ALTRE STORIE, ALTRI LUOGHI
Aguinaldo, Anurdhapura, Franko…
Emilio Aguinaldo è l’eroe dell’indipendenza filippina; Anurdhapura è un’importantissima città storica dello Sri Lanka; al poeta e politico Ivan Franko, noto personaggio della storia nazionale, è dedicata addirittura una città, Ivano-Frankivs’k, nella parte occidentale dell’Ucraina.
Per un alunno che proviene da un altro Paese, la Storia – e in parte anche la Geografia – sono, tra le discipline previste dal curricolo, quelle che presentano maggiori ostacoli, linguistici ma anche culturali.
In primo luogo perché cambiano i riferimenti: avvenimenti, luoghi, nomi di popoli e personaggi sono distanti rispetto a quelli del Paese d’origine. Ricordiamo inoltre che non è detto ci sia piena corrispondenza tra i programmi di studio della scuola italiana e quella di altri Paesi: in alcuni sistemi scolastici non è previsto un insegnamento formale della Storia e della Geografia, quantomeno a livello della scuola primaria, oppure l’insegnamento disciplinare è costituito da elementi di conoscenza storica e geografica strettamente limitati alla propria realtà nazionale.
In secondo luogo perché possiamo individuare varie complessità relative alle due discipline, complessità che sono ben visibili se analizziamo i contenuti disciplinari e linguistici presenti nei testi di studio.
Proviamo allora a capire quali sono i principali ostacoli che un apprendente incontra durante lo studio della storia e della geografia nella scuola italiana; potremo così individuare i modi per facilitare il cammino.
GLI OSTACOLI NEL TESTO DI STORIA
Alcuni aspetti di possibile difficoltà sono comuni a tutti gli apprendenti, italiani o di altra madrelingua, perché si riferiscono alle caratteristiche proprie della disciplina. I contenuti proposti nello studio della Storia sono oggettivamente lontani dalle esperienze personali degli alunni – che peraltro in questa fascia d’età non hanno ancora maturato pienamente il concetto di tempo e una sua conseguente rappresentazione mentale; si tratta spesso di contenuti astratti che presuppongono conoscenze sulla vita sociale non ancora possedute. Pensiamo per esempio a tutti gli aspetti della politica come i ruoli delle figure pubbliche, la rappresentanza o le leggi.
Per ciò che riguarda la lingua, il lessico specialistico è ampio e appartiene a più microlingue: ci sono i termini specifici dell’economia, della politica, del diritto, dell’arte, della religione, della geografia e degli studi sociali, tutti linguaggi caratterizzati da un alto grado di astrazione. Termini come Stato, democrazia, rivoluzione non hanno referenti concreti e inoltre possono variare il loro significato in relazione al periodo storico al quale sono riferiti: la democrazia praticata nell’antica Atene, per esempio, non corrisponde al significato che oggi attribuiamo a questo termine.
Si tratta spesso di termini non conosciuti dagli alunni nemmeno nelle proprie lingue d’origine, poiché fanno parte non del linguaggio familiare e quotidiano, ma del lessico specialistico che si apprende a scuola.
Sempre riguardo alla lingua, i testi di studio presentano gli aspetti più complessi dell’italiano, per esempio con l’utilizzo di tutto il sistema verbale e sintattico nello strutturare una narrazione o un’argomentazione: passato remoto, trapassati, presente storico, alternanza di passato prossimo e imperfetto, periodo ipotetico, forme impersonali e passive, nominalizzazioni…
Anche la testualità è complessa, poiché sono presenti diversi tipi e stili testuali (narrativo, descrittivo, argomentativo).Spesso il materiale dal quale trarre le informazioni è di vario genere (testi, illustrazioni, didascalie, riproduzioni di materiali autentici, citazioni, carte, grafici). Saper ricavare informazioni da ognuno di questi tipi e stili testuali presuppone abilità di studio specifiche, che si acquisiscono con il tempo e nei percorsi di scolarizzazione.
Insomma, mediamente un testo tratto da un manuale di Storia, anche se di scuola primaria o secondaria di primo grado, richiede una lettura attenta e approfondita per essere compreso e presuppone un certo livello di competenza linguistica.
GLI OSTACOLI NEL TESTO DI GEOGRAFIA
Per alcuni aspetti lo studio della Geografia può presentare meno difficoltà. I testi sono in genere più semplici rispetto a quelli di Storia, ma contengono ostacoli simili: contenuti distanti dall’esperienza degli apprendenti, lessico astratto e specialistico, come per esempio nelle espressioni densità di popolazione, clima temperato, insediamento urbano...
Inoltre, molti termini della Geografia sono polisemici, cioè hanno un significato differente da quello che viene loro attribuito nel linguaggio comune; per esempio acque dolci o salate, carta, scala o lavoro sono parole comuni, probabilmente già conosciute dagli alunni, che nel linguaggio specifico acquistano un significato diverso.
Anche la Geografia ha molti impliciti culturali che richiedono quantomeno un ri-orientamento da parte di chi arriva da lontano. Non stupiamoci perciò se un ragazzo cinese giunto da poco in Italia ha difficoltà a rintracciare il suo Paese nel planisfero appeso in classe. La rappresentazione del mondo al quale è abituato, con la Cina al centro (nel riquadro in alto), è ben differente da quella del planisfero eurocentrico!
CONDIVIDERE I SIGNIFICATI
Per aiutare gli alunni a superare gli ostacoli, di tipo linguistico e non, la parola chiave potrebbe essere “condivisione”.Condividere i significati, cioè le parole e le forme linguistiche che ci permettono di parlare dei contenuti di studio; condividere, anche, i diversi riferimenti culturali rendendoli espliciti.
Per condividere i significati possiamo usare materiali specifici come quelli proposti dalla rivista. Senza dimenticare che la nostra Storia e Geografia sono una parte del racconto collettivo al quale i nostri alunni, nuovi italiani, daranno in futuro il loro personale contributo.
Sesamo didattica interculturale
Aguinaldo, Anurdhapura, Franko…
Emilio Aguinaldo è l’eroe dell’indipendenza filippina; Anurdhapura è un’importantissima città storica dello Sri Lanka; al poeta e politico Ivan Franko, noto personaggio della storia nazionale, è dedicata addirittura una città, Ivano-Frankivs’k, nella parte occidentale dell’Ucraina.
Per un alunno che proviene da un altro Paese, la Storia – e in parte anche la Geografia – sono, tra le discipline previste dal curricolo, quelle che presentano maggiori ostacoli, linguistici ma anche culturali.
In primo luogo perché cambiano i riferimenti: avvenimenti, luoghi, nomi di popoli e personaggi sono distanti rispetto a quelli del Paese d’origine. Ricordiamo inoltre che non è detto ci sia piena corrispondenza tra i programmi di studio della scuola italiana e quella di altri Paesi: in alcuni sistemi scolastici non è previsto un insegnamento formale della Storia e della Geografia, quantomeno a livello della scuola primaria, oppure l’insegnamento disciplinare è costituito da elementi di conoscenza storica e geografica strettamente limitati alla propria realtà nazionale.
In secondo luogo perché possiamo individuare varie complessità relative alle due discipline, complessità che sono ben visibili se analizziamo i contenuti disciplinari e linguistici presenti nei testi di studio.
Proviamo allora a capire quali sono i principali ostacoli che un apprendente incontra durante lo studio della storia e della geografia nella scuola italiana; potremo così individuare i modi per facilitare il cammino.
GLI OSTACOLI NEL TESTO DI STORIA
Alcuni aspetti di possibile difficoltà sono comuni a tutti gli apprendenti, italiani o di altra madrelingua, perché si riferiscono alle caratteristiche proprie della disciplina. I contenuti proposti nello studio della Storia sono oggettivamente lontani dalle esperienze personali degli alunni – che peraltro in questa fascia d’età non hanno ancora maturato pienamente il concetto di tempo e una sua conseguente rappresentazione mentale; si tratta spesso di contenuti astratti che presuppongono conoscenze sulla vita sociale non ancora possedute. Pensiamo per esempio a tutti gli aspetti della politica come i ruoli delle figure pubbliche, la rappresentanza o le leggi.
Per ciò che riguarda la lingua, il lessico specialistico è ampio e appartiene a più microlingue: ci sono i termini specifici dell’economia, della politica, del diritto, dell’arte, della religione, della geografia e degli studi sociali, tutti linguaggi caratterizzati da un alto grado di astrazione. Termini come Stato, democrazia, rivoluzione non hanno referenti concreti e inoltre possono variare il loro significato in relazione al periodo storico al quale sono riferiti: la democrazia praticata nell’antica Atene, per esempio, non corrisponde al significato che oggi attribuiamo a questo termine.
Si tratta spesso di termini non conosciuti dagli alunni nemmeno nelle proprie lingue d’origine, poiché fanno parte non del linguaggio familiare e quotidiano, ma del lessico specialistico che si apprende a scuola.
Sempre riguardo alla lingua, i testi di studio presentano gli aspetti più complessi dell’italiano, per esempio con l’utilizzo di tutto il sistema verbale e sintattico nello strutturare una narrazione o un’argomentazione: passato remoto, trapassati, presente storico, alternanza di passato prossimo e imperfetto, periodo ipotetico, forme impersonali e passive, nominalizzazioni…
Anche la testualità è complessa, poiché sono presenti diversi tipi e stili testuali (narrativo, descrittivo, argomentativo).Spesso il materiale dal quale trarre le informazioni è di vario genere (testi, illustrazioni, didascalie, riproduzioni di materiali autentici, citazioni, carte, grafici). Saper ricavare informazioni da ognuno di questi tipi e stili testuali presuppone abilità di studio specifiche, che si acquisiscono con il tempo e nei percorsi di scolarizzazione.
Insomma, mediamente un testo tratto da un manuale di Storia, anche se di scuola primaria o secondaria di primo grado, richiede una lettura attenta e approfondita per essere compreso e presuppone un certo livello di competenza linguistica.
GLI OSTACOLI NEL TESTO DI GEOGRAFIA
Per alcuni aspetti lo studio della Geografia può presentare meno difficoltà. I testi sono in genere più semplici rispetto a quelli di Storia, ma contengono ostacoli simili: contenuti distanti dall’esperienza degli apprendenti, lessico astratto e specialistico, come per esempio nelle espressioni densità di popolazione, clima temperato, insediamento urbano...
Inoltre, molti termini della Geografia sono polisemici, cioè hanno un significato differente da quello che viene loro attribuito nel linguaggio comune; per esempio acque dolci o salate, carta, scala o lavoro sono parole comuni, probabilmente già conosciute dagli alunni, che nel linguaggio specifico acquistano un significato diverso.
Anche la Geografia ha molti impliciti culturali che richiedono quantomeno un ri-orientamento da parte di chi arriva da lontano. Non stupiamoci perciò se un ragazzo cinese giunto da poco in Italia ha difficoltà a rintracciare il suo Paese nel planisfero appeso in classe. La rappresentazione del mondo al quale è abituato, con la Cina al centro (nel riquadro in alto), è ben differente da quella del planisfero eurocentrico!
CONDIVIDERE I SIGNIFICATI
Per aiutare gli alunni a superare gli ostacoli, di tipo linguistico e non, la parola chiave potrebbe essere “condivisione”.Condividere i significati, cioè le parole e le forme linguistiche che ci permettono di parlare dei contenuti di studio; condividere, anche, i diversi riferimenti culturali rendendoli espliciti.
Per condividere i significati possiamo usare materiali specifici come quelli proposti dalla rivista. Senza dimenticare che la nostra Storia e Geografia sono una parte del racconto collettivo al quale i nostri alunni, nuovi italiani, daranno in futuro il loro personale contributo.
Sesamo didattica interculturale