Amava la
scuola. A settembre aspettava la chiamata per l’incarico che non è
arrivata. Carmine Cerbera, 48 anni di Casandrino, provincia di Napoli,
era un professore precario da anni, insegnante di discipline
pittoriche, storia dell’arte. Si è tolto la vita, giovedì mattina, con
una coltellata, dopo aver lavorato al suo ultimo quadro raffigurante
una croce, soccorso inutilmente dalla moglie e poi da 118. “Carmine era
una persona dolce – racconta Vittorio, un suo amico, al
Fattoquotidiano.it – l’ho conosciuto all’accademia delle belle arti.
L’ho sentito due giorni prima dell’accaduto per una mostra che stavamo
organizzando. Non gli andava giù di non avere un lavoro, di non
riuscire a sentirsi autonomo. Ha sempre lottato, all’inizio, anche
lavorando in fabbrica”.
La notizia del suicidio sta facendo il giro dei social network. Proprio
su Facebook il professore aveva condiviso, pochi giorni prima di
suicidarsi, l’ultimo traguardo raggiunto: la laurea specialistica. Ma
quella chiamata che non arrivava e la proposta del ministro
dell’Istruzione Francesco Profumo di aumentare le ore lavorate dei
docenti, tagliando fuori incaricati annuali e supplenti, era il suo
tormento. Era il 22 ottobre quando il professore scriveva: “Oggi dovrei
essere gioioso perché ho conseguito la laurea specialistica ma sono
triste perché il ministro Profumo ci sta distruggendo il futuro… siamo
precari a vita ammettendo di essere fortunati..”. I commenti,
inizialmente, di sostegno e di congratulazioni si sono trasformati,
dopo la notizia del suicidio, in un rito collettivo di commiato al
professore e all’amico scomparso. Elena: “Scusami se lunedì non ho
capito la tua disperazione e ho sdrammatizzato questo salva-precari,
era il tuo tormento…”. L’angoscia di non rientrare nella lista dei
fortunati, di non coronare con il ruolo un percorso di anni, fatto di
studio e sacrifici. Carmine lascia moglie e figlie.
Il collega Antonio aggiunge: “A scuola chiediamo un minuto di silenzio
per carmine vittima di questa scuola e governo che preclude ogni
possibilità ai precari…”. Il professore aveva condiviso la petizione
dei docenti contro la proposta delle cattedre di 24 ore. “Anche il
concorso per la scuola – continua l’amico Vittorio – lo preoccupava
visto che favoriva i più giovani. Carmine era vincitore di concorso, ma
precario. Amava il suo lavoro, ma nonostante gli sforzi, aggiornamenti,
abilitazioni, ogni volta che sembrava arrivare il suo turno, una nuova
delusione”. Tra poche settimane, il professore avrebbe dovuto
partecipare ad una mostra con una sua opera che sarà comunque esposta.
L’ultimo saluto, con l’arte che amava, al professore precario.
Ilfattoquotidiano.it