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Lavoro: Difendiamo la scuola pubblica e la professionalità e dignità dei docenti

Opinioni
La scuola pubblica italiana è sotto scacco. Gli ultimi ministri dell’istruzione, invece di difenderla dalle difficoltà della crisi, l’hanno usata per spremerne risorse da destinare altrove. Per anni si è sostenuto -a ragione!- che il futuro del nostro Paese dipende dall’istruzione e dalla ricerca, ma allo stesso tempo si è fatto di tutto per distruggere quanto di meglio si era realizzato nel nostro sistema formativo. Con un’opera di sistematica mistificazione si continuano a chiamare riforme provvedimenti che sono l’esatto contrario delle vere riforme di cui la scuola ha bisogno.
Dopo la sottrazione di otto miliardi di euro operata dalla coppia Tremonti-Gelmini, il riordino dei cicli, riducendo drasticamente le ore settimanali di lezione, ha impoverito di fatto l’offerta formativa di tutte le scuole secondarie, per di più con la pretesa di migliorarla, proponendo una  didattica per competenze nel momento in cui si riducono i tempi e gli strumenti per poterla realizzare. La demagogia regna sovrana, ed è accompagnata da una continua opera di denigrazione degli insegnanti anche da parte di chi dovrebbe sostenerli.

Lo smantellamento della scuola pubblica è parte integrante della distruzione dello Stato sociale, perseguita dai recenti governi e portata a termine da quello attuale. Lo Stato mostra un unico interesse verso la scuola: ridurne i costi, con buona pace del ruolo della formazione per lo sviluppo del Paese, che così si colloca sempre più a livelli da terzo mondo.

La vicenda delle 24 ore è sintomatica di questo clima. Con una semplice intervista il ministro competente annuncia un provvedimento assurdo e devastante, volto esclusivamente a fare cassa nell’ambito del documento di stabilità (con un “risparmio” di 182,9 milioni di euro nel 2013, di 172,7 nel 2014 e di 236,7 milioni nel 2015), stanziando nello stesso tempo, senza alcun senso del pudore, altri 223 milioni di euro per le scuole paritarie. La mobilitazione generale dei docenti, il risveglio dei sindacati, l’intervento di qualche partito e il sostegno del movimento degli studenti hanno per ora fatto rientrare questa geniale trovata, ma il ministro resta al suo posto!
  
Nulla è stato fatto dal governo dei tecnici per invertire la tendenza al declino della scuola pubblica. Anzi! Quest’anno a metà novembre il Miur non ha ancora informato le scuole sull’entità del fondo di istituto di cui potranno disporre. A loro volta gli Enti locali, strozzati dalla spending review, non garantiscono alcun sostegno agli istituti di loro competenza e minacciano perfino di non pagare il gasolio per il riscaldamento invernale. Per di più alcuni strascichi del passato governo come il Progetto di legge Aprea, che si sperava fossero morti con lui, vengono riesumati, mantenendo aperta la minaccia di soffocare ogni processo democratico all’interno della scuola.
   
Alla mistificazione dilagante occorre contrapporre una corretta informazione sulla reale situazione della scuola. Solo chi non la conosce può pensare che il carico di lavoro degli insegnanti si riduca alle 18 ore di lezione in classe, non tenendo conto delle numerose attività che di fatto li impegnano per non meno di 36 ore settimanali (preparazione delle lezioni, preparazione e correzione dei compiti, ricevimento dei genitori, consigli di classe, collegi dei docenti, riunioni di dipartimento e così via). Solo i nostri ministri non sanno, o fingono di non sapere, che da lunghi anni la nostra scuola continua a reggersi, nonostante loro, solo grazie al lavoro volontario o scarsamente retribuito del personale scolastico (insegnanti, collaboratori, amministrativi).
  
La scuola pubblica è una risorsa fondamentale di ogni paese, ed è stata per decenni uno strumento di reale emancipazione soprattutto per i ragazzi meritevoli cui ha aperto prospettive di lavoro e cittadinanza.  L’attuale retorica sul futuro dei giovani nasconde invece il loro sostanziale abbandono ad un destino di precarietà.
Riteniamo sia ormai ora di dire BASTA!
  • Alla scorretta e diffamatoria  informazione  riguardo alle 18 ore lavorative  settimanali del docente a fronte delle 36 – 37 ore settimanali realmente svolte!  
  • Al  processo  denigratorio  perpetrato nei confronti della cultura e della scuola tramite i mezzi di informazione!
  • Al saccheggio delle ore scolastiche!
  • All’ abbandono  dell’ allievo diversamente abile, con la drastica riduzione delle ore  di sostegno!
  • Ad una scuola che sta diventando sempre più elitaria, per pochi privilegiati ( un privilegio legato alla disponibilità economica )!
  • Al sistema  del numero chiuso della università  che annulla i  sogni e  le aspirazioni  dei giovani  per  puro  business  con la scusa della pianificazione sociale!
  • Alle  false riforme  che deprivano  e danneggiano le fasce più deboli del sistema sociale!
  • Alla incompetenza di coloro che dovrebbero prendere delle decisioni per la Scuola e  quindi per il futuro della società!

Denunciamo
  • I tagli operati in questi anni al sistema scolastico in termini di finanziamenti, strutture e organici.
  • Il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità.
  • L’indiscriminato aumento dei requisiti per il pensionamento.
  • Le incursioni legislative su temi contrattuali.
  • Le scelte politiche del Ministro Profumo e più in generale del Governo, che rischiano di dare il colpo di grazia alla scuola Italiana, già colpita dai numerosi interventi penalizzanti degli ultimi anni (basta ricordare l’innalzamento del rapporto alunni-insegnanti, l’accorpamento degli Istituti, la riduzione dei posti di Dirigente Scolastico, dei DSGA, dell’organico ATA e Docente e numerosi interventi nei confronti di alcune categorie, spesso le più deboli).

Chiediamo al Ministro, al Governo, alle forze politiche che lo sostengono:
  • Di emendare il disegno di legge di stabilità eliminando ogni intrusione su tematiche oggetto della CCNL e stornando alla scuola pubblica le somme indebitamente attribuite a quella paritaria.
  • Di sbloccare il riconoscimento dell’anzianità di servizio per l’anno 2011.
  • Di consentire alle scuole un regolare svolgimento dell’anno scolastico accelerando il finanziamento del fondo di istituto.
Dichiariamo uno stato di agitazione e mobilitazione continua a difesa delle condizioni di lavoro e della dignità della nostra professione.
Ci impegniamo a partecipare a tutte le forme di aggregazione dal basso e a utilizzare gli strumenti di lotta necessari per il raggiungimento di questi obiettivi, a partire dallo sciopero generale della scuola del prossimo 24 novembre.

Mozione approvata dalla assemblea dei lavoratori del Liceo “Turrisi Colonna” di Catania il 13 novembre 2012.
sapienzasalv@libero.it








Postato il Mercoledì, 21 novembre 2012 ore 06:30:00 CET di Michelangelo Nicotra
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