Navigano ad
alta velocità sulla fibra ottica, “smanettano” freneticamente sul
tablet mentre sono in classe, guardano video su YouTube e leggono sugli
e-reader. Ecco la nuova generazione di insegnanti americani, sempre più
“dipendenti” dalla tecnologie per stare al passo con gli alunni.
Tanto da essere persino più avanti loro, nonostante le differenze d’età.
E’ quanto emerge in uno studio curato dal Pew Research Center insieme
al College Board dal titolo “How teachers are using tecnhology”. Che ha
intervistato insegnanti di scuole superiori e medie ribaltando tanti
luoghi comuni: uno su tutti, i ragazzi avrebbero più dimestichezza con
internet e nuove tecnologie. Dal sondaggio salta fuori il contrario: il
94% dei professori possiede un cellulare – contro il 84% della media
nazionale fra gli adulti americani-, di questi il 50% ha uno smartphone
di ultima generazione, notebook e pc sono ormai onnipresenti, uno su
due ha una console per videogame, e il 47% legge libri su e-reader.
Fanalino di coda i tablet: li ha solo il 39% degli intervistati.
Curioso sottolineare poi che il 63% degli insegnanti sopra i 55 anni
ami ascoltare musica su lettori Mp3 e che uno su quattro si svaghi su
XBox o Playstation. Per preparare le lezioni anche i social network
diventano fondamentali: “la percentuale di insegnanti iscritti a
Facebook, Twitter, Google + o LinkedIn risulta ben al di sopra della
media nazionale” sottolineano i ricercatori.
Ma tanta tecnologia ha anche il rovescio della medaglia, sono gli
stessi professori a rendersene conto: la marea di informazioni
disponibili sul web spesso rende difficile per gli studenti distinguere
una fonte affidabile da una che non lo è. Questo il parere del
60% degli insegnanti. Per questo motivo in molti istituti sono partiti
corsi su come classificare le le informazioni digitali incrociando
canali diversi. Perché il 90% di chi siede in cattedra – ammesso che lo
faccia ancora preso com’è da lavagne touch screen e monitor- è convinto
che per avere voti alti sarà indispensabile “la capacità di giudicare
la qualità delle informazioni”. E in Italia? Quale è il livello
tecnologico dei nostri professori?
Daniele
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