
Per intanto da questa mattina li aspetta un viaggio di 11 giorni, otto tappe e tre giornate di riposo in mezzo, da Bologna ad Avignone, ospitalità notturna presso amici e couchsurfers. Ottocento chilometri di pedalate per abbandonare un paese che a loro, evidentemente, non ha offerto abbastanza. “La premessa sulla precarietà e la situazione dell’Italia l’abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, quindi possiamo saltarla a piè pari”, scrivono sul web. A farsi raccontare qualcosa in più si scopre una vita da libero professionista fatta di soddisfazioni, certo, ma anche di molti clienti che non pagano, o se va bene pagano tardi. “Il lavoro in Italia è faticoso e frustrante – spiega Roberto, 34 anni e una partita Iva aperta nel 2008 -. Per riuscire a portarsi a casa un po’ di lavoro c’è da faticare molto e spesso si rimane con davvero poco in mano. Mi è capitato di inseguire i clienti per farmi pagare. E’ vero, in certi momenti si riesce a mettere assieme più collaborazioni, ma è difficile pensare a una vita del genere in una prospettiva stabile e di crescita”.
La svolta è arrivata con un concorso vinto da Maria Grazia, laureata a marzo con una tesi sulla donna e la bicicletta e ora assunta per sette mesi come assistente di italiano ad Avignone. “Una bella opportunità, sopratutto un contratto stabile che ci aiuta a fare progetti”. Roberto invece si porterà dietro il proprio lavoro di editor, “anche se nell’ultimo anno – spiega – molti grossi clienti sono spariti”.
E allora il viaggio, lento, ecologico e sui pedali. “Sul blog racconteremo le tappe della nostra pedalata di 10 giorni, e tenteremo anche di avviare un discorso pubblico legato al tema della precarietà e dell’andarsi a cercare un’opportunità fuori dall’Italia”. In prospettiva un sogno: lanciarsi nel settore della ciclomobilità. “Diciamo che qualcosa di meccanica ne capisco e le mani aggiustando bici me le sono già sporcate, poi stiamo pensando a un progetto imprenditoriale che riguarderà servizi di interscambio per ciclisti urbani. In Italia, diciamocelo, le possibilità di avviare qualcosa del genere sono davvero poche ”.
Giovanni Stinco - ilfattoquotidiano.it