Lettere in
redazione
Da qualche giorno a questa parte, non si fa altro che parlare del
CONCORSONE del secolo. Un mega concorso innovativo che dovrà reclutare
quasi dodicimila insegnanti. Non venivano banditi concorsi dal lontano
1999 ed oggi, dopo la legge ammazza docenti della non più ministro
Gelmini, il caro ministro Profumo cosa pensa di fare un nuovo
concorso. Ma questo governo tecnico ha dimenticato che ci sono ancora
migliaia di precari che sono stati utilizzati nella scuola e che
attendono con ansia da quasi vent’anni di avere il meritato posto di
ruolo? Anche se la scuola italiana è la più vecchia, per quanto
riguarda il corpo insegnante, di certo era la più completa rispetto al
resto d’Europa, non dimentichiamoci che la scuola primaria era il fiore
all’occhiello ma qualcuno venuto da Brescia, con l’appoggio di un
signore di Sondrio e l’altro di Milano, hanno pensato bene di
distruggere il tutto mandando a rotoli tutto quello che era stato
costruito nell’arco di un ventennio. La domanda che la gente mi pone in
spiaggia è: “Che fai, ti prepari per il nuovo concorso?” e tu
ovviamente non sai cosa rispondere. Un concorso per soli abilitati ma
scusate, se siamo già abilitati, a cosa serve il concorso? Cos’è
un’abilitazione nell’abilitazione? Ma perché, chi è di ruolo farà una
sorta d’esame per vedere se è ancora idoneo all’insegnamento? Ricordo
ancora quando iniziai a lavorare nella scuola, era il 1995, supplenza
annuale con ventotto punti e senza abilitazione, oggi sono
pluriabilitato, occupo uno dei primi posti della graduatoria
provinciale, perché ho superato da un bel po’ i duecento punti e
ancora non so neppure se sarò convocato dall’USP per l’incarico. La
cosa che m’indigna di più, e non lo faccio perché sono invidioso, è il
vedere come molta gente da poco entrata in ruolo al nord, riesca a fare
la domanda per l’assegnazione provvisoria al sud … ma non s’era
detto che c’era il vincolo di almeno cinque anni cari colleghi e care
colleghe, grazie a questo saliscendi la scuola non va più avanti, il
nord odia il sud perché viene preso un posto a tempo indeterminato e
non si assicura alcuna continuità, il sud odia gli stessi perché si
vede tolta la possibilità di poter lavorare serenamente. Non me ne
voglia nessuno, qualcuno mi potrà anche dire, lo potevi fare pure
tu, la tentazione c’è stata e tanta, ma vedere i visi di due piccole
creature di tre ed un anno attaccatissimi al padre e non poterli
vedere per più di cinque anni, m’ha fatto cambiare idea.
Sebastiano Luca
Consoli
seba.luca@hotmail.it