiero analogico-sistemico. Questa è una generazione di studenti
che percepisce in modo simultaneo, non sequenziale, le molteplici
correlazioni e le intersezioni logico-spaziali di concetti che
rappresentano iconicamente in forma analogico-sistemica e mediante
codici molteplici. Alcuni studiosi segnalano che il Costruttivismo (A.
Calvani, Costruttivismo, progettazione didattica e tecnologie) e la
teoria dello «sviluppo sociale» di Vygotsky (B. Cricchio, La didattica
con la LIM) possono fungere da basi teoriche ai processi di formazione
in rete e ai processi di apprendimento collaborativo imperniati sulle
TIC. In quest’ottica, l’editoria digitale dovrà dare un contributo al
rinnovamento della didattica favorendo – ha scritto Barbara Cricchio -
una “mixed reality in cui digitale, virtuale e creatività convivano,
attraverso modalità di scrittura che non sono più semplici
riproduzioni, bensì fondamentalmente forme di visualizzazione del
pensiero che, attraverso immagini manipolabili, ibridabili, clonabili,
divengono parte di un insieme plurisensoriale accattivante…. innescando
dinamiche di insegnamento/apprendimento efficaci, ottimizzando i
processi di fruizione per mezzo del canale tecnologico e offrendo, nel
contempo, la possibilità di editare i materiali prodotti in classe…”;
l’editoria dovrà potere offrire agli studenti e agli insegnanti “la
possibilità di costruire la propria idea all’interno di uno spazio di
scrittura aperto e condiviso, in cui il sapere … diviene un costrutto
personale che si realizza attraverso ragionamento, negoziazione di
significati, cooperazione attiva in classe”.
Anief.org