
Pensionamenti
– Sui 3.500 quota 96 rimasti “intrappolati”, Anief si appella al
Parlamento: dare seguito alla proposta di legge n. 5103, approvata ieri
dal “Comitato dei Nove”, permetterebbe ai dipendenti della scuola
coinvolti di ottenere giustizia e all’amministrazione di liberarsi di
un enorme contenzioso. Anief chiede pubblicamente al Parlamento di
applicare la clausola sulla riforma delle pensioni, inserita nella
proposta di legge n. 5103, primo firmatario l’on. Cesare Damiano (Pd),
che nel modificare la normativa vigente Fornero-Monti in materia di
requisiti pensionistici, renderebbe giustizia al personale della scuola
rimasto “intrappolato” anche per diversi anni a seguito delle novità
troppo estensive introdotte dalla nuova legge. Ieri la clausola
auspicata, contenuta nell’art. 1 della proposta di legge n. 5103,
“Modifiche all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201,
convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214”, è
stata approvata dal “Comitato dei Nove”, a cui il Parlamento ha dato
incarico di dare un primo giudizio agli emendamenti. È bene tornare a
ribadire che non si tratta di alcuna concessione, poiché la modifica
permetterebbe ai circa 3.500 dipendenti della scuola che al termine del
passato anno scolastico hanno raggiunto “Quota 96” (sommando età
anagrafica e anni di contributi previdenziali), di poter semplicemente
esercitare un loro diritto: la scuola, infatti, ha da sempre costituito
un’eccezione nel panorama del comparto pubblico, spostando al 31 agosto
dell’anno successivo le scadenze che per gli altri settori statali sono
fissate al 31 dicembre. “Se l’emendamento dovesse finalmente trovare
accoglimento – commenta Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – è
chiaro che i docenti coinvolti si vedrebbero riconosciuto un loro
sacrosanto diritto al pensionamento. Non bisogna dimenticare, a tal
proposito, che tutti i più autorevoli studi sugli insegnanti concordano
nel dire che si tratta di una professione altamente logorante e ad alto
rischio burnout. E che quindi non si può mandare un docente in pensione
in tarda età, soprattutto cambiando le regole in corsa”. Anief ritiene,
inoltre, che l’approvazione dell’emendamento Damiano sarebbe portatrice
di almeno un altro vantaggio: “contemporaneamente all’approvazione
della deroga, adottata per coloro che raggiungono la fatidica quota 96
al 31 dicembre 2012, verrebbe anche meno – sottolinea il presidente -
il contenzioso di centinaia di ricorrenti, patrocinato dal nostro
sindacato e presentato alla Corte dei Conti. Liberando
l’amministrazione statale di un carico non indifferente”.
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